Il report di Confartigianato ‘Le tendenze della Moda: le ultime evidenze – estate 2022’ esamina la fase di recupero del tessile, abbigliamento, calzature e pelli mediante l’analisi degli indicatori congiunturali chiave. Nel dettaglio nei primi quattro mesi 2022 la produzione del settore cresce dell’11,2% in un anno e va meglio sia rispetto al +2,0% del Manifatturiero sia al +8,2% del settore nella media Ue a 27. Nel 2022 la produzione del settore – media degli ultimi 12 mesi terminanti ad aprile 2022 – rimane del 18,4% sotto il livello pre-crisi del 2019. Per quanto riguarda le esportazioni, nei primi quattro mesi del 2022 le vendite della Moda crescono del 20,1% in un anno, in linea con il +20,4% del Manifatturiero e rappresentandone il 10,7% dell’aumento assoluto annuale, mentre il dato annualizzato ad aprile 2022 vede la Moda superare del +1,4% il valore del 2019, la peggior performance tra i comparti, mentre per il Manifatturiero le vendite all’estero superano del 13,6% il livello del 2019. Sul ritardo stanno pesa il calo dell’export in Russia. La buone performance dell’export in valore sottende un dinamismo anche in volume, a fronte di una dinamica meno accentuata dei prezzi alla produzione. Sui mercati internazionali, a maggio 2022 il prezzo del cotone, valutato in euro raddoppia in un anno, avvicinandosi al massimo storico di marzo 2011. Sempre sul fronte degli scambi lungo le filiere globali, va segnata una crescente difficoltà per le imprese della moda determinata dalla insufficienza dei materiali, più accentuata nel Tessile. Inoltre, il costo dei container per trasporti via mare a giugno del 2022 è più che quadruplicato rispetto a due anni prima.
Nonostante le criticità nell’arco degli ultimi due anni, la Moda lamenta una cronica mancanza di lavoratori soprattutto specializzati: a giugno 2022 le imprese segnalano difficoltà di reperimento di operai specializzati della Moda per il 44,3% delle entrate previste, di oltre cinque punti superiore al 39,2% del totale entrate.
Come già evidenziato nella nostra precedente analisi  le tensioni sui prezzi delle materie prime soprattutto energetiche e le pressioni inflazionistiche stanno intaccando i bilanci familiari e potrebbero far diminuire la spesa in prodotti della moda, già pesantemente colpiti dalla recessione da Covid-19, rallentando così il recupero del comparto. Nei primi quattro mesi del 2022 le vendite al dettaglio dei prodotti moda sono in recupero del 17% rispetto, ma persiste un ritardo del 5,8% delle vendite degli ultimi dodici mesi ad aprile 2022 rispetto a quelle del 2019 per calzature, articoli in pelle e da viaggio e del 5,1% per i prodotti di abbigliamento.
Il made in Italy della Moda nel territorio – Gli ultimi dati disponibili relativi al valore annualizzato del I trimestre 2022 indicano che tra le principali regioni – ognuna con oltre l’1% dell’export della Moda – recuperano il livello del 2019 il Lazio del 37,7%, seguito a distanza dalla Lombardia con l’8,0%, dal Veneto con il +2,5%, dalla Puglia con il +0,2% e la Toscana è sostanzialmente stabile: in queste cinque regioni si concentra quasi poco meno di tre quarti (73,7%) dell’export Moda. Tra le principali province sono dieci a superare il livello del 2019 e concentrano la metà esatta (50,0%) delle vendite all’estero del settore: Varese (+32,2%), Roma (+24,4%), Verona (+22,2%), Milano (+19,8%), Vercelli (+13,3%), Bergamo (+9,4%), Padova (+7,6%), Modena (+4,6%), Firenze (+3,9%) e Prato (+2,9%).
Per ulteriore approfondimento, il precedente report sul settore: Elaborazione Flash ‘Il ritardo della ripresa della Moda italiana, un fattore di crisi europeo’: qui per scaricarlo.