In
sintesi



La 1a
rilevazione dell’Osservatorio Credito Covid-19 è realizzata attraverso una
indagine qualitativa svolta su 38 esperti del sistema Confartigianato,
rappresentativi di territori che comprendono il 53% dei prestiti alle micro e piccole
imprese italiane. In relazione alla
richiese delle
imprese
gli esperti evidenzia una crescita elevata e
straordinaria per la moratoria dei prestiti; è sostenuta la richiesta per
rifinanziamenti e ristrutturazione del debito, mentre per 9 esperti su 10 è
valutata al di sotto del normale la domanda di credito legata agli
investimenti. Tra i
fattori che pesano
maggiormente sulle condizioni finanziarie delle imprese
prevalgono i mancati incassi, le criticità del cash flow e i
ritardati pagamenti da parte dei privati. In 8 casi su 10 aumenta il
flusso presso gli Uffici credito delle associazioni e
i Confidi
, mentre in 9 casi su 10 si registra la presenza di criticità operative delle banche nella gestione dei flussi delle imprese clienti in relazione a modifiche
di orario, riduzione del personale e tempi di attesa; sono diffuse, segnalate
da oltre 7 intervistati su 10, le criticità operative conseguenti a difficoltà
tecnologiche nella gestione dei servizi bancari.



In relazione
all’
atteggiamento delle banche si registra
il maggiore saldo positivo tra indicazioni di atteggiamento favorevole e quelle
di atteggiamento sfavorevole o dilatorio per la concessione della moratoria
legale del DL Cura Italia (saldo pari a +78), mentre si registra un saldo
negativo, con una prevalenza di atteggiamento sfavorevole o dilatorio, per la
concessione di nuove linee di finanziamenti (saldo pari a -52); saldi negativi
anche rinnovo dei fidi rispetto alla proposta di sospensione prevista dal DL
18/2020 (-21) e per la consulenza (-20).
L’atteggiamento dilatorio non appare come voluto da parte delle banche: per quasi 8 esperti su 10 è
attribuibile alle incertezze legate alla crisi da coronavirus mentre solo in un
1 caso su 10 non si rileva un atteggiamento dilatorio.



Non sono
evidenti segnali diffusi di
restrizione
creditizia
disponibilità
verso le imprese delle principali banche presenti nei territori
si registra un saldo positivo per tutte le tipologie bancarie
considerate, pur con marcate differenziazioni: è massima la disponibilità per
le banche minori (saldo +86), ed è alta quella delle banche piccole (+72); a
distanza le altre banche grandi o appartenenti a grandi gruppi bancari (+38) e i
primi cinque gruppi bancari (+14) per i quali prevale l’atteggiamento neutrale.



La crisi avrà
ripercussioni importanti sul sistema bancario italiano: due terzi degli esperti
segnalano un moderato
rischio di
dissesto
di uno o più Istituiti di credito del territorio,
mentre è pressoché assente la segnalazione di un rischio elevato; per 3 esperti
su 10 il rischio è assente grazie alla solidità acquisita delle banche prima
dello scoppio dell’attuale crisi. Cresceranno in modo significativo i
default di
impresa
: ben 7 esperti su 10 indicano un aumento di cessazioni
e fallimenti, valutabile in una crescita del 21% nel corso del 2020.



Sugli interventi di policy da adottare prevale l’orientamento per interventi pubblici di rafforzamento della
garanzia pubblica (Fondo Centrale di Garanzia) (punteggio medio di priorità
pari a 3,0 con scala da 1=massima priorità a 6=minima priorità), seguito
dall’organizzazione di una risposta pubblica mediante erogazione di contributi
in conto capitale a copertura degli scompensi di cassa per il drastico calo di
fatturato (3,2).