Dal programma di acquisto di attività finanziarie nell’Eurozona Quantitative easing (Qe) – che dovrebbe portare all’acquisto di titoli di Stato italiani per circa 130 miliardi di euro – si stima un contributo alla crescita del Pil di mezzo punto percentuale nel 2015 e di 1,4 punti complessivi nel biennio 2015-2016.
La politica monetaria espansiva sta riducendo i tassi di interesse, ma persiste la riduzione dei prestiti alle imprese con un calo a febbraio 2015 del 3,2% per le imprese con meno di 20 addetti ed in peggioramento rispetto al -2,9% rilevato circa un anno prima (marzo 2014). Anche per il totale delle imprese i prestiti risultano in calo (-2,6%).
A marzo 2015 le imprese manifatturiere indicano un miglioramento nelle condizioni di accesso al credito con la quota di imprese che giudica le condizioni più favorevoli che è passato in un anno dal 6,7% al 16,1%. Una impresa manifatturiera su dieci (10,9%) non ottiene i finanziamenti richiesti o per il rifiuto della banca o perché ha giudicato troppo onerose le condizioni richieste, quota in diminuzione rispetto al 13,4% di un anno prima.
In Italia le società non finanziarie – escluse le famiglie produttrici – a febbraio 2015 pagano sui nuovi finanziamenti un tasso di interesse del 2,40%, 38 punti base in più rispetto a quello medio dell’Eurozona a 19 (2,02%): il gap è in riduzione da tre anni e mezzo, ma il fenomeno è in attenuazione rispetot ai 78 punti base di anno prima. Il costo del credito per le imprese in Italia è inferiore solo a quello rilevato in Spagna (2,80%) ed in un anno il tasso scende di 107 punti base, il calo più intenso tra i paesi in esame.
I prestiti all’artigianato per regione e provincia e la dinamica tra dicembre 2012 e dicembre 2014 – Permangono critiche le condizioni sul mercato del credito all’artigianato – analisi resa possibile grazie alla collaborazione con Artigiancassa – che a dicembre 2014 registra prestiti per 47.055 milioni di euro, con un calo del 3,8% nell’ultimo anno; Il calo dei prestiti all’artigianato prosegue da due anni anche se a dicembre 2014 si osserva una lieve decelerazione del fenomeno rispetto al -4,0% di settembre 2014 e al -6,7% di un anno prima. La flessione è diffusa in tutte le regioni ed i cali meno accentuati sono quelli di Campania (-0,6%), Valle d’Aosta (-0,7%) e Sardegna (-1,6%). In 9 regioni su 20 si registra un miglioramento del trend, con una flessione del credito meno accentuata rispetto a quella di settembre 2014. In più della metà delle province (59) si registra un calo tendenziale dei prestiti all’artigianato, con qualche segnale di miglioramento: erano 70 nel trimestre precedente. A fronte di un peso medio del credito all’artigianato sull’ammontare dei prestiti al totale imprese del 5,3%, in 9 province tale peso è superiore al 10%.
Tassi attivi effettivi sui finanziamenti alle imprese per territorio – A dicembre 2014 una impresa italiana paga mediamente un tasso effettivo del 5,91% sui finanziamenti per cassa riferiti ad operazioni in essere e a rischi autoliquidanti e a revoca. Ampie le variazioni a livello territoriale: ai primi sette posti le regioni del Mezzogiorno di Calabria (8,57%, -24 punti base in un anno), Sardegna (7,84%, -15 p.b. in un anno), Sicilia (7,71%, -37 p.b. in un anno), Campania (7,59%, -49 p.b. in un anno) e Puglia (7,55%, -32 p.b. in un anno), i tassi più bassi in Trentino-Alto Adige (4,83%, -48 p.b. in un anno), Lombardia (5,33%, -61 p.b. in un anno) e Piemonte (5,42%, -74 p.b. in un anno). Il gap tra il tasso più alto della Calabria e quello più basso del Trentino-Alto Adige è pari a 374 punti base mentre il gap Mezzogiorno/Centro-Nord è pari a 197 punti base. I tassi più alti nelle province del Mezzogiorno di Crotone (9,11%, -121 p.b. in un anno), Olbia-Tempio (9,07%, -17 p.b. in un anno), Reggio Calabria (8,94%, -4 p.b. in un anno), Enna (8,89%, -45 p.b. in un anno) ed Ogliastra (8,80%, -34 p.b. in un anno) mentre i più bassi nella Provincia Autonoma di Bolzano (4,48%, -51 p.b. in un anno), a Cuneo (4,71%, -71 p.b. in un anno) e a Reggio Emilia (4,95%, -71 p.b. in un anno). Il gap tra il tasso più alto di Crotone è una volta e mezzo (320 p.b. in più) quello medio nazionale e doppio (463 p.b. in più) rispetto al tasso minimo della Provincia Autonoma di Bolzano.