Elaborazione Flash ‘ Il mercato del credito alla imprese nella primavera 2013. Focus sulle imprese con meno di 20 addetti’.
Nel dettaglio il lavoro esamina la dinamica del credito alle imprese per regione e provincia  con un focus sulla imprese con meno di 20 addetti  e il livello e dinamica dei tassi attivi effettivi sui finanziamenti alle imprese per provincia, con l’elaborazione degli ultimi dati pubblicati da Banca d’Italia.
In sintesi alcune delle evidenze dell’Elaborazione Flash:
La recessione di inizio 2013. Nel I trimestre 2013 in Italia il prodotto interno lordo (PIL) in volume   a -0,5%, peggio del -0,2% dell’Eurozona. Il 2013 è il quarto anno su sei di recessione: tra il 2007 e il 2012 economia perde 6,5% del valore aggiunto. Il calo più accentuato per quei settori dell’economia reale in cui vi è una maggiore presenza di imprese artigiane: il manifatturiero segna un  -15,9% e le costruzioni un – 21,8%. Il calo più contenuto nei servizi, -2,7%; in controtendenza le attività finanziarie e assicurative con una crescita del valore aggiunto dell’8,8%.
Dinamica stock prestiti alle imprese. A febbraio 2013 lo stock dei prestiti alle imprese diminuisce del 5,5%. E’ quasi un anno che la dinamica dei prestiti è negativa. Le piccole imprese sono in flessione del 6,0%, le imprese medio-grandi a -5,3%, le famiglie produttrici a -5,5% e le famiglie consumatrici a -1,4%. Il gap tra tassi italiani e il tasso di policy della Bce è a marzo 2013 di 275 punti base, quasi il doppio dei 140 punti base rilevati per la Germania. Le curve dei rendimenti dei bond italiani sono in discesa: ad aprile 2013 i CCT scendono di 203 punti base su base annua, i BOT di 151 p. b. e ed i BTP di 129 p. b. Resta alto  lo spread tra i tassi pagati dalle imprese e l’Euribor che a marzo 2013 vale 329 p. b.. Prosegue lo ‘spiazzamento’ del debito dello Stato rispetot al credito al settore privato: a marzo 2013 i titoli stato detenuti dalle banche crescono di 72,4 miliardi di euro (+24,9%) mentre i prestiti alle imprese scendono 32,8 miliardi (-3,3%).
Il costo del credito alle imprese. A marzo 2013 le società non finanziarie – escluse le famiglie produttrici – in Italia pagano sui nuovi finanziamenti un tasso di interesse del 3,50% di 90 punti base superiore al tasso medio dell’Eurozona; è il tasso più alto tra i maggiori paesi dell’Eurozona e in un anno scende solo di 8 punti base. Lo spread tra il tasso pagato dalle imprese in Italia e quello tedesco sta mostrando un andamento laterale e a marzo 2013 vale 135 p. b. (+50 p. b. in un anno), valore di poco sotto al recente massimo di 147 p. b.. I prestiti fino a 1 milione di euro pagano un tasso del 4,36%, di 61 punti base superiore a quello medio dell’Eurozona. I più costosi prestiti di minor importo inferiore a 250.000 euro pagano un tasso del 4,85%, 36 punti base superiore a quello medio dell’Eurozona.
La qualità del credito: nel IV trimestre 2012 il flusso di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti al netto della stagionalità è aumentato in un anno di tre decimi di punto arrivando al 2,5%. Il tasso di ingresso in sofferenza dei finanziamenti alle imprese è del 4,0%, valore prossimo ai massimi registrati durante la recessione del 1993, mentre quello dei prestiti alle famiglie è inferiore e pari all’1,4%. A dicembre 2012 il tasso di decadimento è più basso per le famiglie produttive (0,886%) rispetto a quello delle società non finanziarie (1,145%). In un anno il tasso delle prime è salito di 0,148 punti percentuali quasi la metà della crescita di 0,341 punti del tasso delle seconde. Il tasso di decadimento per finanziamenti sotto i 125.000 euro è inferiore alla media di 0,262 punti per le famiglie produttrici e di 0,221 per le società non finanziarie.