Bolletta energetica in calo, ma restano rischi sulla crescita
Previsioni prezzi oil più stabili mentre per il gas sono in forte calo. Tensioni geopolitiche e Opec+ sui prezzi dell’energia: a rischio 0,1 punti di Pil nel 2024 e 0,3 punti nel 2025

Nel primo trimestre, il PIL italiano ha segnato, in base alla stima preliminare, un aumento dello 0,3%, in linea con la media dell’Eurozona e leggermente sopra alla crescita di Germania e Francia (+0,2%). Dal lato della domanda, alla crescita del PIL ha contribuito negativamente la componente nazionale mentre le esportazioni nette hanno fornito un apporto positivo. Il miglioramento del saldo del commercio estero beneficia della riduzione delle importazioni di energia, che nel primo trimestre del 2024 scendono del 14,3% rispetto al trimestre precedente.

A tale riduzione ha contributo un calo del 14,6% dei prezzi e una diminuzione del 2,1% dei volumi importati. A marzo 2024, il saldo annualizzato del commercio estero dell’Italia sale a 46 miliardi di euro, risultato di un saldo dell’energia negativo per 56,3 miliardi di euro e un attivo di 102,3 miliardi per i beni non energetici. In dodici mesi la bolletta dell’energia annualizzata si è pressoché dimezzata (-46,3%), riducendosi di 48,5 miliardi, e ritornando su livelli precedenti all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, detonatore della successiva crisi energetica.

La crescita del 2024 – La Commissione europea nello Spring Economic Foracast pubblicato mercoledì scorso indica per l’Italia una crescita nel 2024 dello 0,9%, in linea con lo 0,8% dell’Eurozona e migliore dello 0,7% di Francia e dello 0,1% di Germania. Tale crescita dovrebbe essere sostenuta da una ripresa del commercio internazionale, da cui deriverebbe un aumento del 2,0% dell’export dell’Italia. L’analisi delle più recenti evidenze statistiche indica che tale ripresa è in ritardo ed è minacciata da rischi di natura geopolitica. Nel primo bimestre dell’anno il commercio mondiale ristagna (+0,1% su base annua), mentre in Italia, nel primo trimestre 2024, il volume dell’export scende del 3,9% su base annua, mentre in valore scende del 2,8%. Pesa la crisi in Medio Oriente. Nei primi tre mesi del 2024 il volume mondiale di merci transitato attraverso Canale di Suez si è dimezzato (-54,4%) rispetto un anno prima e, nello stesso periodo,  il valore del made in Italy verso i mercati maggiormente interessati dal trasporto via nave attraverso il  Mar Rosso – Cina, India, Giappone e Oceania –  crolla del 20,6%. E’ in questa prospettiva di debolezza della domanda estera che le previsioni di aprile del Fondo monetario internazionale fermano al +0,5% la ripresa delle esportazioni del made in Italy.

Previsioni e rischi per i prezzi dell’energia – Nel modello previsivo adottato dalla Commissione europea è considerato un sentiero discendente dei prezzi del gas a fronte di una leggero aumento di quello del petrolio. Nel 2024 il prezzo del gas dovrebbe scendere a 30,9 euro al MWh (a fronte dei 55,1 euro previsti a novembre). Il prezzo del gas previsto per quest’anno è di 27,4 euro nel DEF 2024 e di 28,7 euro nelle previsioni di Banca d’Italia del 5 aprile. Nel 2024 il prezzo del Brent previsto dalla Commissione europea è di 85,4 dollari al barile (+3,5% rispetto agli 82,5 dollari del 2023), in linea con gli 84,5 dollari delle previsioni di autunno.

L’elevata dipendenza energetica espone l’economia italiana ad un rilevante impatto di una oscillazione dei prezzi dell’energia, un fattore decisamente critico nell’attuale fase di alta instabilità geopolitica. Nello scenario di rischio indicato nel DEF 2024, un andamento dei prezzi delle materie prime energetiche connessi a sviluppi negativi delle attuali tensioni in Medio Oriente e prolungati tagli alle forniture da parte dell’OPEC+ che determinino nel 2024 e 2025 un prezzo più elevato rispetto allo scenario base di 10 dollari al barile per il petrolio e di 10 euro al MWh per il gas, comporterebbe un tasso di crescita del prodotto inferiore, rispetto allo scenario di riferimento, di 0,1 punti percentuali nel 2024 e 0,3 punti nel 2025. Il successivo rientro dei prezzi energetici si tradurrebbe, rispetto al quadro tendenziale, nel 2026 e 2027 in tassi di crescita del PIL più elevati, rispettivamente, di 0,1 e 0,3 punti percentuali.

Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 21 maggio 2024