21° report ‘Imprese in trincea nella guerra dell’energia’ sui trend di economia, congiuntura e MPI, presentato il 19 settembre 2022 in un webinar aperto da Vincenzo Mamoli, Segretario Generale di Confartigianato e concluso da Bruno Panieri, Direttore Politiche Economiche. L’evento è stato organizzato dall’Ufficio Studi e dalla Direzione Politiche economiche, nell’ambito delle sessioni di formazione streaming 2022 della Scuola di Sistema.
Imprese in trincea nella guerra dell’energia – il 21° report in sintesi
Al centro di questa 21° edizione un disamina delle forti turbolenze sui mercati energetici – avviate nel 2021 e amplificate dopo l’invasione dell’Ucraina – con le tendenze dei prezzi all’ingrosso e al consumo, del mix di generazione elettrica, della tassazione energetica e della ricomposizione dei flussi di importazioni a seguito dell’invasione dell’Ucraina. Nonostante l’intensificarsi degli impulsi recessivi, le imprese e l’economia italiana manifestano, almeno per ora, segnali di resilienza. Per combattere l’inflazione si è avviato un ciclo di politica monetaria restrittiva mentre sul fronte della politica fiscale la frenata del ciclo economico rende più tortuoso il sentiero di rientro del debito pubblico. Ad un mese dal 20 ottobre, termine per la presentazione in Parlamento della manovra di bilancio per il 2023-25, i tempi stretti di avvio della XIX legislatura e del varo del nuovo Governo si intrecciano con un quadro di finanza pubblica reso complicato dai rischi di recessione.
Le evidenze esaminate – Nonostante la guerra nel II trimestre 2022 ci sono segnali congiunturali positivi per spesa famiglie e investimenti: l’Italia è al 4° posto nel G20 per crescita facendo inoltre registrare tra i maggiori paesi Ue il migliore recupero rispetto al pre-pandemia e la miglior performance sia per produzione manifatturiera che per esportazioni. Le attese sull’economia del nostro Paese stanno però peggiorando a causa non solo della guerra ma anche dell’instabilità politica. La produzione manifatturiera continua ad essere sopra il livello del 2019 e cresce su base annua trainata dal rimbalzo della Moda che però resta ancora molto indietro rispetto al pre-crisi.
La dinamica delle esportazioni rimane vivace, nonostante la frenata dell’economia cinese e i suoi minori acquisti nonché i minori acquisti da parte della Russia: cali decisi per le vendite nei due paesi di prodotti alimentari, bevande e macchinari. In particolare vista la tumultuosa crescita dei prezzi, all’analisi delle più recenti dinamiche delle esportazioni in termini di valore vengono affiancate evidenze sulle vendite all’estero in termini di volume. Si osserva una crescita a doppia cifra della produzione delle Costruzioni ed il nostro Paese è la locomotiva d’Europa: tale crescita, sostenuta anche dal Superbonus ed accompagnata dall’Immobiliare, traina la ripresa.
Nel 2022 solo 22 province nel 2021 superano il livello 2019, pre-crisi, con l’apporto decisivo delle Costruzioni che a livello nazionale rappresentano il 77,3% del recupero complessivo in valore assoluto.
Per quanto riguarda il fatturato dei Servizi, continua a crescere in ottica tendenziale ed a mantenersi sopra i livelli pre-crisi registrando un ritardo rispetto al Manifatturiero: nel dettaglio l’aumento è leggermente meno intenso per i servizi a forte presenza artigiana con un minore dinamismo per l’Autoriparazione sia nell’ultimo anno sia rispetto al 2019.
A seguire si esamina il recupero del mercato del lavoro a 29 mesi dallo scoppio della pandemia con il ritardo degli indipendenti. I dati annualizzati al II trimestre 2022 vedono un aumento su base annua trainato dalle donne e dai senior con 35 anni ed oltre; nel confronto con il 2019 per le donne è più dinamico il lavoro dipendente a termine mentre per gli uomini quello a tempo indeterminato e gli under 35 mostrano una crescita maggiore per il lavoro dipendente a tempo indeterminato mentre i senior vanno meglio relativamente al lavoro a termine. Inoltre confrontando i dati del II trimestre 2022 con il IV trimestre 2019 pre-crisi evidenziano che il recupero del mercato del lavoro è determinato dalle Costruzioni con un maggiore dinamismo nel Mezzogiorno.
In ottica territoriale i dati annualizzati al II trimestre 2022 mostrano che tra le maggiori regioni Puglia, Campania e Toscana recuperano livelli occupazione del 2019 mentre sono in ritardo Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Ampliando l’analisi a tutte le regioni sono 8 quelle che recuperano ed in 5 sono le Costruzioni a fare da traino: Toscana, Campania, Basilicata, Liguria e Puglia. Calo diffuso per il lavoro indipendente nelle maggiori regioni con le performance peggiori per Veneto, Toscana ed Emilia Romagna mentre si registra la tenuta della Campania e si rilevano crescite per Trentino-Alto Adige, Sardegna e Abruzzo.
Permangono forti difficoltà nel reperimento di lavoratori, soprattutto se specializzati e da inserire in attività connesse alla Meccanica, alla Moda, al Legno, all’Edilizia e ai Trasporti. Vengono proposti i dati definitivi relativi agli infortuni totali e mortali e con dettaglio dell’artigianato per gli anni 2019-2021 e quelli più aggiornati per i primi 7 mesi del 2022.
Al centro della 21° edizione del Rapporto ci sono le più recenti evidenze sui prezzi delle commodities. Per quanto riguarda le commodities energetiche nella guerra dei prezzi dell’energia domina la crescita ‘in terza cifra’ con un aumento ancora molto forte in particolare per il gas che si riverbera sul prezzo dell’energia elettrica, per la cui generazione l’Italia mostra una più alta dipendenza da questa fonte energetica, e quindi sulle spese delle famiglie anche se c’è un segnale di rallentamento a settembre 2022; crescita importante anche per il gasolio; la bolletta energetica tocca il nuovo massimo storico di peso sul PIL e vede il gas determinare ben oltre la metà del peggioramento; la divergenza dei prezzi di energia ricade sulla competitività delle imprese italiane rispetto a Germania e Francia e ulteriori rischi provengono dalla crescita nettamente maggiore del gas europeo rispetto a quello statunitense. A seguito di questi shock si registra in UE l’aumento dell’utilizzo di carbone e la riduzione del nucleare, la sospensione della chiusura del nucleare in Germania, e un diffuso dinamismo della produzione da fonti rinnovabili anche se la recente siccità ha ridotto la produzione idrica di elettricità, reso più difficoltoso il raffreddamento delle centrali termiche (e nucleari in Francia) e la navigazione delle chiatte di carbone in Germania; inoltre si assiste in Italia al paradosso di una alta richiesta di gas di cui aumenta il nostro export ed i balzi del prezzo del gas spingono il decoupling del prezzo gasolio-benzina.
Per quanto riguarda le commodities non energetiche i prezzi si stabilizzano, in particolare per i metalli di base, ma restano a livelli alti rispetto al pre-crisi e segnali distensivi arrivano anche sul fronte del costo del noleggio dei container via mare dalla Cina che ha iniziato a rallentare nel 2022 ed in particolare da luglio restando però anch’esso su livelli molto alti. Sul fronte dei prezzi alla produzione si continua a rilevare una crescita sostenuta nel Manifatturiero “no energy” con particolari tensioni per Carta, Chimica, Ceramica e Metallurgia e crescono anche per i Servizi soprattutto connessi ai trasporti tra cui si segnala però che l’Autotrasporto registra un aumento di gran lunga minore rispetto a quello intenso del prezzo del gasolio per autotrazione. La trasmissione di questi effetti continua a spingere in alto i prezzi al consumo, in particolare su quelli connessi ai beni energetici, a cibo e bevande ed ai servizi di trasporto (di cui vengono proposte le dinamiche per le regioni e per le province sopra la media), ma si segnala che 17 servizi a vocazione artigiana mostrano un aumento più che dimezzato rispetto all’inflazione e il meno intenso tra i maggiori paesi Ue.
Infine vengono esaminate le prospettive delle politiche economiche nella nuova legislatura.
Come di consueto, il report si conclude con l’elenco aggiornato delle ultime pubblicazioni e News Studi del portale predisposte dall’Ufficio Studi.
In data 20/09/2022 ore 8.06 è stato corretto un refuso in slides 72-73