Cambiamento climatico, italiani più preoccupati
L’ambiente influisce sulle condizioni di vita dell’88% della popolazione nazionale (78% nella Ue). Analisi dei risultati di un’indagine Istat

Una recente rilevazione di Eurobarometro indica che più di tre quarti dei cittadini europei (78%) concordano sul fatto che le questioni ambientali hanno un effetto diretto sulla loro vita quotidiana e sulla loro salute. In particolare, è nei paesi del Sud Europa – Spagna, Grecia, Cipro, Malta, Portogallo e Italia – che la preoccupazione è più forte. Tra i maggiori paesi europei la quota di cittadini che concorda sull’elevato impatto dell’ambiente sulle condizioni di vita è del 93% in Spagna, dell’88% in Italia, dell’80% in Francia per calare al 64% in Germania.
In Italia sale la preoccupazione per i cambiamenti climatici e per il dissesto idrogeologico, come emerge dall’analisi dei risultati dell’indagine sulla percezione dei cittadini rispetto alle tematiche ambientali che l’Istat ha pubblicato la scorsa settimana. Nel 2023 i cambiamenti climatici sono al primo posto tra le preoccupazioni ambientali espresse dai cittadini, confermando un primato dal 2019: esprimono questa attenzione sei persone su 10 (58,8%), in aumento di 2,2 punti percentuali sul 2022. Nel complesso si tratta di 30,4 milioni di italiani di 14 anni ed oltre, in aumento di 1,2 milioni (+3,9%) rispetto al 2022.
Seguono i problemi legati all’inquinamento dell’aria, avvertiti dal 49,9% della popolazione (-0,3 punti rispetto al 2022). Rilevanti, seppur meno diffuse, si trovano la preoccupazione per lo smaltimento e la produzione dei rifiuti (38,9%, in calo di 1,1 punti percentuali rispetto al 2022), quella per l’inquinamento delle acque (38,0%, dato stabile) e quella per l’effetto serra e buco nell’ozono (33,1%). Interessa circa un quarto degli intervistati il dissesto idrogeologico (26,5%) e l’esaurimento delle risorse (25,5%). Altri problemi ambientali preoccupano tra il 20% e il 25% degli italiani – esaurimento delle risorse naturali, estinzione di alcune specie vegetali/animali catastrofi provocate dall’uomo, inquinamento del suolo e distruzione delle foreste – mentre in fondo alla graduatoria vi sono le preoccupazioni per l’inquinamento elettromagnetico (10,2%), per le conseguenze del rumore sulla salute (11,5%) e per la rovina del paesaggio (12,3%). Le due voci su cui si osserva un aumento della quota di cittadini preoccupati sono i cambiamenti climatici (+2,2 punti) e il dissesto idrogeologico (+4,1 punti percentuali). Pesano le conseguenze delle alluvioni del maggio 2023: l’aumento sul 2022 del livello di preoccupazione espresso dai cittadini nei confronti del dissesto idrogeologico nelle Marche è di 11 punti percentuali mentre in Toscana, Umbria ed Emilia Romagna la crescita è di circa 6 punti.
Le relazioni tra genere e ambiente sono rilevanti. Tra i giovani sotto i 24 anni, le ragazze sono preoccupate più spesso dei loro coetanei per i cambiamenti climatici (+5,8 punti percentuali), la perdita di biodiversità (+8,8 punti) e la distruzione delle foreste (+3,8 punti).
L’analisi dei comportamenti ecocompatibili e degli stili di vita e di consumo evidenzia che nel 2023 sale al 72,8% la quota di coloro che fanno abitualmente attenzione a non sprecare energia (rispetto al 69,8% del 2022) mentre il 69,8% presta attenzione a non sprecare l’acqua e il 50,1% a non adottare mai comportamenti di guida rumorosa al fine di limitare l’inquinamento acustico. Mostrano attenzione ai temi della sostenibilità ambientale anche il 35,8% della popolazione che legge le etichette degli ingredienti e il 23,5% che acquista prodotti a chilometro zero e che acquista prodotti biologici.
Le donne associano una maggiore preoccupazione per l’ambiente ad una maggiore attenzione a comportamenti ecocompatibili. Le differenze più evidenti si colgono soprattutto sui comportamenti di acquisto: sussistono oltre 11 punti percentuali di differenza nel leggere abitualmente le etichette degli ingredienti (41,4% delle donne rispetto al 29,9% degli uomini); più bassa ma rilevante la differenza tra chi acquista come prassi alimenti o prodotti biologici (16,0% delle donne rispetto all’11,7% degli uomini) e prodotti a chilometri zero (25,6% rispetto a 21,4% degli uomini). Infine, le donne sono più accorte a non sprecare acqua (72,3% rispetto al 67,2% degli uomini) ed energia (74,9% rispetto al 70,5% degli uomini).

Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 18 giugno 2024