L’andamento dei prestiti alle imprese e dei tassi di interesse – L’analisi del trend dei prestiti alle imprese e dei relativi tassi di interesse evidenzia un ritardo della ripresa del credito al sistema produttivo e in particolare alle imprese di piccola dimensione. A luglio 2016 i prestiti alle società non finanziarie – escluse le famiglie produttrici – scendono dello 0,5%, mentre sono in positivo (+1,4%) i prestiti alle famiglie. Anche il volume dei nuovi prestiti alle imprese, dopo il ciclo positivo dello scorso anno, torna in territorio negativo e nei primi sette mesi del 2016 segna una flessione del 6,6%. L’analisi degli ultimi dati disponibili per classe dimensionale di impresa a maggio 2016 evidenzia i prestiti alle imprese medio-grandi in aumento dello 0,5% mentre persiste il calo (-1,6%) dei prestiti alle imprese con meno di 20 addetti.  


Il confronto internazionale sulla dinamica dei prestiti alle società non finanziarie nei principali Paesi dell’Eurozona a luglio 2016 vede una flessione per l’Italia (-0,2%) e la Spagna (-0,8%), mentre il credito alle imprese nell’Eurozona cresce dell’1,9% su base annua, con aumenti più robusti in Francia (+5,3%) e Germania (+2,9%).  


Sul fronte della qualità del credito un segnale positivo proviene dalla stabilizzazione delle sofferenze sui prestiti alle imprese: a luglio 2016 lo stock di sofferenze relative al credito alle imprese è pari a 156,9 miliardi di euro, pari al 17,9% dei prestiti lordi, ed è stabile rispetto allo stesso mese del 2015 mentre un anno prima registrava un aumento del 14,4%. Più deteriorata la situazione creditizia delle Costruzioni, settore in cui le sofferenze rappresentano il 30,9% dei prestiti lordi, seguite dai Servizi ed altri con il 15,7% e dal Manifatturiero con il 14,8%. 


La politica monetaria espansiva prosegue a manifestare effetti positivi sul costo dei prestiti: a luglio 2016 il tasso di interesse sui prestiti alle società non finanziarie per nuove operazioni è pari all’1,71%, 35 punti base più basso rispetto al valore di un anno prima e di soli 4 punti base più alto rispetto a quello pagato mediamente nell’Eurozona (1,67%). 




Il trend dei prestiti all’artigianato a marzo 2016 – I dati resi disponibili grazie alla collaborazione con Artigiancassa indicano a marzo 2016 uno stock, comprensivo delle sofferenze, concesso alle imprese artigiane di 44,0 miliardi di euro ed in diminuzione in un anno di 2,9 miliardi, pari al -6,1%, flessione più accentuata rispetto a quella delle piccole imprese fino a 20 addetti. A marzo 2016 l’artigianato rappresenta il 5,0% del totale dei prestiti alle imprese, ma nell’ultimo anno il calo di 2,9 miliardi di euro del comparto spiega per il 12,9% della diminuzione complessiva di 22,3 miliardi di euro rilevata per i prestiti al totale delle imprese. In quattro anni (marzo 2012-marzo 2016) i prestiti all’artigianato si sono ridotti complessivamente di un quinto (-19,1%), pari a 10,3 miliardi di euro in meno, un calo doppio rispetto a quello registrato dal totale imprese (-9,8%). La flessione del credito all’artigianato a marzo 2016 è diffusa in tutte le regioni: il calo meno accentuato è quello della Valle d’Aosta dove si registra un -3,1%, seguita dal Molise con il -2,8% e dal Friuli-Venezia Giulia con il -3,2 %; in cinque regioni su venti – che sommano prestiti per 5,5 miliardi di euro (12,5% del totale) – la dinamica tendenziale dei prestiti all’artigianato migliora o è stabile rispetto a quella rilevata nel trimestre precedente. Anche in tutte le province si registrano flessioni, di cui 44 sono superiori alla media e nel dettaglio in 36 province si rileva un trend dei prestiti stabile o in miglioramento rispetto al trimestre precedente mentre nelle restanti 74 si rileva un trend in peggioramento. 




I tassi attivi effettivi sui finanziamenti alle imprese a marzo 2016 per territorio A marzo 2016 il tasso attivo effettivo sui finanziamenti per cassa a imprese non finanziarie riferiti ad operazioni in essere e a rischi autoliquidanti e a revoca è pari a 4,82%, scende di 91 punti base in un anno e tocca il minimo storico dall’inizio delle rilevazioni di dicembre 2008. I tassi più alti in sette regioni del Mezzogiorno: Calabria (8,43%, -45 punti base in un anno), Sicilia (7,22%, -66 punti base in un anno), Molise (6,91%, -75 punti base in un anno), Sardegna (6,81%, -77 punti base in un anno), Puglia (6,71%, -87 punti base in un anno), Campania (6,63%, -97 punti base in un anno) e Basilicata (6,12%, -27 punti base in un anno). Il costo del credito per un’impresa in Calabria è superiore di 361 punti base rispetto alla media nazionale e superiore di 474 punti rispetto al tasso minimo rilevato in Trentino-Alto Adige. Il tasso pagato dalle imprese del Centro-Nord è pari al 4,54%, ed anche in questo caso tocca il minimo storico, mentre quello pagato dalle imprese del Mezzogiorno è pari al 6,77% ed il gap del costo del credito tre le due aree tocca il massimo storico di 223 punti base. A livello provinciale i tassi più alti sono quelli di nove province del Mezzogiorno: Carbonia-Iglesias (9,56%, -27 punti base in un anno), Cosenza (8,79%, -24 punti base in un anno), Enna (8,62%, -88 punti base in un anno), Reggio Calabria (8,53%, -68 punti base in un anno), Ogliastra (8,52%, -48 punti base in un anno), Crotone (8,48%, -49 punti base in un anno), Messina (8,44%, -43 punti base in un anno), Olbia-Tempio (8,25%, -63 punti base in un anno) e Sassari (8,22%, +48 punti base in un anno, l’unica provincia in aumento). La provincia per cui si rileva la diminuzione più intensa del tasso di interesse è Roma con un calo di 233 punti base. Il costo del credito per un’impresa della provincia di Carbonia-Iglesias è quasi doppio (474 punti base in più) rispetto alla media nazionale e quasi triplo (628 punti base in più) rispetto al tasso minimo rilevato nella Provincia Autonoma di Bolzano.