Crisi geopolitica, occupazione in controtendenza
Nonostante le incertezze e la frenata dell’economia, oltre mezzo milione di occupati in più nell’ultimo anno. Per Energia e utilities +8,2%, ritmo più che doppio rispetto al +3,3% dell’Eurozona

L’analisi degli ultimi dati congiunturali pubblicati conferma il rallentamento dell’attività economica, sulla quale pesano le incertezze relativa al prolungamento della guerra in Ucraina e l’escalation  del conflitto in Medio Oriente, la recessione tedesca, la frenata dell’economia cinese e le politiche economiche deflazionistiche. L’instabilità geopolitica espone a rischi i tre quarti delle forniture di energia dell’Italia (QE 31/10). Mentre scende l’inflazione, frenano crescita e produzione delle imprese, la cui creazione di valore è erosa dagli effetti della stretta monetaria e dal gap di competitività causato dalla divario di costo delle commodities energetiche. In controtendenza, si consolida la crescita della domanda di lavoro, con oltre mezzo milione di occupati in più negli ultimi dodici mesi. Il calo degli investimenti e la difficoltà di reperire personale specializzato ostacola i processi di transizione delle imprese. Con il prolungamento della stretta monetaria e gli esigui margini di manovra della politica di bilancio, il sostegno dell’economia è affidato agli investimenti pubblici finanziati nel PNRR.

Dopo la battuta di arresto dei processi di crescita nel secondo trimestre del 2023, nel terzo trimestre dell’anno il PIL in Italia segna ‘crescita zero’. L’indebolimento della domanda mondiale e il crescente impatto della stretta monetaria riducono i livelli produttivi delle imprese. La produzione manifatturiera in Italia, nonostante la tenuta durante l’estate (il trimestre giugno-agosto segna un +0,3% rispetto il trimestre precedente), nei primi otto mesi cumula un calo del 2,1%, a fronte degli aumenti dell’1,1% in Francia e dello 0,7% in Germania. Ad ottobre il saldo delle attese sugli ordini delle imprese manifatturiere entra in territorio negativo. Nei primi otto mesi del 2023 il volume del commercio internazionale rilevato da Cpb scende dell’1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre il volume delle esportazioni del made in Italy si riduce del 3,3% su base annua.

In controtendenza, dal mercato del lavoro arriva un robusto segnale positivo. A settembre 2023 l’occupazione continua a crescere (42 mila unità in più rispetto al mese precedente), consolidando un prolungato ciclo espansivo, con 512 mila occupati in più (+2,2%) rispetto ad un anno prima, dinamica determinata dall’aumento di 443 mila dipendenti permanenti (+2,9%) e di 115 mila indipendenti (+2,3%) mentre scendono di 47 mila unità i dipendenti a termine (-1,6%).

L’analisi dei dati trimestrali forniti da Eurostat conferma il buon andamento della domanda di lavoro anche nel settore Energia e utilities, in cui l’occupazione in media annua al secondo trimestre 2023 è pari al 386mila unità, di cui 242 mila (il 62,8% del comparto) nel settore Acqua e rifiuti e 143 mila unità (il restante 37,2%) in Energia elettrica  e gas. Su base annua gli occupati nel settore energetico e delle public utilities salgono dell’8,2% rispetto un anno prima, pari a 28 mila occupati in più. La crescita è trainata dai 23 mila occupati in più in Energia elettrica e gas mentre l’aumento si ferma a 5 mila unità in Acqua e rifiuti.

Nel confronto internazionale il comparto in esame in Italia registra un maggiore dinamismo rispetto al +3,3% rilevato nella media dell’Eurozona, facendo meglio della Germania (+7,3%), mentre si registra una crescita più debole in Francia (+0,9%) e nella media dell’Unione europea a 27 (+1,5%) e, in controtendenza, un calo del 7,9% in Spagna. Infine, va osservato che il peso del comparto Energia e utilites sul totale degli occupati in Italia è pari all’1,7%, un valore sostanzialmente in linea con la media europea.

Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 7 novembre 2023