Elaborazione Flash “L’artigianato alimentare ed il made in Italy di prodotti alimentari e bevande” – Speciale Natale 2015.” – ELEMENTI DI SINTESI
A dicembre il consumo delle famiglie di prodotti alimentari è pari a 15.208 milioni di euro, 2.659 milioni in più del consumo medio mensile. Le imprese artigiane del comparto alimentare operano in settori che intercettano il 35,7% della spesa alimentare delle famiglie equivalente, per il mese di dicembre, a 5.427 milioni di euro.
Ritorno alla crescita della spesa alimentare dopo 9 anni: il volume delle vendite del settore alimentare nei primi nove mesi del 2015 registra una crescita dello 0,5%, per la prima volta dal 2006. La qualità del prodotto artigianale si coniuga con la tenuta dei prezzi: ad ottobre 2015 a fronte di una crescita dei prezzi dei prodotti alimentari del 2,0%, i prezzi dei prodotti di pasticceria fresca crescono dell’1,0%, in leggera riduzione rispetto all’1,2% di ottobre 2014.
Al 30 settembre 2015 il settore dell’artigianato alimentare è composto da 90.977 imprese e 159.753 addetti ed è stabile rispetto all’anno precedente, in controtendenza rispetto al calo dell’1,6% registrato dal totale artigianato. In crescita le imprese artigiane nel comparto di distillerie, birre e vini (+4,2%), nel lattiero-caseario (+1,8%), nella lavorazione e conservazione frutta e ortaggi e pesce (+1,1%), nel cacao, caffè, tè e spezie (+0,5%) e nei cibi da asporto (+0,4%).
Nel territorio la crescita maggiore in Veneto pari all’1,3%, seguita dalla Lombardia con l’1,1%, dalla Sicilia con lo 0,7% e dall’Emilia-Romagna con lo 0,2%. Tra le province maggiore dinamismo a Trapani con il 3,6%, Pisa e Prato entrambe con il 3,5%, Verona con il 3,2%, Milano con il 3,0%, Pavia con il 2,9%, Livorno e Rieti con il 2,8% e Vicenza con il 2,5%.
Cresce l’occupazione nell’Alimentare: +1,9% nell’ultimo anno. Dal 2008 al 2015 48.100 addetti in più; nel settore 4 addetti su 10 (37,3%) nell’artigianato.
In Italia, grazie alle produzioni a ‘chilometro zero’ e l’artigianato la ‘vera’ dieta mediterranea: la quota di popolazione italiana in condizione di obesità è del 10,4%, la più bassa di tutti i Paesi Ue che si affacciano sul Mediterraneo.
Le vendite del made in Italy alimentare negli ultimi dodici mesi registrano il massimo storico di 29.642 milioni di euro, con una incidenza dell’1,8% del Pil, anch’essa ai massimi storici. L’export alimentare nei primi 8 mesi del 2015 sale del 7,1%, a fronte di un aumento del 4,5% del totale export.
Tra le principali regioni l’export alimentare in Campania cresce del 14,8% nei primi sei mesi del 2015; seguono Veneto con l’11,9%, Piemonte con il 5,1%, Emilia-Romagna con il 4,7% e Lombardia con l’1,0%. Le province più dinamiche sono Napoli con il 36,1%, Bergamo con il 26,1%, Firenze con il 19,6%, Siena con il 18,9%, Vicenza con il 18,7%, Bologna con il 13,7%, Treviso con il 12,0%, Asti con l’11,2%, Verona con l’11,1%, Varese con il 10,3% e Padova con il 10,0%.
Forte aumento (+10,2%) delle vendite all’estero dei dolci da ricorrenza: le vendite all’estero di Torte, panettoni, panettone di Natale e dolci della panetteria, della pasticceria o della biscotteria nei primi otto mesi del 2015 segnano un aumento a due cifre negli Stati Uniti d’America con un +45,5%, seguiti dalla Germania con +32,1%, dall’Austria con +22,2% e dalla Spagna con +15,6%.
La più alta vocazione all’export alimentare la registriamo in Emilia-Romagna con esportazioni del settore pari al 3,61% del valore aggiunto regionale, seguita dal Veneto con il 3,55%, dal Piemonte con il 3,54%, dal Trentino-Alto Adige con il 3,51% e dalla Campania con il 2,94%. Tra le province al primo posto Cuneo con l’11,80% del valore aggiunto provinciale, seguito da Parma con il 10,26%, Verona con il 7,94%, Salerno con il 7,42%, Asti con il 6,85%, Modena con il 5,77%, Mantova con il 5,27%, Vercelli con il 4,97%, Novara con il 4,72% e Siena con il 4,57%. L’Italia è al primo posto in Ue con 277 prodotti agroalimentari di qualità tra DOP, IGP e STG; il nostro Paese vanta oltre un quinto (21,5%) del totale dei prodotti di qualità europei censiti. Inoltre sono censiti 4.881 prodotti agroalimentari tradizionali e la sola Toscana ne conta quasi un decimo (9,4%) e precisamente 461, seguita dalla Campania con 457 (9,4%), dal Lazio con 393 (8,1%), dall’Emilia-Romagna con 378 (7,7%) e dal Veneto con 370 (7,6%).
I dati per regione e provincia dell’artigianato e dell’export alimentare.