L’Appendice statistica contiene i dati per regione e provincia relativi ala consistenza e alla composizione per comparto delle imprese artigiane nei settori interessati da domanda turistica e gli addetti del totale delle imprese artigiane nei settori interessati da domanda turistica.

L’analisi dei dati dell’Appendice evidenzia il perimetro dell’artigianato nei settori interessati dalla domanda turistica. Alla fine del primo trimestre 2023 le imprese artigiane operanti in attività interessate dalla domanda turistica sono 213.003, pari al 16,8% dell’artigianato totale e danno lavoro a 576.078 addetti. In chiave settoriale il comparto principale è l’Agroalimentare che conta 45.872 imprese (21,5% del totale) e produce cibo e bevande, prodotti per cui siamo primariamente famosi presso i turisti stranieri e la cui qualità permette al nostro Paese di primeggiare per numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall’Unione europea. Seguono le 43.899 imprese delle Altre attività manifatturiere e dei servizi (20,6%) che comprendono importanti attività dell’artigianato quali la produzione di gioielleria e bigiotteria, ceramica e vetro e cornici, lavorazione artistiche del marmo, del ferro, del rame e dei metalli, la fotografia, cure per animali domestici e servizi alle persone come ad esempio centri benessere e palestre. Sono 43.469  le imprese di Abbigliamento e calzature (20,4%) che contribuiscono al successo nel mondo della moda, tra i comparti più rappresentativi all’estero del made in Italy e dello stile italiano. A seguire 33.625 imprese (15,8%) del trasporto persone integrano l’offerta dello spostamento dei turisti mentre 30.476 Ristoranti e pizzerie (14,3%) e 14.135 Bar, caffè e pasticcerie (6,6%) – insieme si tratta di 44.611 imprese e del 20,9% del totale – mettono a disposizione dei turisti i prodotti di qualità prodotti dal comparto Agroalimentare.
L’analisi territoriale evidenzia che a livello regionale l’artigianato nei settori a vocazione turistica rappresenta oltre un quinto dell’artigianato regionale di Sicilia, con il 22,4%, Toscana, con il 21,8% e Campania, con il 20,2%: inoltre la media nazionale del 16,8% viene superata nelle Marche (19,6%), in Sardegna (19,4%), in Calabria (19,3%), nel Lazio (18,4%), in Puglia (17,0%) e in Umbria e Provincia Autonoma di Bolzano (entrambe con il 16,9%). A livello provinciale l’artigianato a vocazione turistica mostra a Prato l’incidenza più alta, pari al 39,0% e quindi più che doppia rispetto alla media nazionale; seguono Fermo con il 31,5%, Palermo con il 24,8%, Firenze con il 24,6%, Agrigento con il 24,2%, Arezzo con il 23,9%, Reggio Calabria con il 22,7%, Catania con il 22,5% e Messina e Siracusa, entrambe con il 22,1%.