Produzione FV: in Italia +17,4% nel 2024, meglio di Germania e Spagna
Tra gli interventi per la sostenibilità al 2025 previsto aumento uso delle Fer per il 44,2% delle imprese manifatturiere e per il 34,6% dei servizi
L’economia italiana è caratterizzata da una marcata dipendenza energetica dall’estero, a cui si associa un’alta bolletta energetica – che a luglio 2024 su base annua vale 52,3 miliardi di euro, pari al 2,5% del PIL – e più elevati prezzi dell’energia. La crisi energetica scoppiata nel 2022 ha dilatato queste criticità, pesando sulla competitività delle imprese. Per ridurre queste esternalità è utilizzabile la leva delle energie rinnovabili, attivabile in tempi più rapidi di altre fonti quali ad esempio il nucleare, sui cui è aperto il dibattito in Italia.
Una analisi dei dati dell’Istat evidenzia che nel 2022, l’anno della crisi energetica, tra le imprese che svolgono azioni di sostenibilità per la tutela ambientale, l’iniziativa più intrapresa è proprio quella dell’aumento di utilizzo di energia da fonti rinnovabili, indicata dal 22,3% delle imprese manifatturiere e dal 23,1% delle imprese dei servizi. Per il periodo 2023-2025 la previsione di un aumento dell’utilizzo dell’energia da fonti rinnovabili è indicata dal 44,2% delle imprese manifatturiere e il 34,6% delle imprese dei servizi.
Fotovoltaico nelle imprese senza consumo di suolo – Nel corso del 2023 la produzione di energia degli impianti fotovoltaici (FV) nelle imprese è salita del 9,1%, con un maggiore dinamismo nella manifattura dove la produzione sale del 15,8%, con un aumento del 20,8% del numero degli impianti. La produzione di FV sale del 6,1% nei servizi, anche in questo caso il trend è sostenuto dall’aumento del 14,9% degli impianti.
Le politiche pubbliche dovranno privilegiare le installazioni sui capannoni e nelle aree occupate dagli immobili produttivi, senza incrementare il consumo di suolo. Sulla base dei dati di Ispra, si calcola che in sedici anni (2006-2022) il consumo di suolo di 150 kmq derivante dagli impianti fotovoltaici a terra è stato superiore del 29% a quello causato dalle infrastrutture di trasporto, quali strade, ferrovie, porti e aeroporti. Nel Piano Nazionale integrato Energia e Clima (PNIEC) si indica che “i meccanismi di sostegno dovranno orientare le scelte localizzative, privilegiando installazioni a ridotto impatto ambientale quali quelle su edifici e su aree non idonee ad altri usi” (PNIEC, pag. 216). E’ attesa, soprattutto per i piccoli impianti, una semplificazione delle procedure determinato da un complesso sistema normativo.
Il trend della produzione di energia green – In uno scenario evolutivo dell’uso di energia verde, facciamo il punto sull’andamento della produzione di energia elettrica da FER con un confronto internazionale centrato sul fotovoltaico. Secondo i dati del bilancio mensile di Terna nei primi otto mesi del 2024 la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sale del 22,4%, un dinamismo trainato dall’aumento del 51,0% dell’idrico e del 17,9% del fotovoltaico, mentre è meno dinamico (+1,8%) l’eolico. Nei primi otto mesi del 2024 la quota di energia elettrica prodotta da rinnovabili, superando l’apporto delle fonti fossili, sale al massimo storico del 51,7% (era 43,2% nel 2023).
Il confronto internazionale del trend dell’elettricità da solare – L’analisi dei dati dell’IEA (International Energy Agency, Agenzia Internazionale dell’Energia dell’Ocse) della produzione con FV aggiornati a giugno 2024 e pubblicati la scorsa settimana mette in evidenzia nel primo semestre del 2024, una migliore performance della Polonia e dell’Italia. Nel dettaglio, tra i primi sei paesi per livello della produzione con solare, la Polonia segna la maggiore crescita con +38,8%, seguita da Italia con +17,4%, Germania e Spagna, entrambi con +13,6%, mentre con un ritmo più basso seguono Paesi Bassi con +7,3% e Francia con +7,1%. In media l’Unione europea registra una crescita del 16,9%, grazie alla spinta dei ventun paesi europei minori, che segnano un aumento del 27,2%. In particolare, si rileva circa un raddoppio della produzione solare in Slovenia con +113,1%, Croazia con +103,3% e Romania con +94,7%, mentre vi è una marcata crescita, e superiore alla media Ue, in Bulgaria con +72,0%, Repubblica ceca con +62,3%, Ungheria con +47,2%, Portogallo con +26,6% e Grecia con +20,0%. I maggiori paesi dell’Unione che hanno più intensamente contrastato lo shock energetico con una crescita di energia prodotta dal sole sono stati la Polonia che tra al 2024 (ultimi dodici mesi a giugno) e gli ultimi dodici mesi prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha più che triplicato (+234,8%) la produzione con solare, seguita dai Paesi Bassi (+75,5%) e Spagna (+73,4%), a fronte di un aumento del 56,2% della media Ue.
Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 24 settembre 2024