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SINTESI “Le tendenze del made in Italy nei settori di MPI nel III trimestre 2017″
In un contesto favorevole agli scambi internazionali si conferma una performance positiva del made in Italy nei settori dove sono maggiormente concentrate le Micro e Piccole Imprese (MPI) che sale a 122.012 milioni di euro toccando, con una incidenza sul PIL del 7,2%, il massimo storico degli ultimi venti anni; tocca il massimo anche il saldo degli scambi commerciali dei settori di MPI, positivo per 38.948 milioni di euro.
I prodotti. Nei primi tre trimestri del 2017 l’export dei settori di MPI sale del 5,1%, a fronte di un aumento del Manifatturiero del 7,2%, e nel dettaglio crescono tutti i comparti: il settore a maggiore crescita è quello delle Altre manifatture in salita del 7,8% – spinto dal +12,2% della Gioielleria – seguito da Metalli con il 7,1%, Legno con il 5,8%, Alimentare e Pelle che crescono entrambi del 5,4%, Abbigliamento con il 3,8%, Mobili con il 2,9% e Tessile con l’1,0%.
I mercati. L’analisi per i principali mercati di destinazione del made in Italy di MPI vede nei primi tre trimestri 2017 la crescita maggiore delle vendite in Cina dove salgono del +19,6% rispetto allo stesso periodo del 2016; seguono la Polonia (+11,9%), la Svizzera (+11,0%), la Russia (+10,6%), la Corea del Sud (+9,2%), la Repubblica Ceca (+8,0%), l’Ungheria (+7,9%), la Turchia (+7,7%), il Canada (+7,1%) e il Portogallo (+6,8%). L’export di MPI sale del 6,6% nei Paesi al di fuori dell’Ue a 28 e del 3,9% all’interno dell’Unione.
La tendenza sul territorio. Tra le maggiori regioni – con una quota superiore o uguale all’1% dell’export dei settori di MPI – si osserva una crescita nei primi nove mesi del 2017 maggiore rispetto alla media in Piemonte (+10,3%), Friuli-Venezia Giulia (+10,0%), Abruzzo (+9,2%), Lazio (+8,2%), Toscana (+6,1%) e Lombardia (+5,6%). Presentano aumenti anche: Emilia-Romagna (+3,8%), Veneto (+3,7%), Trentino-Alto Adige (+3,6%), Umbria (+2,7%) e Puglia (+2,2%). Tra le principali regioni l’export cala (-1,2%) solo in Campania ed è stazionario (-0,1%) nelle Marche.
Tra le maggiori province si osserva una crescita a doppia cifra delle vendite all’estero nei settori di MPI ad Alessandria (+29,3%, su cui incide il +37,0% di Gioielleria, bigiotteria e articoli connessi, pietre preziose lavorate), Arezzo (+13,4%, maggiormente influenzato da +40,0% della Pelle), Cuneo (+11,4%, trainato dal +116,5% dell’Alimentare) e Udine (+10,2% con un +29,4% nel Metallo). Seguono, con aumenti sopra alla media, Pordenone (+9,4%), Milano (+8,7%), Venezia (+8,4%), Biella (+7,8%), Piacenza (+7,4%), Bologna (+6,6%), Bergamo (+6,4%), Firenze e Roma (per entrambe +6,0%); Delle 35 province esaminate solamente tre registrano una diminuzione dell’export: Salerno con il -5,6%, Modena con il -4,7% e Como con il -0,3%.
Il grado di esposizione, dato dal rapporto tra le esportazioni nei settori di MPI e il valore aggiunto territoriale, più elevato si riscontra in Veneto con il 19,16%, più che doppio rispetto alla media dell’8,41%; seguono Toscana con il 15,38%, Marche con il 12,31%, Emilia Romagna con il 11,64%, Friuli-Venezia Giulia con l’11,25%, Piemonte con il 9,97% e Lombardia con il 9,85%. La provincia con il maggior grado di esposizione è Belluno con il 53,44% (45 p.p. in più rispetto alla media, risultato dovuto alla forte specializzazione nell’Occhialeria); seguono Biella (37,20%), Arezzo (36,37%), Prato (34,58%), Vicenza (32,71%), Fermo (28,95%), Treviso (26,21%) e Alessandria (25,52%).