SINTESI 


Sono 222.956 le imprese artigiane operanti nei settori della riparazione, manutenzione, riciclo ed recupero, pari al 16,5% dell’artigianato e danno lavoro a 471.505 addetti. L’artigianato rappresenta i tre quarti (75,2%) delle 296.449 imprese totali dei comparti in esame; nel territorio a più alta vocazione artigiana la Provincia Autonoma di Bolzano con l’88,2% (2.083 imprese), Valle d’Aosta con l’84,3% (560 imprese), Provincia Autonoma di Trento con l’84,0% (2.088 imprese), Marche con l’82,6% (6.855 imprese), Veneto con l’82,2% (20.940 imprese), Piemonte con l’82,0% (21.157 imprese), Emilia-Romagna con l’81,6% (19.953 imprese) e Friuli-Venezia Giulia con l’81,3% (5.041 imprese). Tra le principali province la quota più elevata di imprese artigiane interessate all’economia circolare si registra per la Provincia Autonoma di Bolzano con l’88,2% (2.083 imprese), Cuneo con l’88,0% (3.118 imprese), Biella con l’87,3% (1.030 imprese), Savona con l’86,9% (1.516 imprese), Lecco con l’86,4% (1.601 imprese), Imperia con l’86,1% (1.201 imprese), Macerata con l’86,0% (1.527 imprese) e Rimini con l’85,7% (1.509 imprese). Apporto all’economia circolare anche dalle 387.285 imprese artigiane dell’Edilizia (57,9% del totale imprese del comparto) che operano nel settore costruzioni e demolizioni, nel quale i rifiuti rappresentano il 32,5% del peso totale dei rifiuti prodotti da famiglie e attività economiche e il 39,7% dei rifiuti speciali.  

Il 50% delle imprese italiane con meno di 250 addetti ha minimizzato gli sprechi riciclando o riutilizzando rifiuti o vendendoli ad un’altra impresa, un terzo (33%) ha ricalibrato l’uso dell’energia per minimizzare i consumi, il 29% ha rinnovato prodotti e servizi per minimizzare l’uso dei materiali o utilizzando materiali riciclati, il 15% ha ricalibrato l’uso dell’acqua per minimizzare l’uso e massimizzare il riutilizzo ed il 14% ha usato energie rinnovabili. Grazie all’impegno delle imprese, l’Italia si posiziona al penultimo posto nell’Ue a 28 per quantità di rifiuti pro capite generati da imprese e famiglie con 2.734 kg/abitante, il 45,1% in meno dei dei 4.982 kg/abitante registrati per la media europea. Inoltre le emissioni di CO2 per valore aggiunto delle imprese italiane sono inferiori del 22,2% rispetto alla media dell’Ue a 28 e nei settori manifatturieri di Micro e Piccole Imprese (MPI) si osserva un’intensità di emissione del 26,3% inferiore alla media del Manifatturiero. 

Il 40,2% delle micro e piccole imprese fino a 20 addetti si occupa di riparazione dei prodotti ed il 15,8% di rigenerazione dei prodotti. Le tecnologie digitali hanno un impatto positivo: le imprese digitali – intese come quelle che conoscono e usano almeno una tecnologia di tale ambito – mostrano una quota relativa all’attività di riparazione quasi doppia (59,6% contro il 32,1% delle imprese non digitali) e quella dell’attività di rigenerazione è oltre tre punti superiore (19,8% contro il 13,7% delle imprese non digitali). 

Nel Manifatturiero e nei Servizi più di una impresa artigiana con dipendenti su quattro (26,4%) effettua investimenti in prodotti e tecnologie green a maggior risparmio energetico e/o minor impatto ambientale, pari a 77.278 unità. Il settore Manifatturiero mostra una quota maggiore (31,4%) di imprese con dipendenti artigiane green rispetto alla media (26,4%), mentre nei Servizi la quota è del 22,8%. Per i principali settori dell’artigianato l’incidenza più elevata di imprese green nella Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche con il 41,7%, Stampa e riproduzione di supporti registrati con il 34,7%, Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi con il 32,7%, Fabbricazione di macchinari ed apparecchiature con il 32,0%, Fabbricazione di apparecchiature elettriche ed apparecchiature per uso domestico non elettriche con il 31,9%, Alimentari con il 31,6%, Fabbricazione di prodotti in metallo con il 30,9%, Legno e mobili con il 30,7%, Altre manifatture con il 30,4% e Trasporto terrestre con il 30,1%. 

Sul territorio la quota più elevata di imprese artigiane green nelle Marche (27,1%), Veneto (27,0%), Toscana (26,9%), Emilia-Romagna (26,8%), Lombardia, Umbria, Piemonte e Provincia Autonoma di Trento (tutte con il 26,6%). Tra le province principali le incidenze più elevate per Fermo e Prato (entrambe con il 28,0%), Arezzo (27,6%), Macerata, Vicenza e Reggio Emilia (tutte con il 27,5%), Lecco, Cuneo e Brescia (tutte con il 27,4%), Bergamo (27,3%), Modena, Treviso e Padova (tutte con il 27,2%), Firenze, Pesaro e Urbino e Barletta-Andria-Trani (tutte con il 27,1%).