Appendice statistica in formato xls ‘Fondo di garanzia e fonti e scelta di finanziamento delle imprese: dati territoriali’.  Il set di dati completa e integra l’Elaborazione Flash ‘Le tendenze del credito alle piccole imprese a settembre 2021’

Gli importi finanziati dal Fondo di garanzia per regione e provincia
I dati a fine gennaio 2022 (Ministero dello Sviluppo Economico, 2022) indicano che gli importi finanziati dal Fondo di garanzia tra il 17 marzo 2020 ed il 31 gennaio 2022 rappresentano il 16,6% del valore aggiunto privato del 2019 (totale economia al netto di amministrazione pubblica e difesa, assicurazione sociale obbligatoria, istruzione, sanità e assistenza sociale, rilevato in Istat, 2022a). Valori oltre la media si osservano per Marche (22,9%), Umbria (22,5%), Veneto (20,4%), Toscana (19,8%), Campania (19,6%), Abruzzo (18,8%), Puglia (17,9%) e Emilia-Romagna (17,7%). L’incidenza minore si rileva invece in Liguria (11,6%) e Trentino-Alto Adige (11,7%). Tra le province, gli importi finanziati del Fondo di garanzia rappresentano oltre un quinto del valore aggiunto privato a Ragusa (26,8%), Prato (26,1%), Pesaro e Urbino (25,2%) seguite, con valori molto vicini, da Salerno (24,9%),  Macerata (24,7%), Fermo (24,0%) e Perugia (24,0%). Un peso inferiore al 10% si rileva per Trieste (7,8%), Reggio Calabria (9,9%), Provincia Autonoma di Bolzano (10,0%), Rieti (10,3%), Genova (10,5%), Sud Sardegna (10,6%) e Crotone (10,7%).

Fonti e scelte del finanziamento delle MPI: una analisi di dati pre-pandemia
La fonte di finanziamento delle imprese largamente preponderante è di natura interna: tre quarti (74,6%) delle MPI 3-49 addetti ricorre infatti all’autofinanziamento, dato che supera di 6,6 punti percentuali quello delle restanti imprese con 50 addetti: tale fonte viene maggiormente scelta dalle microimprese 3-9 addetti di cui però è possibile evidenziare che sono anche quelle che utilizzano meno il credito bancario. Un utilizzo meno frequente da parte delle MPI si rileva in particolare per: il credito bancario a breve, cioè a meno di 12 mesi (20,7% MPI, -19,2 punti percentuali rispetto al 40,0% medio-grandi), il leasing o factoring (10,0% MPI, -15,5 punti rispetto al 25,4% medio-grandi), il credito bancario a medio o lungo, cioè di 12 mesi e oltre (33,3% MPI, -13,7 punti rispetto al 47,0% medio-grandi), il credito commerciale (8,0% MPI, -10,3 punti rispetto al 18,3% medio-grandi) e l’equity, cioè la vendita di azioni o quote dell’impresa (3,5% MPI, -9,7 punti rispetto al 13,2% medio-grandi). Considerando le quattro principali fonti di finanziamento delle MPI – segnalate da almeno un decimo delle totale delle 994.870 MPI 3-49 addetti rispondenti – si evidenzia nel Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord un ricorso maggiore all’autofinanziamento e minore delle fonti esterne quali credito e leasing o factoring. Il fenomeno tende ad invertirsi nel caso delle restanti imprese ma i gap sono più contenuti.
L’analisi della diversificazione dei rapporti con le banche evidenzia che il 26,5% delle piccole imprese 10-49 addetti che ricorrono a finanziamento esterno intrattiene rapporti con 1 banca, un ulteriore 28,3% con 2 banche, il 29,1% con 3-4 banche, il 12,9% con 5 e più istituti di credito; quest’ampia diversificazione sale al 41,3% per le imprese medio-grandi. La propensione a differenziare le relazioni tra l’impresa e il sistema delle banche è più elevata al Centro-Nord che mostra una quota più alta rispetto al Mezzogiorno relativamente ai rapporti con tre banche ed oltre, mentre il Mezzogiorno  primeggia nettamente nella scelta di una sola banca (32,8% vs. 24,8%).
Nella scelta della banca di riferimento le piccole imprese privilegiano il rapporto consolidato nel tempo e le relazioni fiduciarie di territorio: oltre la metà (52,1%) delle Piccole imprese attive in rapporti con almeno una banca, sceglie la banca principale proseguendo un rapporto storico e/o di fiducia ed un ulteriore 43,1% sceglie basandosi sulla prossimità dello sportello (per questa determinante la quota di medio-grandi imprese si ferma al 27,9% con un gap di ben 17,4 punti percentuali). In chiave territoriale si osserva nel Mezzogiorno una maggior preferenza per la banca di prossimità rispetto al Centro-Nord (differenza presente, ma meno marcata per le capacità relazionali con i clienti) mentre il Centro-Nord mostra una quota maggiore relativamente al rapporto storico e/o di fiducia e alla competitività dei servizi e/o dei finanziamenti. Le differenziazioni territoriali si confermano, seppur con intensità differenti, anche per le imprese medio-grandi.

Contenuti dell’Appendice statistica (tra parentesi il corrispondente foglio all’interno del file xls)
Fondo di garanzia per regione (fondo_garanzia_31012022_REG) e provincia (fondo_garanzia_31012022_PROV): importi finanziati relativi ad operazioni totali ed incidenza su valore aggiunto privato con dettaglio delle operazioni fino a 30mila euro
Fonti di finanziamento delle MPI 3-49 addetti nelle regioni e confronto con medio-grandi (MPI_fonti_finanziamento_REG)
Fonti di finanziamento delle imprese con 3 addetti ed oltre nelle regioni (fonti_finanziamento_REG) e province (fonti_finanziamento_PROV)
Numero di banche in rapporto creditizio con le piccole imprese 10-49 addetti e confronto con medio-grandi nelle regioni  (MPI_numero_banche_REG)
Numero di banche in rapporto creditizio con le imprese con 10 addetti ed oltre nelle regioni (numero_banche_REG) e province (numero_banche_PROV)
Motivi di scelta della banca principale delle piccole imprese 10-49 addetti e confronto con medio-grandi nelle regioni (MPI_motivo_scelta_banca_REG)
Motivi di scelta della banca principale delle imprese con 10 addetti ed oltre nelle regioni (motivo_scelta_banca_REG) e province (motivo_scelta_banca_PROV)