2024, il percorso a ostacoli per l’economia italiana
Nell’anno il prezzo gas del previsto a +14,2% mentre il Brent in calo del 4,7%. Nel 2023 la bolletta energetica scende al 3,5% del Pil. Prezzi retail elettricità e gas in discesa ma ancora sopra del 53,9% al livello 2021

Le prospettive per l’economia italiana nel 2024 ereditano dall’anno precedente una frenata del commercio internazionale e un aumento dei tassi di interesse senza precedenti nella storia dell’euro, mentre la bolla dei prezzi dell’energia non si è ancora completamente sgonfiata.
Nel corso dell’autunno si sono dimezzate le previsioni di crescita per il 2024, passando dal +1,2% della Nota di aggiornamento al DEF di fine settembre al +0,6% di Banca d’Italia di metà dicembre. Nei primi dieci mesi del 2023 il volume del commercio internazionale è sceso del 2,2% su base annua, un ampio segno negativo che da inizio secolo si è registrato solo nel 2020 con la pandemia e nel 2009 con la crisi innescata dai mutui subprime. Le esportazioni in volume nei primi dieci mesi del 2023 scendono del 4,4%, mentre la produzione manifatturiera nei primi dieci mesi dell’anno scende del 2,1%.
La produzione nelle costruzioni sale del 2,0% nella media del trimestre agosto – ottobre 2023 nel confronto con il trimestre precedente, un aumento su cui potrebbe aver influito l’accelerazione delle attività per chiudere i cantieri del superbonus entro fine anno. Nella media dei primi dieci mesi del 2023 la produzione scende dell’1,5%.
Sul fronte dei consumi, nel terzo trimestre 2023 la spesa delle famiglie, a prezzi costanti, segna un incremento dello 0,7% sul trimestre precedente (dopo una variazione nulla nel secondo trimestre del 2023). Nei primi dieci mesi dell’anno il volume delle vendite al dettaglio segna una flessione tendenziale del 3,9%.
Il caro tassi sui prestiti alle imprese (+403 punti base a novembre 2023 rispetto a giugno 2022, mese precedente all’avvio della stretta monetaria) frena gli investimenti in macchinari (-1,9% nel terzo trimestre 2023). In controtendenza, si osserva una forte risalita (+18,2%) degli investimenti in mezzi di trasporto, una dinamica che favorisce una mobilità di merci e persone più sostenibile.
Le ultime proiezioni di Banca d’Italia indicano per il 2024 un prezzo del gas di 47,4 euro/MWh, in risalita del 14,2% rispetto ai 41,5 euro/MWh del 2023, collocandosi su un livello più che doppio (+162%) rispetto alla media del triennio pre-pandemia (2017-2019). Sempre nel 2024 il prezzo del Brent è previsto a 79,3 dollari al barile, in calo del 4,7% rispetto all’anno precedente. A fine 2023 persistono elevati prezzi retail dell’energia. A dicembre il prezzo al consumo di elettricità e gas, pur scendendo del 42,0% rispetto un anno prima, rimane del 53,9% superiore alla media del 2021. Nel dettaglio il prezzo dell’energia elettrica è del 61,6% superiore alla media del 2021, mentre la discesa del prezzo unico nazionale del mercato elettrico (PUN) è più marcata, con una quotazione che a dicembre è dell’8,0% inferiore alla media del 2021. Nel corso del 2023 si riduce anche la bolletta energetica. Ad ottobre 2023 il saldo annualizzato dell’import-export di energia ammonta a 72,3 miliardi di euro, in riduzione di 34,2 miliardi (-32,1%) rispetto un anno prima, pur rimanendo del 49,4% superiore al livello del 2021. In rapporto al PIL la bolletta scende dal picco del 5,7% del 2022 al 3,5% del 2023 (ultimi dodici mesi ad ottobre). I prezzi all’import di petrolio greggio e gas, dopo essere scesi a luglio 2023 sui livelli dell’estate del 2021, sono tornati a crescere, cumulando un aumento del 17,0% nei tre mesi tra luglio e ottobre 2023.
Nonostante la congiuntura debole, si consolida la crescita dell’occupazione: l’analisi dei dati pubblicati stamane dall’Istat indica che a novembre 2023 si registra un aumento di 520 mila occupati (+2,2%) rispetto ad un anno prima, dinamica trainata dall’aumento di 551 mila dipendenti permanenti (+3,6%). Sul 2024 grava l’ombra di un eccessivo prolungamento della stretta monetaria, sincronizzato con una politica fiscale che, con il ritorno di vigore delle regole europee di bilancio e in condizioni di bassa crescita, potrebbe tornare ad essere restrittiva. L’Italia e la Francia, che detengono il deficit più ampio tra le maggiori economie dell’Ue (4,4% del PIL nel 2024), sono più esposte ad una procedura di infrazione per deficit eccessivo, anche se il ciclo elettorale europeo, con le elezioni del giugno 2024, potrebbe stemperare le richieste della Commissione europea. Un aggiustamento per l’Italia potrebbe modificare il sentiero di discesa della pressione fiscale. Con il rallentamento della crescita dell’economia italiana, torna a salire il rapporto debito/PIL. L’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) attenua gli eventuali effetti recessivi della politica di bilancio.

Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 9 gennaio 2024