Acqua, produzione idro in calo del 20,3% e perdite da reti al 42%, QE-Quotidiano Energia

Acqua, produzione idro in calo del 20,3% e perdite da reti al 42%
Severità idrica alta in Sicilia. Nel Mezzogiorno interruzione del servizio per 9,5 giorni all’anno. I miglioramenti attesi con i 5,4 miliardi di euro di interventi del Pnrr

Le elevate temperature estive che determinano un fabbisogno idrico superiore alla norma, l’insufficienza dei volumi accumulati negli invasi per garantire gli utilizzi con tassi di erogazione standard e le portate dei fiumi inferiori ai valori tipici del periodo sono fattori che determinano una carenza di acqua. Nel primo semestre dell’anno si registra una riduzione della produzione di energia idroelettrica e a fine luglio l’Ispra monitora uno scenario di severità idrica alta per la Sicilia e media tendente ad alta nel distretto dell’Appennino Meridionale. Sono in condizioni di normalità i distretti delle Alpi Orientali e dell’Appennino Settentrionale (qui la mappa). Le criticità delle reti della distribuzione e le elevate perdite amplificano il fenomeno di carenza idrica.

Secondo l’ultimo bilancio mensile di Terna, la produzione idroelettrica, concentrata al Nord, nei primi sei mesi del 2025 scende del 20,3% su base annua a fronte del +64,8% registrato nello stesso periodo del 2024. I livelli di produzione rimangono comunque superiori a quelli registrati nel 2022, anno di una severa crisi idrica, e nel 2023.

La carenza d’acqua è aggravata da una elevata e diffusa perdita dalle reti idriche comunali. Il monitoraggio dell’Istat indica che su 8 miliardi di metri cubi di acqua immessi nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile, se ne perdono 3,4 miliardi (42,4%). In chiave territoriale la percentuale di perdite nel Nord è del 35,0%, nel Centro del 43,9%, mentre nel Mezzogiorno sale al 50,9%. In Sicilia, dove l’attuale severità idrica è alta, gli acquedotti comunali perdono il 51,6% dell’acqua immessa in rete. Tra i comuni capoluogo si registrano perdite superiori al 60% a Potenza con 71%, Chieti con 70,4%, L’Aquila con 68,9%, Latina (primo comune del Centro) con 67,7%, Cosenza con 66,5%, Campobasso con 66,4%, Massa con 65,3%, Siracusa con 65,2%, Vibo Valentia con 65%, Belluno (primo comune del Nord) con 64,2%, Sassari con 63,4%, Caserta con 61,8%, Salerno con 61,4% e Oristano con 60,4%.

Anche le perdite idriche lineari elaborate da ARERA registrano un ampio Water Service Divide tra Nord e Sud. Nel 2023 si registra una perdita media nazionale di 17,9 metri cubi al chilometro per giorno, mentre le perdite al Sud e Isole salgono a 30,2 metri cubi a fronte degli 11,2 metri cubi del Nord-Est. A livello nazionale, si sono registrate 59 ore di interruzione del servizio di acquedotto, in media per utente. Il valore nel Nord-Est è pari a 0,8 ore all’anno per utente, quello del Nord-Ovest è di 0,9 ore, nel Centro sale a 29,4 ore per arrivare nel Mezzogiorno a 225,8 ore: si tratta di circa 9 giorni e mezzo all’anno senza acqua.

Nel 2024 secondo le rilevazioni dell’Istat, l’8,7% delle famiglie registra irregolarità nel servizio di erogazione dell’acqua nelle abitazioni, una quota invariata rispetto al 2023. Il disservizio investe circa 2 milioni 300mila famiglie. Di queste, oltre due terzi sono residenti nel Mezzogiorno (1,6 milioni di famiglie). L’irregolarità nell’erogazione è più diffusa in Calabria (29,9% delle famiglie) e Sicilia (29,2%). Seguono, con valori superiori al 10%, Sardegna con 18,0%, Abruzzo con 17,1%, Campania con 15,0%, Molise con 13,6% e Basilicata con 13,4%.

Un consistente intervento per ridurre le perdite idriche è previsto dal PNRR, che mette in campo 5.404 milioni di euro per il servizio idrico integrato (interventi M2C4I4), di cui 2.000 milioni di investimenti in infrastrutture idriche, 1.924 milioni (900 di dotazione iniziale e 1.024 derivante dalla modifiche del Piano di maggio 2024) per la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti, 880 milioni per investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo e 600 milioni di investimenti in fognatura e depurazione. Le risorse disponibili si ampliano con ulteriori 2.264 milioni di euro di co-finanziamenti da parte dello Stato, di Enti locali e di altri soggetti, pubblici e privati.

L’analisi condotta nell’ultima Relazione della Corte dei conti sul Piano, indica che il 94% dei finanziamenti sono stati assegnati a gara e il 70% è stato aggiudicato. Sempre le analisi della Corte indicano che il risultato atteso è di una riduzione delle perdite idriche del 35%.

Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 29 luglio 2025


Autore

E. Quintavalle - Responsabile Ufficio Studi

Data di pubblicazione

30/07/2025

Categorie tematiche

Energia

Documento Principale

Libero

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