L’Elaborazione Flash “Tendenze del credito alle imprese artigiane a marzo 2015” evidenzia i trend in essere dei prestiti all’artigianato per regione e provincia, propone la serie storica degli ultimi 9 trimestri e una analisi sui tassi attivi effettivi sui finanziamenti alle imprese per territorio.


Gli highlights dell’Elaborazione Flash


La politica monetaria espansiva sta proseguendo nell’azione di riduzione dei tassi di interesse, ma nel contempo persiste la diminuzione dei prestiti alle imprese: a maggio 2015 i prestiti segnano un calo del 2,3% per le imprese con meno di 20 addetti, non modificando il trend rispetto al -2,4% di aprile e al -2,2% rilevato a giugno 2014. Il totale delle imprese mostra una flessione dei prestiti dell’1,6% in miglioramento rispetto ad aprile (-1,9%) grazie alla performance delle imprese medio-grandi (-1,4%) che da dicembre 2014 mostrano una flessione meno intensa rispetto alle piccole imprese e in riduzione.

In Italia le società non finanziarie – escluse le famiglie produttrici – a maggio 2015 pagano sui nuovi finanziamenti un tasso di interesse del 2,17%, 18 punti base in più rispetto a quello medio dell’Eurozona a 19 (1,99%): il tasso italiano è superiore a quello europeo da oltre tre anni e mezzo, ma il fenomeno è in attenuazione (un anno prima il gap era pari a 67 punti base). Il costo del credito per le imprese in Italia è inferiore solo a quello rilevato in Spagna (2,67%) ed in un anno il tasso scende di 112 punti base, il calo più intenso tra i paesi in esame.


Prestiti e investimenti. Tra giugno 2011 e marzo 2015 risultano decimati i prestiti alle imprese (-10,6% a prezzi correnti), pari ad un calo cumulato di 105,9 miliardi di euro; nello stesso periodo si affianca una diminuzione degli investimenti fissi lordi – a valori grezzi correnti – di 51,6 miliardi di euro (-15,9%); al contrario la dinamica sia dei prestiti che degli investimenti è in territorio positivo in Francia e Germania.


I prestiti all’artigianato per regione e provincia e la dinamica tra marzo 2013 e marzo 2015 Permangono critiche le condizioni sul mercato del credito all’artigianato. L’analisi – resa possibile grazie alla collaborazione con Artigiancassa – di questo segmento del mercato del credito a marzo 2015 registra prestiti per 46.797 milioni di euro, con un calo del 5,0% nell’ultimo anno; il calo dei prestiti all’artigianato prosegue da due anni ed a marzo 2015 si osserva una accelerazione del fenomeno rispetto al -3,8% di dicembre 2014 e al -3,5% di un anno prima. La flessione è diffusa in tutte le regioni – una sostanziale stabilità solo in Valle d’Aosta (+0,1%) e Umbria (-0,2%), con cali meno accentuati in Sardegna e Toscana (entrambe a -3,2%). Solo in tre province si registra un aumento dei prestiti all’artigianato (Livorno a +1,1%, Perugia a +0,5% e Aosta a +0,1%), mentre all’opposto in 55 province si registra una diminuzione superiore alla media (-5,0%). La dinamica tendenziale dei prestiti all’artigianato migliora rispetto a quella registrata nel trimestre precedente solo in 2 regioni su 20: la Valle d’Aosta, che passa in campo positivo (da -0,7% a +0,1%) e l’Umbria (da -3,9% al -0,2%). In 107 province su 110 si registra un calo tendenziale dei prestiti all’artigianato e solo un quinto delle province (23) mostra riduzione o stabilità della flessione rispetto al calo osservato nel trimestre precedente. A fronte di un peso medio del credito all’artigianato sull’ammontare dei prestiti al totale imprese del 5,2%, in 9 province tale peso è superiore al 10%.


Tassi attivi effettivi sui finanziamenti alle imprese per territorio A marzo 2015 una impresa italiana paga mediamente un tasso effettivo del 5,53% sui finanziamenti per cassa riferiti ad operazioni in essere e a rischi autoliquidanti e a revoca; tra piccole e medio-grandi imprese uno spread di 272 punti base.

Ampie le variazioni a livello territoriale: ai primi sette posti le regioni del Mezzogiorno di Calabria (8,89%, -66 punti base in un anno), Sicilia (7,89%, -74 p.b. in un anno), Molise (7,68%, -20 p.b. in un anno), Campania (7,60%, -83 p.b. in un anno) e Puglia (7,58%, -60 p.b. in un anno), Sardegna (7,19, -115 p.b. in un anno) e Abruzzo (7,06%, -68 p.b. in un anno), i tassi più bassi in Piemonte (4,53%, -156 p.b. in un anno), Trentino-Alto Adige (4,80%, -47 p.b. in un anno) e Lombardia (5,08%, -80 p.b. in un anno). Il gap tra il tasso più alto della Calabria e quello più basso del Piemonte è pari a 436 punti base. Il gap Mezzogiorno/Centro-Nord è pari 236 punti base e tocca il massimo storico da dicembre 2008, mese di inizio delle rilevazioni.