‘Il credito alle imprese a fine 2012 – Focus sulle imprese con meno di 20 addetti’ in cui viene esaminata la dinamica più recente del credito alle imprese, con una analisi per territorio relativo al credito alle piccole imprese. Nell’ambito degli ‘Osservatori in rete’ all’elaborazione dei dati ha collaborato l’Ufficio Studi di Confartigianato Marche.


Alcuni dati dello studio sono stati anticipati nel  dossier su Repubblica del 3 marzo 2013 a firma di Luisa Grion “Caro denaro, ecco lo spread killer costa 14 miliardi in più che a Berlino”


Nel dettaglio il lavoro esamina la dinamica del credito alle imprese per regione e provincia  con un focus sulla imprese con meno di 20 addetti con l’elaborazione dei dati di dicembre pubblicati da Banca d’Italia giovedì scorso.
Viene analizzato il trend giugno-dicembre 2012 della dinamica del credito che evidenziale differenze territoriali nella intensificazione della riduzione del credito alle imprese nella seconda metà del  2012.
La seconda parte del lavoro esamina il costo del credito per le imprese. La difficile governabilità rialza il ‘rischio Paese’: torna la pressione sui tassi dei titoli di stato con BTP di febbraio aggiudicati al 4,83% 66 punti base in più della precedente asta di gennaio.  Persiste il gap competitivo del sistema produttivo: il tasso di interesse pagato dalle imprese italiane è di quasi un punto (97 p. b.) superiore alla media Eurozona, mentre lo spread con la Germania arriva a 148 p. b. ; il divario con la Germania determina un maggiore costo del credito per le imprese italiane per 14,3 miliardi. L’analisi del gap competitivo per regione e provincia.
La “febbre da spread” ha determinato in due anni una maggiore spesa pubblica per interessi per 19,4 miliardi senza la quale avremmo potuto ridurre dell’80,8% l’Irap pagata dalle imprese che è pari a 24,0 miliardi di euro.
Inoltre il lavoro propone l’importante aggiornamento annuale dello spread tra tassi sul credito a piccole imprese e medio-grandi per Regione basato sui dati pubblicati da Banca d’Italia in ‘Economie regionali’  e propone l’aggiornamento dei tassi attivi effettivi sui finanziamenti alle imprese per provincia.
Consistenza dei titoli di Stato e del credito a imprese e famiglie nei bilanci bancari: da fine 2011 +126,6 miliardi (+61,9%) di titoli di stato nel portafoglio delle banche italiane mentre diminuiscono di 54,4 miliardi (-5,3%) i prestiti alle imprese.
La BCE acquista titoli di stato per 218 miliardi di euro, di cui la metà (47,2%) sono bond italiani; in rapporto al debito pubblico gli acquisti BCE sono all’11,4% per il Portogallo e al 10,8% per la Grecia, incidenze più che doppie rispetto al 5,2% dell’Italia.
Le anticipazioni su crediti salgono del 6,2%, dinamica guidata dalle società finanziarie.
Infine il lavoro si conclude con una analisi del peso dei Confidi del sistema Fedart Fidi: garanzie in essere  pari al  27,7% sullo stock di credito concesso all’artigianato; oltre la metà (52,0%) dei finanziamenti è a medio-lungo termine; coefficiente di solvibilità del 13,0%, cinque punti superiore al minimo dell’8% fissato dall’accordo di Basilea 2.