Elaborazione Flash ‘Crescita dopo la pandemia, contesto per le imprese e riforme: i ritardi dell’Italia da
colmare’. Il lavoro, nel paragrafo ‘Covid-19 e PIL, la ‘variante italiana’ esamina gli effetti della pandemia sull’economia italiana nella prospettiva di lungo periodo caratterizzato da una minore crescita; viene proposto un confronto internazionale sul trend su vaccinazioni, variazione previsioni PIL e decessi Covid-19. Sono poi esaminati gli effetti della crisi in atto su debito pubblico, lavoro e investimenti, in un contesto che ha visto in dieci anni una riduzione del 29% degli investimenti pubblici mentre la Germania li ha aumentati del 47% e che presenta vistosi ritardi sull’ occupazione per donne e giovani, con il confronto aggiornato al 2020 dei tassi di occupazione giovani under 30 e donne per regione. Sono poi commentate alcune evidenze che mostrano come l’inefficienza della macchina burocratica potrebbe ridurre gli effetti espansivi degli investimenti stimolati dal PNRR. A seguire il report esamina le condizioni sfavorevoli del contesto competitivo per le imprese, esaminando il ritardo dell’Italia su 20 indicatori chiave su emergenza sanitaria e ambiti chiave delle riforme, quali lavoro, fisco, performance della Pa, digitale e istruzione.
L’analisi sottolinea che lo sforzo da generare per il rilancio dovrà essere massimo: per 13 dei 20 indicatori esaminati l’Italia è agli ultimi tre posti tra i 27 paesi Ue. Nel capitolo su ‘burodemia’ ai temi del Covid-19 esamina alcune criticità nel rapporto con la Pa durante l’emergenza sanitaria, da cui emerge che in 1 intervento su 2 agevolato da superbonus i lavori sono ritardati da problemi burocratici. Sono poi esaminati i freni agli investimenti pubblici determinati dal più lungo ciclo degli appalti. Viene poi proposto un capitolo curato dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia (con anticipazioni nel 9° report Covid-19 di Confartigianato) che propone il confronto in 13 città italiane di 5 indicatori del ‘fare impresa’, relativi a avvio d’impresa, ottenimento dei permessi edilizi, ottenimento di una fornitura di energia elettrica, trasferimento della proprietà immobiliare e risoluzione di controversie commerciali. L’ ampio capitolo conclusivo evidenzia due casi in cui il ritardato effetto delle riforme ne depotenzia l’efficacia. Nel primo caso si evidenzia che a seguito della riforma del 2016, è stato riorganizzato solo il 17% delle partecipate locali poco efficienti. Nel secondo caso si evidenzia il persistere di una elevata quota di Comuni che non rispettano i limiti dei tempi di pagamento imposti da una riforma di 8 anni fa; su questo tema viene proposta una dettagliata analisi territoriale dei tempi di pagamento dei Comuni, per regione e provincia di localizzazione, con una estesa dotazione di tavole statistiche territoriali sui tempi di pagamento dei Comuni, importi di fatture ricevute e importi di fatture pagate.
L’analisi si completa con l’Appendice statistica ‘I tempi di pagamento dei Comuni nei primi tre trimestri del 2020’ disponibile in questo sito.