Elaborazione Flash “Le tendenze del credito alle imprese artigiane a settembre 2015” – Il lavoro esamina le più recenti evoluzioni del credito alle imprese, l’andamento del rapporto prestiti/Pil per imprese e famiglie, il trend dei tassi di interesse pagati dalle imprese, con una specifica analisi dei tassi attivi effettivi sui finanziamenti alle imprese per territorio. Il cuore del lavoro è rappresentato dell’esame dell’andamento dei prestiti all’artigianato a settembre 2015 per regione e provincia e l’analisi della serie storica trimestrale da settembre 2013, analisi basata sui dati resi disponibili grazie alla collaborazione con Artigiancassa. Il lavoro riprende poi la nostra recente analisi sulle sofferenze bancarie e infine in Appendice propone l’esame del credito garantito dai Confidi a piccole imprese fino a 20 addetti sulla base dell’elaborazione dei dati Banca d’Italia.


Highlights



L’andamento dei tassi di interesse e dei prestiti alle imprese – A dicembre 2015 il tasso di interesse sui prestiti per nuove operazioni alle società non finanziarie scende all’1,74% ed è di 83 punti base più basso rispetto al valore di un anno prima e, dal confronto internazionale, risulta che il tasso di interesse pagato dalle imprese italiane è di 8 punti base più basso di quello dell’Eurozona, chiudendo il gap Italia-Uem dopo oltre quattro anni. Si osserva una riduzione (-61 p.b.) anche per il tasso sui prestiti fino a 250.000 euro; questa tipologia di prestito, strutturalmente più costosa, a dicembre 2015 presenta un spread con il totale dei prestiti di 140 punti base.

A novembre 2015 si registra un ritorno alla crescita dei prestiti al totale delle imprese (+0,3% rispetto a novembre 2014), ma persiste il calo dei prestiti alle imprese con meno di 20 addetti (-1,4%) e quelli alle famiglie produttrici (-0,8%); per tutte le tipologie di impresa si registra un miglioramento rispetto al mese precedente.


Il trend dei prestiti all’artigianato a settembre 2015 – Sulla base dei dati resi disponibili grazie alla collaborazione con Artigiancassa si osserva a settembre 2015 uno stock di prestiti all’artigianato pari a 45,6 miliardi di euro con il persistere di un calo che su base annua è del 4,7%, flessione più accentuata rispetto alle piccole imprese fino a 20 addetti. La flessione prosegue da oltre tre anni, a novembre 2015 registra una sostanziale stabilità rispetto al -4,6% di giugno 2015, ma risulta in peggioramento rispetto al -4,0% di un anno prima. A settembre 2015 l’artigianato assorbe il 5,1% del totale dei prestiti alle imprese, ma rappresenta il 10,9% della diminuzione assoluta registrata dal totale dei prestiti nell’ultimo anno. Nell’arco degli ultimi quattro anni i prestiti all’artigianato sono diminuiti complessivamente del 20,0% (-11,4 miliardi in meno), pressoché il doppio del calo registrato dal totale imprese (-11,5%).

La flessione del credito all’artigianato a settembre 2015 è diffusa in tutte le regioni con cali meno accentuati in Valle d’Aosta (-0,9%), Toscana (-2,5%) e Sardegna (-3,1%); in 7 regioni su 20 la dinamica tendenziale migliora rispetto a quella registrata nel trimestre precedente. In 49 province si registra una diminuzione superiore alla media (-4,7%); in poco meno della metà delle province, precisamente 54, si rileva un trend dei prestiti stabile o in miglioramento rispetto al trimestre precedente.


Le sofferenze bancarie – A giugno 2015 i crediti deteriorati ammontano a 348,9 miliardi, pari al 22,8% del credito totale, di cui le sofferenze sono 204,6 miliardi (13,4% dei crediti) ed il tasso di copertura delle sofferenze – ammontare delle rettifiche di valore in rapporto alla corrispondente esposizione lorda – è del 58,7%. Nel 2014 la quota di prestiti deteriorati – basata su una classificazione armonizzata dei Non-performing loans (NPL) – è pari in Italia al 15,8%, superiore al 6,9% della Spagna, al 3,6% della Francia, e al 2,5% della Germania. In un anno la crescita di tale quota in Italia è stata di 2,9 punti percentuali, superiore all’aumento di 0,7 punti in Germania mentre in Francia e Spagna la quota di NPL è scesa di 1 punto.

Al III trimestre 2015 il 70,3% delle sofferenze nette – al lordo di svalutazioni e al netto di passaggi a perdita eventualmente effettuati – si concentra sopra i 500.000 euro, e si riferisce al 4,7% degli affidati, con un valore medio di 2,2 milioni di euro maggiormente riconducibile al taglio del finanziamento di medie e grandi imprese. Nell’ultimo anno la crescita delle sofferenze è pressoché interamente (91,8%) concentrata negli importi superiori a 500.000 euro. Anche il tasso di decadimento dei finanziamenti per cassa al III trimestre 2015 – credito dei soggetti entrati in sofferenza nel trimestre sul totale del credito non in sofferenza – tende a crescere all’aumentare della dimensione del finanziamento bancario.

Al III trimestre 2015 l’incidenza delle sofferenze sul totale dei prestiti è pari al 16,8% con una maggiore incidenza nelle Costruzioni (27,6%), seguite dal Manifatturiero (16,4%) e dai Servizi ad altri (13,9%). Il maggior peso delle sofferenze nelle Isole (24,3%), seguite da Sud (22,9%), Centro (20,2%), Nord-Est (14,6%) e Nord-Ovest (13,3%). Le sofferenze sono oltre un quarto dei prestiti in Molise (27,0%), Calabria (26,9%), Basilicata (26,0%) e Sicilia (25,3%), mentre all’opposto sono meno di un decimo dei prestiti in Valle d’Aosta (8,4%) e Trentino-Alto Adige (8,8%). In 24 province su 110 le sofferenze sono oltre un quarto dei prestiti e si supera la quota del 30% a Reggio Calabria (35,3%), Trapani (32,6%), Carbonia-Iglesias (32,3%), Matera (30,6%) ed Isernia (30,3%). All’opposto le sofferenze sono meno di un decimo dei prestiti a Provincia Autonoma di Bolzano (5,4%), Sondrio (7,2%), Trieste (7,8%), Ancona (8,4%), Cuneo (9,6%), Lodi (9,6%) e Ravenna (9,9%).

Nel 2014 l’incidenza delle sofferenze sui prestiti alle imprese artigiane è pari al 18,8%, valore che scende al 13,8% per le imprese garantite dai Confidi aderenti a Fedart Fidi e tale gap è passato dal valore di 1 punto percentuale del 2008 ai 5 punti del 2014.


Tassi attivi effettivi sui finanziamenti alle imprese per territorio – A settembre 2015 il tasso attivo effettivo sui finanziamenti per cassa a imprese non finanziarie riferiti ad operazioni in essere e a rischi autoliquidanti e a revoca è pari a 5,26%, in calo di 91 punti base in un anno. I tassi più alti in otto regioni del Mezzogiorno: Calabria (8,53%, -46 p.b. in un anno), seguita da Sicilia (7,39%, -58 p.b. in un anno), Sardegna (7,20%, -84 p.b. in un anno), Molise (7,15%, -23 p.b. in un anno, Puglia (7,14%, -61 p.b. in un anno), Campania (7,06%, -77 p.b. in un anno), Abruzzo (6,44%, -102 p.b. in un anno) e Basilicata (6,29%, -74 p.b. in un anno). Il credito per una impresa calabrese costa 407 punti base in più rispetto ad una impresa del Trentino-Alto Adige. Il gap del costo del credito tra imprese del Mezzogiorno e quelle del Centro-Nord è pari a 215 punti base. I dati per provincia.