HIGHLIGHTS 

L’escalation di IMU-TASI e della tariffa rifiuti urbani – Prelievo da tassazione immobiliare aumenta del 119,2% in cinque anni. La richiesta di IMU e TASI per gli immobili delle imprese a 8,8 miliardi di euro, con la disaggregazione per territorio; per versamento a saldo del prossimo 18 dicembre in gioco 4,4 miliardi di euro. Tariffa rifiuti su imprese e cittadini per 10 miliardi di euro. In cinque anno cinque anni il prezzo della raccolta rifiuti sale del 12,3%, ritmo doppio del +6,4% della media Eurozona, mentre nello stesso arco di tempo la produzione di rifiuti scende del 5,3% 

IMU/TASI 

Il raddoppio del prelevo in cinque anni – Negli ultimi cinque anni (2011-2016) le entrate fiscali e contributive sono salite di 36.785 milioni, pari ad un aumento del +5,4%, trainato dai 11.037 milioni di euro di maggiore prelievo di IMU e TASI sugli immobili, che nel periodo in esame più che raddoppia (+119,2%). La tassazione immobiliare nel 2011 pesava per solo il 2% delle entrate fiscali, ma ha determinato oltre un terzo (35%) dell’aumento del prelievo fiscale negli ultimi cinque anni. Per 4.353.371 unità relative ad immobili produttivi delle imprese si calcola IMU e TASI pari a 8.802 milioni di euro, pari allo 0,75% del valore aggiunto privato non agricolo. La mancata applicazione della deducibilità dell’IMU da Irpef, Ires e Irap mantiene un iniquo prelievo fiscale sulle imprese, generando l’effetto perverso di ‘ulteriori tasse sulle tasse’: la mancata applicazione della deducibilità integrale determina per le imprese un maggiore prelievo di IRES, IRPEF e IRAP pari a 636 milioni di euro. 

TASSA RIFIUTI 

In cinque anni prezzo raccolta dei rifiuti +13,6% in Italia, più del doppio del +6,4% dell’Eurozona – Ad ottobre 2017 in Italia il prezzo della raccolta rifiuti appare stabilizzato (+0,1%) rispetto lo stesso mese dell’anno precedente, un punto inferiore al tasso di inflazione (+1,1%), dopo una forte escalation: in cinque anni, a fronte di una inflazione del 3,1% il prezzo della raccolta dei rifiuti cresce del 13,6%, più che doppio rispetto al 6,4% dell’Eurozona e superiore alla crescita nei principali paesi europei. 

Ricavi da tassa e/o tariffa rifiuti – Nel 2016 i proventi per il servizio di igiene urbana sono stimati in 10.055 milioni di euro, in leggera diminuzione (0,2%) rispetto all’anno precedente, ma in crescita del 43,2% rispetto al 2007, anno pre crisi. In termini pro capite i proventi da tassa e/o tariffa sono di 165,95 euro per abitante all’anno. I proventi pro capite più elevati si osservano in: Liguria con 216,80 euro (30,6% sopra la media), Lazio con 213,50 euro (28,7% sopra la media) e Toscana con 208,05 euro (25,4% sopra la media). All’opposto i proventi pro capite minori sono quelli di: Friuli-Venezia Giulia (124,16 euro), Molise (125,98 euro), Trentino Alto Adige (129,40 euro), Lombardia (133,21 euro) e Veneto (133,62 euro). In media i proventi pro capite del servizio di igiene urbana pesano per lo 0,61% sul Pil pro capite: valori superiori alla media si registrano in tredici regioni e quelli più alti si osservano per la Campania (incidenza pari all’1,07% del PIL), la Sicilia (1,01%), la Sardegna (0,98%), la Calabria e la Puglia (per entrambe 0,97%), mentre le incidenze minori sono quelle del Trentino Alto Adige (0,34%), della Lombardia (0,37%), del Friuli-Venezia Giulia (0,43%), del Veneto (0,43%), della Valle d’Aosta (0,49%), dell’Emilia-Romagna (0,50%). In dieci anni la Produzione di rifiuti urbani diminuisce dell’8,4%, mentre aumentano del 50,1% i proventi totali del servizio di igiene urbana. 

All’aumentare del costo di spazzamento strade cresce la percezione di sporcizia nelle strade da parte delle famiglie – Il 33,0% delle famiglie dichiara molto o abbastanza presente il problema della sporcizia nelle strade nella zona in cui vive, media superata nel Lazio dove una famiglia su due si lamenta del problema (52,8%), seguita da Liguria (41,5%), Sicilia (38,5%), Sardegna (37,7%), Campania e Puglia (entrambe a 36,2%) e Basilicata (34,5%). Il costo pro capite di spazzamento e lavaggio delle strade – in rapporto alla popolazione equivalente che considera le presenze turistiche – è in media di 21,30 euro e il Lazio risulta la regione con il costo maggiore, pari a 30,47 euro per abitante. Seguono con valori oltre la media: Sicilia (27,86 euro/ab.), Marche (25,67 euro/ab.), Campania (25,65 euro/ab.), Sardegna (24,17 euro/ab.), Basilicata (23,61 euro/ab.), Liguria (22,95 euro/ab.), Lombardia (22,81 euro/ab.), Puglia (22,48 euro/ab.) e Valle d’Aosta (22,20 euro/ab.).