Big data, analisi dati nel 50,7% delle imprese dell’energia elettrica e gas
Settore più vocato alla data analysis, ma con un gap di 3,2 punti vs media Ue. Richiesti 6mila lavoratori con elevata competenze per tecnologie 4.0, di cui 1 su 2 è difficile da reperire
Nel corso degli anni Venti i dati sono diventati un asset strategico per le imprese e, più in generale, per i sistemi economici. Si assiste alla tumultuosa crescita dei flussi di dati generati da persone, processi e macchine. I big data sono originati dai media, quali social network e ricerche su internet, oltre che dai sistemi aziendali, anche in interazione con la Pubblica amministrazione: pensiamo ai 2,1 miliardi di fatture elettroniche emesse in un anno, un ritmo di 66 fatture al secondo. Un ulteriore driver è rappresentato da Internet of Things, tecnologie che gestiscono dati generati da sensori e dispositivi – telecamere, cellulari, satelliti, ecc. – utilizzati per la domotica e la gestione di macchinari e apparecchiature e la cui elaborazione consente di misurare fenomeni del mondo fisico quali, ad esempio, l’evoluzione delle condizioni meteo, i livelli dell’inquinamento e del traffico e il tracciamento di persone e veicoli.
L’evoluzione tecnologica di reti e sistemi di connettività e la dinamica del valore aggiunto ottenuto dall’elaborazione dei dati sta determinando una crescita del traffico sulla Rete ad un tasso del 24,2% all’anno. L’analisi dei dati dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni evidenzia che nei primi nove mesi del 2023 il volume di traffico dati fisso e mobile (upload + download) ha segnato una crescita del 15,1% rispetto allo stesso periodo del 2022, migliorando il +13,4% registrato l’anno precedente. Nel 2023 la crescita è più marcata per il traffico mobile (+22,3%) rispetto quello fisso (+13,3%). Tra il 2023 e il 2019, anno precedente allo scoppio della pandemia, il traffico dati ha cumulato un aumento del 137,8%, pari, come anticipato, ad un tasso di crescita medio annuo del 24,2%. Lo sviluppo dell’Internet delle cose spinge la crescita delle connessioni mobili M2M (Machine-to-Machine, per scambio dati tra apparecchiature e dispositivi senza interazione umana): negli ultimi quattro anni il numero complessivo delle linee mobili sale del 4,0%, combinazione di un aumento del 26,2% delle linee M2M e un calo del 2,4% delle linee human (linee voce e/o dati che prevedono l’iterazione umana).
Le imprese e l’analisi dei dati – Si diffonde tra le imprese l’elaborazione dei big data e l’attività di analisi dei dati. Nel 2023 il 26,6% delle imprese con almeno 10 addetti esegue analisi di dati con risorse interne o esterne. Il settore con la più elevata propensione all’analisi dei dati è quello dell’Energia elettrica e gas con il 50,7% delle imprese impegnate in attività di data analysis, seguito da ICT con 39,1%, Commercio con 34,4%, Attività professionali e tecniche con 33,8% e Manifattura con 29,3%. Con una quota inferiore alla media troviamo le imprese di Acqua e rifiuti con 25,1%.
Nel confronto internazionale, la quota per le imprese di Energia elettrica e gas in Italia rimane inferiore di 3,2 punti al 53,9% della media Ue, mentre valori più elevati si riscontrano in Germania (59,4%) e Francia (62,8%).
Un approfondimento per tipologia di dati analizzati è disponibile per il complesso settoriale di Energia e utilities (sezioni D-E Ateco 2007), che presenta una propensione all’analisi dei dati del 29,6%, con un gap di otto punti rispetto al 37,6% della media Ue. Nel dettaglio il 16,2% delle imprese analizzano dati sulle transazioni (distante oltre sette punti dal 23,9% della media Ue 27), il 15,6% dati provenienti da strumenti smart o sensori (in linea con la media Ue 27), il 10,7% dati provenienti da localizzazione, il 10,3% dati sui clienti, il 7,9% dati satellitari, il 7,6% open data della PA (quasi la metà del 14,1% della media Ue 27), il 6,8% dati dei social media e il 5,9% dati del web.
Per sviluppare le attività di data analysis sono necessari investimenti e personale con competenze adeguate. Nel settore di Energia e utilities il 14,6% delle imprese innova mediante acquisto o sviluppo di software, database e servizi per l’analisi dei dati mentre è previsto l’inserimento di 5.960 lavoratori, pari al 10,1% delle entrate nel settore, con elevate competenze digitali 4.0, capaci di gestire tecnologie relative a big data analytics, internet of things e robot. Di questi, però, circa uno su due (47,5%) risulta di difficile reperimento.
Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 6 febbraio 2024