Appendice statistica con il quadro territoriale di imprese e addetti del settore trasporto persone, perimetrato dalle attività di trasporto con taxi, trasporto mediante noleggio di autovetture da rimessa con conducente e di autobus turistici e scuolabus, un perimetro composto, a livello nazionale, da 29 mila imprese e con 80 mila addetti.
Una analisi dell’Ufficio Studi, di cui riportiamo alcune evidenze, mostra che nel trasporto persone mancano 2,3 miliardi di euro di ricavi rispetto i livelli pre-crisi: con la Moda, è il settore con maggiore ritardo nella ripresa. Vediamo alcune evidenze. Nel 2021 si stima, sulla base dei risultati della survey condotta dall’Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia a settembre 2021, per le imprese del trasporto persone una caduta dei ricavi del 21,8%. Si tratta del settore che, con la moda, registra il ritardo più accentuato del recupero successivo alla recessione causata dal Covid-19. In valore assoluto, nel settore del trasporto persone i ricavi del 2021 sono inferiori di 2.284 milioni di euro rispetto al livello pre-crisi.
Il trend degli indicatori chiave per il settore – L’analisi condotta dall’Ufficio Studi di alcune delle variabili di riferimento per le imprese del trasporto persone delinea un quadro fortemente critico. Al 21 gennaio 2022 l’indicatore degli  spostamenti relativi agli hub di trasporto – tra i quali, stazioni ferroviarie, della metropolitana, dei taxi e degli autobus, porti – basato sui dati di mobilità di Google  registra una diminuzione del 31,7% rispetto ai livelli pre-pandemia. Per quanto riguarda il traffico aereo e ferroviario, i passeggeri movimentati dal trasporto aereo nei primi nove mesi del 2021 sono crollati del 65,6% rispetto allo stesso periodo del 2019 e i viaggiatori che vanno in treno negli ultimi quattro trimestri – anno mobile tra il secondo trimestre 2020 ed il primo trimestre 2021 – sono inferiori del 63,1% rispetto al 2019. Sul comparto del trasporto persone pesa il ritardo del ritorno alla normalità dei flussi turistici. Nei primi dieci mesi del 2021 si registra una perdita di 53 milioni di arrivi turistici (-45,0%) e di 150 milioni di presenze (-37,2%) rispetto allo stesso periodo del 2019. Particolarmente critica la situazione del turismo straniero – che nel nostro Paese ha un peso superiore rispetto alla media Ue – i cui arrivi sono il calo del 62,2% nel periodo in esame, e le cui presenze risultano più che dimezzate (-54,5%).
In chiave territoriale, nei primi nove mesi del 2021 sono lontane dai livelli pre-crisi le presenze turistiche di Lazio (73,8%), Campania (-60,1%), Valle d’Aosta (-54,0%) e Lombardia (-47,6%), quattro regioni che insieme concentrano il 24,1% delle presenze nazionali. L’analisi dei flussi turistici delle grandi città – 12 comuni italiani con più di 250mila abitanti che nel 2019 concentravano circa un quinto delle presenze e in cui è maggiore la domanda di servizi di mobilità delle persone – evidenzia che nei primi nove mesi del 2021 le presenze turistiche sono inferiori del 71,0% rispetto allo stesso periodo del 2019. Nei primi nove mesi del 2021 il fatturato dei servizi segna un -1,1% rispetto lo stesso periodo del 2019, appesantito dal calo del 36,2% dei ricavi nei settori di turismo, alloggio e ristorazione, composizione di un calo del 72,3% per agenzie di viaggio e tour operator, di un calo del 35,8% alloggio e di una diminuzione del 28,2% per la ristorazione. Dopo il forte calo nel 2020 dei pernottamenti per viaggi di lavoro (-67,5%), nei primi nove mesi del 2021 i viaggi di lavoro non recuperano, attestandosi sugli stessi livelli del 2020, con un persistente ritardo delle riunioni d’affari (-46,5% rispetto al 2020), mentre rimbalzano le attività di rappresentanza, vendita e installazione (+67% nell’anno), ma rimanendo su livelli dimezzati rispetto al 2019. Sul calo della domanda per i servizi di trasporto persone ha drammaticamente pesato anche la rarefazione della didattica scolastica in presenza e la sospensione diffusa dei viaggi di istruzione, fenomeni che hanno fatto crollare gli spostamenti non solo degli studenti ma anche del corpo docente ed amministrativo e limitato anche quelli dei lavoratori impegnati nella manutenzione e pulizia dei luoghi di istruzione.