Elaborazione Flash ‘Salute mentale, anziani e assistenza: alcuni numeri’ predisposta per ANAP – Confartigianato Persone in occasione della Giornata per la prevenzione dell’Alzheimer 2013 del 6 aprile.


Il lavoro in sintesi evidenzia:
Nei 150 anni dell’Unità d’Italia la popolazione anziana si moltiplica di 14 volte. Attualmente la  speranza di vita per un uomo è di 79,4 anni per una donna di 84,5 anni. Donne vivono più a lungo ma un terzo (33,1%) della loro vita è vissuto in condizioni di salute non buone. L’Italia è il paese europeo con il più basso ricambio tra giovani e vecchi.
Tra il 2011 e il 2050 la popolazione anziana crescerà di 8,7 milioni con un incremento del 70,8%; al 2050 un italiano su tre (33,1%) sarà anziano. In quarant’anni raddoppierà il rapporto tra anziani e attivi, passando dal 30,9% del 2011 al 60,8% del 2050.
Sono 409 mila gli anziani colpiti da demenza che vivono in famiglia. In aumento la mortalità per demenze: tasso sale in tre anni da 20,7 a 25,8 per 10.000 abitanti. Alzheimer è la malattia cronica maggiormente invalidante: 8 su 10 anziani colpiti sono disabili (78,6%).
La pressione della malattia sui servizi pubblici: il tasso di ospedalizzazione per disturbi mentali senili è di 66,2 dimissioni ogni 100.000 abitanti. L’assistenza domiciliare integrata (Adi) copre solo il 4,1% degli anziani, con la punta massima dell’11,6% in Emilia-Romagna. La scarsa efficienza determina un gap di 638mila anziani trattati in Adi, il 126,6% dei trattamenti attuali. Forte domanda anche per le attività di cura familiari, con il decorso della malattia che in media è di 10 anni: con gli anziani colpiti sono interessate 405 mila famiglie e 472 mila familiari per un totale di 881mila persone coinvolte. Nel 2012 i costi del disordine mentale dovuto alla demenze ammontano ad 11,4 miliardi di euro pari allo 0,73% del PIL; con l’invecchiamento 203 milioni di spesa in più all’anno. Crisi della sanità pubblica: tra 2010 e 2015 minore spesa sanitaria reale pari a 454 euro per anziano, con un crollo dell’11,9%. “Lo spread fa male alla salute”: nel 2012 spesa per interessi +8,3 miliardi, spesa per sanità -0,7 miliardi.
Italia ultima tra i maggiori paesi europei sia per spesa welfare per la famiglia sia che per quella per invalidità. Con il ridimensionamento del welfare pubblico cresce il welfare privato: nonostante la recessione nel 2012 il settore dell’economia italiana con la più alta crescita del valore aggiunto è quello delle attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico (+2,4%); i collaboratori domestici e badanti presenti sono 881.702.