Elaborazione Flash –  ‘Made in Italy e innovazione. Export nei settori di micro e piccola impresa e l’indice di propensione all’innovazione’ predisposta in occasione del convegno ‘Internazionalizzazione e innovazione tenuto il 23 ottobre 2012 a Roma e che ha visto l’intervento del Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera.
In sintesi il lavoro evidenzia:
– Crescita aggrappata all’export: nel II trimestre del 2012 PIL a – 2,6%, consumi -2,9% e investimenti -10,4% mentre esportazioni +1,4%. Rallenta commercio internazionale: nel II trim. 2012 export mondiale a -1,3% (era +25,1% un anno prima). Ad agosto made in Italy a +8,4%; tra gennaio e agosto 2012 +4,6%.
– Dopo 8 anni il saldo annuale del commercio estero  torna positivo per 453 milioni: da ottobre del 2004 il saldo export-import era stato sempre negativo.
– Ad agosto 2012 il massimo assoluto degli ultimi vent’anni del surplus del saldo del commercio estero per i beni strumentali, pari al 3,0% del PIL; il surplus per i Beni strumentali è più del triplo di quello dei Beni di Consumo. Ai massimi anche la bolletta energetica: -4,1% del PIL che supera il precedente -3,6% del 2008.
– Poco meno di un terzo (29,5%) dell’export viene realizzato in settori in cui  la micro e piccola impresa pesa per oltre il 60% dell’occupazione. Le micro e piccole imprese esportatrici presentano una produttività del 60,2% superiore a quella delle imprese non esportatrici. In cinque province il peso dei settori di micro e piccola impresa supera l’80% dell’export totale: Prato, Fermo, Barletta-Andria-Trani, Viterbo e Biella.
Nel primo semestre del 2012 le esportazioni nei settori di micro e piccola impresa crescono del 3,5%. Tra le regioni maggiormente esportatrici al primo posto la maggiore crescita nelle Marche con 7,3%, seguite dalla Campania e l’Emilia-Romagna, entrambe con 6,8%, e dalla Toscana con 6,7%; in Emilia-Romagna le esportazioni nei settori a maggiore concentrazione di piccole imprese meglio del totale (5,0%).
Tra le province maggiormente esportatrici al primo posto per dinamica dell’export di micro e piccola impresa troviamo Piacenza con il 30,6%, seguita da Ravenna con il 20,6%, Rimini con il 19,8%, Avellino con il 17,3%, Arezzo con il 15,4%, Fermo con l’11,7% e Vercelli con l’11,6%.
Tra le maggiori province esportatrici,  a Treviso, Monza e Brianza, Bologna, Reggio Emilia, Milano e  Firenze la dinamica delle esportazioni di micro e piccola impresa è migliore del totale export.
– Il made in Italy è driver per l’occupazione: i quattro ‘motori’ dell’export – Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e Piemonte – nell’ultimo anno mostrano una crescita di 46.000 occupati nel manifatturiero mentre nelle rimanenti regioni c’è un calo di  47.000 occupati.
L’ elaborazione e analisi dei dati sulla composizione e dinamica del made in Italy nei settori di micro e piccola impresa origina da analisi territoriali sviluppate dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia e  dall’Ufficio Studi di Confartigianato provincia di Ancona che hanno collaborato nella predisposizione dell’Elaborazione Flash.


– Il nuovo indice Confartigianato della propensione ad innovare vede al primo posto la Lombardia, seguita da Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Piemonte. La produttività nel settore manifatturiero per regione.
L’indice è costruito sulla base di 14 parametri relativi agli ambiti delle imprese, delle esportazioni e della crescita, dei brevetti e della ricerca e sviluppo, del capitale umano, il driver della green economy e l’utilizzo di ICT e social network.
 Vengono, infine, analizzati i dati sulla produttività nel settore manifatturiero per regione