Elaborazione Flash “Food economy e l’artigianato alimentare: a dicembre 14,9 miliardi di spesa alimentare, il 42,6% intercettabile dall’artigianato. I dati per regione e per provincia – Speciale Natale 2018“.
PRINCIPALI EVIDENZE EF Food economy e l’artigianato alimentare
Domanda ed occupazione del settore Alimentare e Bevande – Nei primi 9 mesi del 2018 il volume delle vendite al dettaglio di prodotti alimentari e bevande diminuisce dello 0,7% (era -0,5% nei primi 9 mesi del 2017). Le festività legate al Natale modificano notevolmente le abitudini di spesa dei consumatori tanto che a dicembre il valore delle vendite al dettaglio di prodotti alimentari e bevande supera del 19,8% la media mensile annua. Si stima per dicembre una spesa delle famiglie in prodotti alimentari e bevande di 14.923 milioni di euro (+2.471 mln rispetto al consumo medio mensile): a livello territoriale si stima una spesa di 2.679 mln di euro in Lombardia seguita da Lazio (1.492 mln), Campania (1.325 mln), Piemonte (1.215 mln), Emilia-Romagna (1.154 mln), Veneto (1.138 mln) e Sicilia (1.055 mln). Il 95,4% (14.232 mln) della spesa riguarda prodotti alimentari e bevande analcoliche ed il restante 4,6% (691 mln) le bevande alcoliche: i prodotti più acquistati sono formaggi e latticini (6,1% della spesa, pari a 913 mln di euro), salumi (4,9%, pari a 732 mln), pane (4,8%, pari a 709 mln) e altri prodotti di panetteria e pasticceria, che comprendono i dolci da ricorrenza, (4,2%, pari a 630 mln), prodotti in cui l’artigianalità rappresenta un importate fattore di qualità. Si stima inoltre che il 42,6% della spesa alimentare, pari a 6.353 milioni di euro, è intercettabile dalle imprese artigiane che producono prodotti da forno, salumi, latticini, formaggi, olio di oliva, dolci, gelati, condimenti ed alcolici; l’89,3% (5.672 mln di euro) in prodotti alimentari ed analcolici ed il restante 10,7% (681 mln) in alcolici: a livello territoriale si superano i 500 milioni di euro in Lombardia (1.201 mln), Lazio (623 mln), Piemonte (545 mln), Campania (525 mln), Emilia-Romagna (517 mln) e Veneto (510 mln).
Al II trimestre 2018 l’occupazione nel settore – media ultimi 4 trimestri – cresce del 4,8% in un anno (+23.800 unità), il doppio rispetto al Manifatturiero (+2,5%) e quattro volte l’intera economia (+1,2%). Nel confronto tra le maggiori economie dell’Ue (+0,7% Eurozona e -0,8% Ue a 28) l’Italia è il Paese più dinamico e supera Spagna (+3,9%) e Francia (+0,2%) mentre Germania e Regno Unito sono in calo (-1,3% e -12,1%). L’analisi di lungo periodo tra 2009 e 2018 evidenzia il carattere anticiclico del settore alimentare che un aumento del 31,7% (+124.300 unità) in controtendenza rispetto al -6,1% del Manifatturiero e meglio del totale economia che si ferma sul +0,9%.
Nel settore dell’Alimentare e bevande l’artigianato conta 157.262 addetti (35,6% del settore, +10,1 punti percentuali rispetto al Manifatturiero) e le piccole imprese con meno di 50 addetti contano 274.212 addetti (62,1% del settore, +8,1 p.p. rispetto al Manifatturiero). Il peso dell’artigianato sull’occupazione del settore Alimentare e bevande è più elevato in Liguria (68,5%), Sicilia (57,3%), Basilicata (57,2%), Marche (55,5%) e Sardegna (54,8%) ed a livello provinciale primeggiano Massa-Carrara (86,1%), La Spezia (79,8%), Fermo (79,3%), Livorno (72,8%), Pesaro e Urbino (72,2%), Savona (70,8%) e Rieti (70,2%).
Food made in Italy – Negli ultimi 12 mesi (luglio 2017-giugno 2018) l’export di prodotti alimentari e bevande vale 33.881 milioni di euro con una incidenza dell’1,94% del PIL, valori che rappresentano entrambi massimi storici. Gli ultimi dati disponibili relativi ai primi 8 mesi del 2018 indicano che l’export di prodotti alimentari e bevande rappresenta il 7,3% delle esportazioni italiane e cresce del 3,1% su base annua (-0,8 punti percentuali rispetto al +3,9% del totale delle esportazioni). Nel dettaglio i tre quarti dell’export (75,1%) sono di Prodotti alimentari (+2,1% su base annua) e il rimanente 24,9% è di Bevande che crescono del 6,3% e fanno meglio del +2,1% dei primi. Il 63,5% dell’export del settore è destinato ai mercati dell’Unione Europea che crescono del 3,6% e fanno meglio del +2,2% dei mercati fuori dall’Ue a 28 (il restante 36,5% dell’export). In particolare i dolci da ricorrenza sono compresi nella voce Torte, pane con uva passa, panettoni, panettone di Natale, cornetti e altri prodotti dolci di panetteria, pasticceria e biscotteria che nel 2017 registrano esportazioni 637 milioni di euro in crescita del 12,7%. I primi 10 Paesi destinazione (73,4% dell’export) crescono del +9,0% meno del +24,2% degli altri Paesi ed aumenti a due cifre si registrano per Romania (+50,0%), Austria (+30,8%), Stati Uniti, terza piazza di vendita (+28,9%), Polonia (+20,7%), Federazione Russa (+17,1%) e Spagna (+13,5%); nel dettaglio il Regno Unito è il solo principale cliente in flessione (-2,3%) e la Francia, prima piazza di vendita, cresce meno della media (+5,0%).
Le esportazioni del settore Alimentare e bevande nelle regioni e nelle province – Nel I semestre del 2018 esportazioni del settore in crescita del 2,5% su base annua e tra le 6 principali regioni – oltre 1 miliardo di euro di vendite all’estero del settore – crescono Piemonte (+9,2%), Emilia-Romagna (+4,1%), Lombardia (2,1%) e Veneto (+0,4%). La propensione all’export di prodotti alimentari e bevande – rapporto tra export del settore negli ultimi 4 trimestri (III trim. 2017-II trim. 2018) e valore aggiunto a prezzi correnti – è pari in media al 2,28% con i valori più alti per Piemonte (4,54%), Veneto (4,19%), Trentino-Alto Adige (4,18%), Emilia-Romagna (4,01%) e Campania (2,87%). Nei primi 6 mesi del 2018 tre le principali 33 province – quota di export del settore superiore all’1% – crescite più che doppie rispetto alla media (+2,5%) in 12 province: Piacenza (+50,0%), Asti (+19,6%), Perugia (+11,6%), Cuneo (+10,5%), Ravenna (+9,4%), Treviso (+9,1%), Pavia (+7,9%), Milano e Novara (entrambe a +6,9%), Como (+5,8%), Torino (+5,7%) e Lodi (+5,3%). In 16 province la propensione all’export del settore è almeno il doppio della media (2,28%): Cuneo (15,97%), Parma (10,93%), Verona (9,37%), Asti (8,27%), Lodi (7,87%), Salerno (6,51%), Cremona (6,37%), Siena (6,08%), Mantova (5,91%), Modena (5,80%), Vercelli (5,27%), Alessandria (5,06%), Treviso (5,04%), Ravenna (4,84%) Novara e Avellino (entrambe con il 4,74%).
Vini made in Italy – Nel 2017 l’Italia è il 2° esportatore di Vini di uve nell’Ue dietro la Francia con vendite per 5.990 milioni di euro che sono oltre un terzo di punto di PIL (0,35%) e crescono del 6,4% (era +4,4% del 2016) trainate dal +14,0% del Mezzogiorno. Nel I semestre 2018 export a +4,1% trainato dal +7,2% del Nord-Ovest e dal +7,0% del Mezzogiorno e spiccano Liguria (+54,3%), Valle d’Aosta (+17,3%), Lazio (+13,3%), Marche (+13,0%) e Sicilia (+10,9%). Veneto primo per propensione all’export di vino (1,37% del PIL): seguono Trentino-Alto Adige (1,30%), Toscana (0,83%), Piemonte (0,76%), Abruzzo (0,54%) e Friuli-Venezia Giulia (0,31%).
Le imprese dell’artigianato alimentare – Al 30 settembre 2018 il settore dell’artigianato alimentare conta 88.961 imprese, in calo dell’1,2% su base annua ed in linea con il -1,3% del totale artigianato. In controtendenza i Birrifici artigianali (+7,1%), seguiti da Distillerie (+1,6%), Lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi (+0,9%), produttori di Cacao e cioccolato (+0,8%) e produttori di Tè e caffè (+0,2%). Nell’arco di 5 anni le imprese dell’artigianato alimentare registrano un calo dell’1,8% nettamente meno del -7,0% del totale dell’artigianato. I Birrifici artigianali sono non lontani dal raddoppio (+83,7%) ed aumenti sostenuti si osservano per le imprese di Lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi (+8,5%) e per i produttori di Cacao e cioccolato (+6,1%). A livello territoriale nell’ultimo anno il calo è diffuso: nelle 16 principali regioni – ognuna con almeno 1.000 imprese artigiane – i cali meno intensi sono in Sardegna (-0,2%), Sicilia (-0,3%), Friuli-Venezia Giulia (-0,5%) e Liguria, Emilia-Romagna e Calabria (tutte a -0,9%) e sono in crescita solo Valle d’Aosta (+4,0%) e Trentino-Alto Adige (+0,1%); in 5 anni aumentano le imprese in Friuli-Venezia Giulia (+2,5%), Sicilia (+1,8%), Lombardia (+0,7%) e Veneto (+0,5%) e crescono anche Trentino-Alto Adige (+3,4%) e Valle d’Aosta (+1,1%). Tra le 28 principali province – ognuna con almeno 1.000 imprese artigiane – nell’ultimo anno crescono le imprese dell’artigianato alimentare a Catania (+3,0%), Milano (+0,7%), Vicenza (+0,4%), Sassari “vecchi confini” (+0,2%) e Padova (+0,1%); in 5 anni aumentano Milano (+10,2%), Catania (+6,6%), Palermo (+3,4%), Venezia (+3,0%), Vicenza (+2,7%), Bologna (+2,2%), Cuneo (+1,9%), Cagliari “vecchi confini” (+1,8%), Reggio Calabria (+1,4%), Messina (+1,1%), Genova (+1,0%), Salerno (+0,9%), Verona (+0,4%) e Padova (+0,1%).
Le eccellenze del food made in Italy – Al 3 dicembre 2018 l’Italia conta 299 prodotti agroalimentari di qualità a denominazione di origine e a indicazione geografica ed è prima tra i 26 paesi europei che hanno ottenuto tali riconoscimenti, davanti a Francia (248 prodotti), Spagna (195), Portogallo (139) e Grecia (107) vantando oltre un quinto (21,2%) dei prodotti censiti nei 26 Paesi Ue. Rispetto alla rilevazione condotta nello Speciale Natale 2017 l’Italia ha ottenuto il riconoscimento per 5 prodotti: Lenticchia di Altamura (Puglia), Marrone di Serino (Campania), il salume Pitina (Friuli-Venezia Giulia), la Cioccolata di Modica (Sicilia) ed il salume Lucanica di Picerno (Basilicata). Nel dettaglio in Italia si contano 167 DOP – Denominazione di origine protetta – (55,9% dei prodotti), 130 IGP – Indicazione geografica protetta – (43,5%) e 2 STG – Specialità tradizionale garantita – (0,7%) cioè Mozzarella e Pizza napoletana. Al 13 marzo 2018 sono inoltre censiti 5.056 prodotti agroalimentari tradizionali, caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo: primeggia la Campania con 515 prodotti (10,2%), seguita da Toscana con 461 prodotti (9,1%), Lazio con 409 prodotti (8,1%), Emilia-Romagna con 388 prodotti (7,7%) e Veneto con 376 prodotti (7,4%).