Sintesi del lavoro
Sono 212.691 le imprese artigiane operanti in attività economiche a vocazione turistica, pari al 15,6% dell’artigianato; in termini di demografia di impresa, il comparto registra una tenuta (-0,3%) mentre persiste la selezione per il totale dell’artigianato (-1,6%). Gli ambiti settoriali maggiormente rilevanti sono: Abbigliamento e calzature con il 22,0% del totale, Agroalimentare con il 18,6% e i Trasporti con il 15,0%. Tra le regioni, per incidenza dell’artigianato turistico sul totale dell’artigianato, ai primi posti Campania (21,2%) e Sicilia (20,9%), seguite da Marche (19,4%), Toscana (19,2%) e Lazio (19,0%).
Negli ultimi dodici mesi la crescita delle presenze turistiche in Italia (+0,6%) è trainata dagli stranieri (+1,8%) che rappresentano il 49,6% delle presenze mentre sono in calo dello -0,5% le presenze dei residenti; anche nel lungo periodo trend crescente delle presenze straniere.
Sulla domanda di turismo delle famiglie italiane pesano le incertezze nel quadro congiunturale: sale la fiducia, ma nel primo trimestre 2015 la spesa delle famiglie a prezzi costanti varia del -0,1% rispetto al trimestre precedente; l’indice in volume delle vendite al dettaglio nel totale dei primi quattro mesi del 2015 segna ‘crescita zero’. Il 24% degli italiani ritiene che la crisi economica non influisca sui programmi di vacanza per il 2015, valore quasi dimezzato rispetto al 45% della media Ue a 28: considerando i maggiori condizionamenti, il 28% andrà in vacanza ma spenderà meno, il 13% non andrà in vacanza e il 12% modificherà la lunghezza della vacanza.
L’Italia al 1° posto nell’Unione europea per presenze turistiche nei mesi estivi (giugno-settembre) con il 16,1% del totale, davanti a Francia (15,9%) e Spagna (14,3%) grazie ad asset quali 8.300 km di costa con 644 comuni litoranei, un territorio montano pari ad oltre un terzo (35,2%) della superficie nazionale e 352 città di interesse storico e artistico. Sul turismo extra Uem effetto positivo del 3,9% da variazioni dei tassi di cambio. I benefici del cambio riguardano, nel complesso, il 10,2% delle presenze turistiche totali. Favoriti i cinesi ( -17,8%), statunitensi (-17,5%), svizzeri (-14,2%) e inglesi (-10,4%) mentre sono svantaggiati i turisti brasiliani (+15%) e soprattutto i russi (+31%). Nel totale il 58,9% delle presenze turistiche extra Uem ha un vantaggio dalla rivalutazione della valuta rispetto all’euro, mentre il rimanente 41,1% viene penalizzata da una svalutazione delle monete che rende più cari beni e servizi acquistati in euro.
Presenze turistiche sul territorio: in quattro regioni italiane è concentrata quasi la metà (49,1%) del totale delle presenze in Italia: Veneto (16,3%), Trentino-Alto Adige (11,8%), Toscana (11,3%), Emilia-Romagna (9,7%); tra le province, al 1° posto Venezia (9,0%), segue Bolzano (7,7%), Roma (6,8%) e Rimini (4,1%). Più alta la quota di stranieri nel Lazio (66,9% delle presenze totali) e nel Veneto (66,4%), seguite da Trentino-Alto Adige (58,5%) e Lombardia (56,8%); tra le province, 1° posto Verbano-Cusio-Ossola dove gli stranieri sono il 78,7% del totale delle presenze, seguite da Verona (78,2%), Roma (75,4%), Firenze (74,6%).