Aumenta la bolletta energetica italiana: più import, meno export
Nel primo quadrimestre 2025 +14,5%. Pesa il +29,6% del prezzo del gas, con la quota di Gnl ai massimi (il 44,8% del totale è arrivato dagli Usa). Importazioni di greggio in discesa, Libia primo fornitore
La bolletta energetica torna a salire a seguito di una elevata volatilità nei primi mesi del 2025 delle quotazioni del gas e di una flessione dell’export. Nei primi quattro mesi del 2025 la bolletta energetica – calcolata come saldo tra import ed export di energia – sale del 14,5% rispetto allo stesso periodo del 2024, come risultante del calo del 3,9% del valore dell’import e di una flessione del 20,1% di quello dell’export. Nel 2024 la bolletta era scesa del 23,9%, a fronte di un calo dell’import del 22,6%. Sul maggiore valore degli acquisti dall’estero di energia nel primo quadrimestre del 2025 pesa una crescita del 9,6% dei prezzi a fronte di un calo del 5,1% del volume delle commodities importate. La spinta arriva tutta dal gas, i cui prezzi all’importazione salgono del 29,6% rispetto ai primi quattro mesi del 2024, a fronte del calo del 5,7% registrato dai prezzi del petrolio greggio importato.
Al rialzo delle importazioni di energia si associano modifiche nelle quote dei diversi paesi fornitori di commodities dell’Italia. La guerra dei dodici giorni tra Israele, Stati Uniti e Iran ha interessato il Medio Oriente, un’area strategica per le forniture di petrolio, greggio e raffinato, e di gas naturale liquefatto. Dai paesi di quest’area, secondo i dati di commercio estero dell’Istat, proviene il 23,3% del valore dell’import di energia, in riduzione di 1,1 punti rispetto al 24,4% del corrispondente periodo del 2024. La leadership delle forniture energetiche è detenuta dall’Africa, con una quota del 33,1%, in aumento di mezzo punto rispetto al 2024. Dopo quelle del Medio Oriente, seguono le forniture dei paesi dell’Ue con il 13,6% (+1,4 p.p. vs 2024), dei Paesi europei non UE con il 13,0% (+0,8 p.p. vs 2024) e dell’America settentrionale con l’8,3% (-1,4 p.p. vs 2024).
Il Consiglio europeo concluso sabato scorso ha esaminato la preoccupante situazione in Libia e le sue possibili conseguenze anche in termini di sicurezza europea nonché per quanto riguarda i flussi migratori. Per l’Italia la preoccupazione è elevata anche per la sicurezza energetica. La Libia, infatti, è il primo paese fornitore di petrolio greggio dell’Italia con il 25,4% dell’import nel primo trimestre del 2025 (+2,9 punti rispetto lo stesso periodo del 2024). Il Kazakistan diventa il secondo fornitore di greggio con il 14,8% (era 12,9% nel 2024), superando l’Azerbaigian (12,9%, era 15,8% nel 2024). A seguire, in marcato calo, la quota degli Stati Uniti che scende al 5,7% (-7,3 punti rispetto il 2024). Dall’area mediorientale si osserva un calo della quota dell’import di greggio dall’Iraq, che nel primo trimestre del 2025 scende al 4,7% (era 8,0% nel 2024).
Dopo un biennio (2023-2024) in cui il valore del greggio importato ha superato quello del gas, nel primo trimestre del 2025 il gas ritorna la prima commodity per valore dell’import. Inoltre, sale ai massimi il peso del GNL che vale il 31,7% dell’import di gas naturale (era 26,0% un anno prima).
Nelle forniture dall’estero di GNL cresce il peso degli Stati Uniti, con la rispettiva quota che sale al 44,8% (+5,9 punti rispetto al 2024) davanti al Qatar che detiene il 40,3% (+3,8 punti rispetto al 2024). L’aumento dell’apporto dei due principali paesi fornitori compensa parte del calo (-11,4 p.p. vs 2024) del GNL algerino.
Si osserva una salita delle forniture via gasdotto dell’Algeria che detiene una quota del 51,4% (+2,7 p.p. vs 2024), dell’Azerbaigian con il 25,4% (+3,7 p.p. vs 2024) e della Norvegia con il 14,2% (+2,2 p.p. vs. 2024), mentre si è ridotto l’apporto della Russia che scende al 3,7% (-7,2 p.p. vs. 2024) invertendo la tendenza registrata nel 2024 (QE 5/5).
La conferma di alcune tendenze arriva dall’analisi del bilancio del gas del Mase. Nei primi quattro mesi del 2025 il volume di gas importato scende del 3,2%, combinazione di un calo del 9,8% del volume via gasdotto e un aumento del 15,2% del volume in arrivo ai rigassificatori. Inoltre, si osserva un calo del 77,6% del gas, prevalentemente russo, importato al punto di ingresso di Tarvisio.
Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 1° luglio 2025