Appendice statistica “Esportazioni dei settori di MPI. I dati per regione e per provincia”.

 La crisi Covid-19 ha frenato il commercio internazionale, con un pesante calo delle vendite del made in Italy nel mondo, ma in autunno del 2020 si registrano segnali di miglioramento. Nel dettaglio settoriale, sul trend dei settori di micro e piccola impresa – alimentare, tessile, abbigliamento, calzature, legno, mobili, prodotti in metallo, gioielleria e altre manifatture, comparti dove le MPI addensano oltre il 60% dell’occupazione – pesa la crisi della moda, su cui il 3 febbraio 2021 è intervenuta Confartigianato nell’audizione sul Recovery Plan.

Propensione all’export nei settori di MPI nei territori – Come evidenziato dalla nostra analisi settoriale, il totale dell’export nei settori di MPI pesa per il 7,2% del PIL, in riduzione di 0,4 punti rispetto al massimo storico del 7,6% del 2019. L’analisi del grado di esposizione dei territori calcolato per settori di MPI indica che le vendite all’estero, nei settori in esame, nei 12 mesi tra ottobre 2019 e settembre 2020 rappresentano il 7,5% del valore aggiunto italiano. La più elevata propensione all’export nei settori di MPI a livello regionale, con un valore più che doppio rispetto alla media, si registra in Veneto con il 16,6% nel Veneto (con gli apporti principali da occhialeria, gioielleria, pelle e abbigliamento), seguito a breve distanza dalla Toscana con il 14,2% (primaria importanza per pelle e poi per l’abbigliamento). Valori superiori alla media per l’Emilia-Romagna con l’11,1% (metà del risultato imputabile ad alimentare ed abbigliamento), il Friuli-Venezia Giulia con il 10,4% (oltre la metà del valore da mobili e prodotti in metallo), le Marche con il 9,5% (prioritariamente la pelle con il comparto calzaturiero ed anche i prodotti in metallo), il Piemonte con l’8,8% (primario l’alimentare e apporto della gioielleria) e la Lombardia con l’8,5% (dato imputabile ai prodotti in metallo con apporti importanti dell’abbigliamento e dell’alimentare).
A livello provinciale, tra i maggiori territori, con almeno l’1% dell’export nazionale, il grado di esposizione più elevato si riscontra a Belluno (39,9%, quasi totalmente dall’occhialeria), seguito da Piacenza (30,4%, la metà da abbigliamento e pelle), Arezzo (29,2%, prevalenza dell’oreficeria), Vicenza (28,3%, la metà da abbigliamento e pelle e apporto della gioielleria), Prato (24,9%, quasi interamente imputabile a tessile ed abbigliamento), Firenze (22,2%, quasi interamente da abbigliamento e pelle), Treviso (21,4%, prevalenza dei mobili), Como (16,7%, la metà da tessile e mobili), Alessandria (16,2%, netta prevalenza della gioielleria), Mantova (15,4%, prevalenza di alimentari e abbigliamento), Parma (15,1%, netta prevalenza dell’alimentare) e Pordenone (15,0%, netta prevalenza dei mobili).