Elaborazione Flash ‘Osservatorio Credito Covid-19, giugno 2020 – I risultati della 2° rilevazione sulla rete di esperti delle Associazioni di Confartigianato – Box su trend prestiti alle MPI a marzo 2020’. Il lavoro presenta i risultati della seconda edizione dell’indagine qualitativa, coordinata dalla Direzione Politiche Economiche, svolta tra il 7 maggio e 1° giugno su 38 esperti del sistema Confartigianato, rappresentativi di territori che comprendono i due terzi (67,8%) dei prestiti alle micro e piccole imprese italiane. 
Le tendenze emerse nella 2a rilevazione rispetto alla precedente edizione – Maggiore rappresentatività del panel degli esperti Confartigianato: sale di 15 punti percentuali il grado di copertura del mercato dei prestiti delle MPI degli intervistati. Si accentuano i segnali di crisi di liquidità delle MPI: deciso aumento di 76 punti percentuali per il saldo relativo alla richiesta di liquidità per scorte e capitale circolante; persiste la debolezza della domanda per investimenti. Aumentano gli accessi alla rete degli sportelli delle Associazioni Confartigianato. Migliora l’atteggiamento delle banche nella concessione di sospensione o allungamenti. Nell’atteggiamento dilatorio diminuiscono le incertezze legate alla crisi, mentre salgono le motivazioni connesse alle complessità organizzative e normative. Si intensificano i segnali di criticità operative degli Istituti di credito, nell’organizzazione dei flussi di clienti e legate alle piattaforme tecnologiche dei servizi bancari.
Le condizioni restrittive non risultano prevalenti. Pur con un saldo favorevole, si registra peggioramento per la richiesta di maggiori garanzie e per gli spread sui tassi di interesse. Condizioni negative, e in peggioramento, in relazione alle mancate risposte alle richieste delle imprese. Persiste la disponibilità positiva delle principali banche presenti sul territorio, ma si riduce rispetto alla 1^ rilevazione; è meno accentuata la differenza legata alla dimensione della banca. Il panel di esperti prevede un aumento del 23% delle cessazioni e default d’impresa.