Costruzioni, i segnali di tenuta e le sfide della direttiva green
Previsioni 2025: gli investimenti tornano in positivo (+0,2%). Edifici ante 1992 emettono più del triplo di CO2 di quelli costruiti negli ultimi dieci anni. Per l’energia della casa le famiglie spendono 42,8 mld €

L’attività nelle costruzioni manifesta una maggiore resilienza rispetto alle attese, grazie al recupero del potere di acquisto delle famiglie e agli interventi del PNRR. Per il 2025 gli investimenti in costruzioni nelle previsioni di aprile della Banca d’Italia tornano in territorio positivo (+0,2%), con una revisione al rialzo rispetto alle previsioni di dicembre (-3,3%). Nel 2024 l’attività edilizia è stata sostenuta dalla crescita dell’8,6% degli investimenti in fabbricati diversi dalle abitazioni e altre opere, un aumento in larga parte attivato dalla spesa del PNRR.

Le prospettive del settore edilizio sono caratterizzate dall’evoluzione degli interventi sugli edifici per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di risparmio energetico necessari per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. In Europa il 40% dei consumi finali di energia e il 36% delle emissioni di gas a effetto serra è rappresentato dagli edifici. La direttiva 2024/1275 sulla prestazione energetica nell’edilizia contiene le nuove regole per ridurre il consumo energetico e le emissioni di gas a effetto serra del settore edilizio. Per raggiungere i target comunitari il Piano Nazionale integrato Energia e Clima (PNIEC) prevede che il tasso di riqualificazione annuo del settore residenziale che nel presente decennio 2020-2030 è dell’1,9% salga al 2,7% sia nel decennio 2030-2040 che in quello successivo (2040-2050). Per sostenere questa accelerazione degli interventi sugli edifici servirà un sistema ordinato di incentivi fiscali. Non va nella giusta direzione la riduzione delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie contenuta nella manovra di bilancio 2025.

Le politiche per sostenere i processi di riqualificazione devono consentire di aggredire un patrimonio edilizio vetusto e poco efficiente, con oltre due terzi (68,0%) delle abitazioni occupate che sono in edifici costruiti entro il 1980, prima dello sviluppo della legislazione sul risparmio energetico degli edifici. Se valutiamo gli indici di efficienza energetica e di impatto sull’ambiente del sistema informativo di Enea (SIAPE), si calcola che un immobile residenziale costruito prima del 1992 emette in un anno 41,7 kg di CO2 al metro quadro, ben 3,3 volte le emissioni di 12,7 kg di CO2 al metro quadro di un immobile costruito negli ultimi dieci anni.

La direttiva green degli edifici prevede una focalizzazione degli interventi sugli immobili con le prestazioni peggiori. Una analisi degli attestati di prestazione energetica presenti nel SIAPE evidenzia che ad oggi il 52,4% degli immobili residenziali si colloca nelle classi energetiche meno efficienti (F e G). Un immobile residenziale nelle classi energetiche meno efficienti (F e G) ha un consumo di energia per metro quadro del 78,6% superiore alla media delle classi più efficienti (A-E) ed emissioni di CO2, sempre per unità di superfice, pressoché doppie (+97,7%).

Il risparmio energetico degli edifici è un fattore strategico per un paese ad alta dipendenza dalle importazioni di petrolio e gas, oltre a liberare risorse dei bilanci familiari. L’analisi dei dati di Eurostat evidenzia che per i beni energetici il rapporto tra importazioni e consumo lordo in Italia è del 74,8%, di oltre sedici  punti superiore alla media UE di 58,3%. La spesa per energia elettrica e gas per gli edifici delle famiglie nel 2023 ammonta a 42,8 miliardi di euro, pari a 2 punti di PIL. Le famiglie e le imprese italiane sono maggiormente esposte alle tensioni inflazionistiche, mostrando una dinamica dei prezzi retail di elettricità e gas nel corso della crisi energetica fortemente divergente dalla media europea. Su questo fronte preoccupano i recenti segnali di tensione del costo dell’energia: a seguito della fiammata dei prezzi all’ingrosso tra fine 2024 e inizio 2025, a marzo 2025 i prezzi retail di energia elettrica e gas tornano a salire a doppia cifra (+10,4% rispetto ad un anno prima). Sul mercato europeo del gas per il 2025 le previsioni di Banca d’Italia indicano una crescita delle quotazioni del 25,7% su base annua.

Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 15 aprile 2025