Made in Italy nei settori di MPI nel 2015



Prodotti, mercati e territori



Export nei settori di Micro e Piccola
Impresa in salita del 3,9%, meglio del totale manifatturiero (+3,7%).
Performance trainata dalle economie avanzate (+5,5%) mentre ristagna (-0,4%) l’export
verso i paesi emergenti determinato dalla crisi della Russia (-31,3%). In 28
settori l’Italia primo esportatore in Ue



 



In sintesi



 



Nel 2015 l’export
di MPI
raggiunge il massimo storico di 115,9 miliardi di euro, pari
al 7,1% del Pil e rispetto all’anno precedente segna una crescita di 4.349
milioni di euro, pari al +3,9% e migliore del +3,7% del Manifatturiero.



I settori – Si registrano aumenti superiori alla media per le Altre manifatture con
il +8,0%, Alimentare e Mobili entrambi con il +6,5% e Legno e prodotti in legno
(esclusi i mobili) con il +5,7%. L’eccellenza del made in Italy: in 28
settori l’Italia è il primo esportatore nell’Unione europea; in questi comparti
top le vendite all’estera ammontano a 73,0 miliardi di euro, pari al 17,7% del
made in Italy e sono salite del 2,6% rispetto al 2014. Nelle Micro e piccole
imprese di questi settori lavorano 335.141 addetti, il 47,4% dell’occupazione
totale dei 28 settori.



I mercati – Le economie avanzate concentrano 85,7 miliardi di euro dell’export dei
settori MPI, pari a quasi i tre quarti (73,9%) del totale, mentre le economie
emergenti assorbono i restanti 30,2 miliardi di euro di export di MPI (26,1%
del totale). Anche nei settori di MPI si evidenzia la frenata della domanda dei
Paesi emergenti: la crescita del 3,9% dell’export nei settori di MPI è trainata
+5,5% delle economie avanzate mentre i paesi emergenti segnano un calo della
domanda dello 0,4%. Su tale calo pesa in modo determinante la crisi economica
della Russia: l’export nei settori di MPI nei Paesi emergenti al netto del
mercato russo, infatti, è in salita del 3,5%, solo due punti percentuali in
meno rispetto al +5,5% dei Paesi avanzati.



Nei primi
venti mercati
l’export cresce del 4,0% trainato dai dodici paesi non
appartenenti all’Eurozona che crescono del 5,6% mentre gli otto mercati
dell’Eurozona si fermano sul +2,3%. Tra i maggiori venti mercati del Made in
Italy di MPI l’export cresce a ritmi superiori ai quattro punti percentuali in
Stati Uniti (+18,5%), Corea del Sud (+15,1%), Cina (+13,1%), Polonia (+9,6%),
Regno Unito (+9,5%), Hong Kong (+8,5%), Spagna (+7,5%) e Svizzera (+4,1%);
all’opposto, registriamo il segno negativo per le vendite negli Emirati Arabi
Uniti          (-1,8%), Grecia (-4,8%) fino
al forte calo in Russia (-31,3%).



Sempre
considerano i primi 20 mercati, risulta interessato da un livello medio-alto di
rischio di credito il 10,5% dell’export dei settori di MPI. Nel 2016-17
l’export nei principali 20 mercati crescerà del 5,3%; una crescita sopra la
media per dieci maggiori mercati e nel dettaglio Hong Kong, Regno Unito,
Belgio, Polonia, Corea del Sud, Germania, Svizzera, Paesi Bassi, Stati Uniti e
Cina.



I territori. Per le cinque principali
regioni esportatrici
si osserva una dinamica dell’export nei settori di MPI
superiore rispetto alla media del +3,9% in Piemonte con il +9,7% (pari a 924
milioni di euro in più), Emilia-Romagna con il +4,9% (pari a 670 milioni di
euro in più), Veneto con il +4,8% (pari a 1.116 milioni di euro in più).
Seguono Toscana con il +3,2% (pari a 440 milioni di euro in più) e Lombardia
con il +1,2% (pari a 350 milioni di euro in più).



Tra le 33
principali province
– con una quota superiore o uguale all’1% dell’export
di MPI – 29 segnano una crescita e 19 crescono più della media (+3,9%): nel
dettaglio la migliore performance si registra ad Alessandria (22,1%) seguita da
Belluno (12,2%), Napoli (10,8%), Bolzano (9,7%), Lecco (9,1%), Torino (8,0%),
Modena (7,6%), Bologna (6,3%), Parma (6,2%), Vicenza (5,9%), Pordenone (5,7%),
Biella (5,5%), Firenze (5,4%), Venezia (4,8%), Reggio Emilia (4,7%),
Forlì-Cesena (4,5%), Cuneo (4,4%), Salerno (4,3%) e Prato (4,2%).



Focus made in Italy alimentare e
prodotti agroalimentari di qualità
– Tra i
settori MPI l’Alimentare è il più rilevante per vendite all’estero e nel 2015 continua
il trend di crescita degli ultimi anni registrando il massimo storico delle esportazioni,
con un valore di 22,9 miliardi milioni di euro e con una incidenza dell’1,4%
del Pil, anch’essa ai massimi storici. Nel 2015 le esportazioni del settore
crescono del 6,5% – l’aumento maggiore degli ultimo triennio – e tra i settori
di MPI è secondo solo alla Altre industrie manifatturiere (+8,0%).



A marzo 2016
l’Italia conta 283 prodotti agroalimentari di qualità ed è prima tra in
Europa davanti a Francia (228 prodotti), Spagna (190) e Portogallo (134) e
Grecia (103) e vanta oltre un quinto (21,5%) dei prodotti di qualità europei. Di
questi prodotti 165 sono DOP – Denominazione di origine protetta – (58,3%), 116
sono IGP – Indicazione geografica protetta – (41,0%) e 2 sono STG -Specialità
tradizionale garantita – (0,7%). Le prime regioni per prodotti di qualità
sono Emilia-Romagna (42 prodotti), Veneto (36), Lombardia (33), Toscana (31),
Sicilia (29), Lazio (26), Campania (22) e Piemonte (21). Le prime province
sono Bologna (22 prodotti), Brescia (18), Cuneo, Ferrara e Siena (tutte con 17
prodotti), Bergamo (16), Forlì-Cesena, Massa-Carrara, Modena e Ravenna (tutte
con 15 prodotti).



Nel settore
dell’alimentare e bevande quattro addetti su dieci lavorano in una impresa
artigiana
(159.753 addetti, pari al 37,3% del totale).



I dati
statistici relativi ai primi mesi del 2016 evidenziano segnali di
rallentamento del commercio estero: l’export totale a gennaio 2016 segna un calo
tendenziale del 3,5% mentre l’export extra Ue registra nel primo bimestre 2016 una
flessione del 5,1%; in parallelo nella media di marzo (i primi 29 giorni) si
registra un apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro dell’1,8% rispetto
alla media di dicembre 2015.