Automotive, produzione italiana crolla del 34,1%
Mai così male dal 1991, pesano le incertezze sulla transizione alla mobilità elettrica. In crescita il fatturato dell’autoriparazione (+7,5%) e l’import dalla Cina

Il settore dell’automotive, già fiaccato dalla recessione di Germania e dalle incertezze della transizione alla mobilità elettrica, riceve un ulteriore colpo dai dazi del 25% sulle importazioni di auto degli Stati Uniti in vigore dal 3 aprile, tariffe che dal 3 maggio entreranno in vigore anche per le componenti automobilistiche. Nel 2024 l’Italia è il terzo esportatore di autoveicoli negli USA dietro a Germania e Svezia, con vendite pari a 3,5 miliardi di euro, che segnano una caduta del 28,2% su base annua. La crisi dell’auto colpisce un esteso indotto dominato dai settori della meccanica quali i prodotti in metallo, i macchinari e la metallurgia: lungo l’intera filiera dei mezzi di trasporto su gomma lavorano 482mila addetti. In Italia si accentua la caduta della produzione di autoveicoli che nel primo bimestre del 2025 cala del 34,9%, portando ad un cedimento del 34,1% negli ultimi dodici mesi che peggiora la già grave flessione del 28,7% del 2024: si tratta della peggiore performance della produzione automobilistica in Italia dal 1991. Anche in Unione europea il primo bimestre del 2025 segna calo del 6,6% della produzione di autoveicoli, in leggera attenuazione rispetto alla flessione del -9,2% del 2024, con una maggiore tenuta per Germania (-2,7%) e Francia (-3,2%).
Dal lato della domanda, secondo i dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel primo trimestre del 2025 il mercato del nuovo segna una riduzione delle immatricolazioni dell’1,6%. L’analisi dei dati di Unrae evidenzia che il calo del 2,3% delle immatricolazioni nel primo trimestre del 2025 è la combinazione di un incremento di ibride ed elettriche (BEV) a fronte del calo per motori diesel e benzina.
Il mercato a livello europeo manifesta incertezze nella transizione elettrica. Come ricordato dalla Commissione europea nel Piano d’azione industriale per il settore automobilistico europeo – in questi giorni all’esame del Parlamento (QE 10/4) – nel 2024 la domanda di veicoli elettrici a batteria è stata più debole del previsto. Dopo un aumento di sei volte tra il 2019 e il 2023, le vendite di veicoli elettrici a batteria nell’UE sono diminuite del 5,6% nel 2024. L’Italia, che nel confronto internazionale è il paese dell’Unione europea con la più elevata diffusione di autovetture – pari a 694 ogni 100mila abitanti, il 21,8% in più della media europea – si colloca agli ultimi posti per quota di autovetture elettriche, che è pari allo 0,5%, a fronte della media europea dell’1,7% e lontana dai paesi del Nord Europa con la maggiore diffusione, quali Danimarca (7,1%) e Svezia (5,9%). Per raggiungere i target di risparmio energetico del PNIEC è attesa “una diffusione complessiva di quasi 6,5 milioni di veicoli ad alimentazione elettrica al 2030 di cui circa 4,3 milioni di veicoli elettrici puri (BEV)”. Nel 2024 il parco circolante è composto da 285 mila veicoli elettrici e per arrivare all’obiettivo dovrebbe crescere al ritmo di 669mila veicoli elettrici all’anno.
Nella filiera dell’auto è in controtendenza il settore dell’autoriparazione, un servizio essenziale per un mercato caratterizzato da 24,1 milioni di autovetture immatricolate da oltre 10 anni, pari al 58,9% del parco circolante. Nell’autoriparazione lavorano 216mila addetti e nel 2024 il fatturato sale del 7,5%.
Mentre il mercato del nuovo in Italia ristagna, salgono le immatricolazioni di marchi di proprietà o di controllo di imprese cinesi a cui si associa una crescente importazione dei paesi UE di auto prodotte in Cina. In cinque anni le importazioni di autoveicoli dei paesi UE sono salite di 23,5 miliardi di euro, combinazione di un calo 1,6 miliardi di quelle da paesi UE e un aumento di 25,1 miliardi di euro da paesi extra UE, di cui la metà, pari a 12,6 miliardi di euro, è l’incremento dell’import dalla Cina, di cui 8,3 miliardi di euro sono rappresentati da autoveicoli elettrici. Va segnalato che nel 2024, a seguito dei dazi imposti dall’UE sull’import di auto elettriche dalla Cina da fine ottobre, si è registrato un forte aumento dell’offerta sul mercato europeo di autoveicoli ibridi cinesi.

Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 22 aprile 2025