l lavoro contiene una analisi dettagliata per regione e provincia della dinamica dell’artigianato nel 2012 e nel corso dei quattro anni che vanno dal 2009, anno della Grande recessione, al 2012.
Viene proposta una analisi con i 5 territori – regioni e province – con la più alta e la più bassa dinamica delle imprese, sia di breve che di lungo periodo.
Infine abbiamo analizzato la dinamica dell’artigianato nel 2012 in oltre 700 comuni di maggiore dimensione, individuando le migliori performance positive e quelle più negative.
Alcune delle principali evidenze: la dinamica negativa dell’1,39% è determinata da un saldo negativo di oltre 22 mila imprese indotto da una forte riduzione delle iscrizioni (4.121 unità in meno rispetto al 2011) e ad un aumento di 9.881 cessazioni. La progressiva accentuazione nel tempo del tasso di sviluppo negativo è stata trainata dalla forte discesa del tasso di natalità di impresa nell’ultimo quinquennio. Il tasso di cessazione nel 2012 è in salita ma rimane comunque al di sotto del massimo del 2009.
Si osserva una tenuta dell’artigianato nei maggiori centri urbani dove il tasso di sviluppo è positivo e pari allo 0,07% (i sette comuni di Roma, Milano, Torino, Genova, Firenze, Bologna e Napoli nei quali è localizzato circa il 10% dell’artigianato italiano). Al contrario nei comuni con meno di 500 imprese artigiane – e dove si localizza il 52,7% dell’artigianato italiano – si registra un calo di imprese più accentuato della media.
In allegato una appendice statistica con i dati sulla nati mortalità di impresa sugli oltre 8mila comuni italiani.