IN SINTESI

Il più recente andamento dei prestiti alle imprese e dei tassi di interesse – A settembre 2016 le società non finanziarie – escluse le famiglie produttrici – mostrano una flessione dello 0,2% mentre i prestiti al totale delle famiglie registrano un aumento dell’1,6%. Anche il volume dei nuovi prestiti alle imprese, dopo il ciclo positivo dello scorso anno, torna in territorio negativo e nei primi nove mesi del 2016 segna una flessione del 16,6%.  Nel confronto europeo ad ottobre 2016 i prestiti alle imprese nell’Ue crescono del 2,1% mentre in Italia dello 0,8%, in miglioramento rispetto al +0,1% di settembre.
Nel settore manifatturiero le condizioni di accesso al credito sono peggiori per le piccole imprese: la percentuale netta di imprese che riportano difficoltà di accesso al credito per le piccole imprese è pari a -2 mentre il saldo per le medio-grandi imprese è positivo per 5. Nel dettaglio il 12,8% delle piccole imprese dichiara un peggioramento delle condizioni di accesso al credito; da oltre quattro anni persistono migliori condizioni di accesso al credito per imprese medio-grandi.
Sul fronte della qualità del credito un segnale positivo proviene dal calo delle sofferenze sui prestiti alle imprese: a settembre 2016 lo stock di sofferenze relative al credito alle imprese è pari a 157,4 miliardi di euro: rappresenta il 18,0% dei prestiti lordi e diminuisce dell’1,4% rispetto allo stesso mese del 2015, mentre un anno prima registrava una crescita del 13,1%. Più deteriorata la situazione creditizia delle Costruzioni, settore in cui le sofferenze rappresentano il 31,4% dei prestiti lordi (l’incidenza era pari al 28,6% un anno prima), seguite dai Servizi ed altri con il 15,9% (era 15,7% un anno prima) e dal Manifatturiero con il 14,7% (era 15,5% un anno prima).
A giugno 2016 su 315 miliardi di crediti deteriorati, le esposizione nette scendono a 171 miliardi, ma persistono elementi di stabilità: le garanzie reali e personali detenute dalla banche ammontano a 212 miliardi di euro, pari al 67,3% del totale dei crediti deteriorati. In particolare le garanzie reali sui prestiti in sofferenza sono superiori alle sofferenze nette, che rappresentano il valore di iscrizione in bilancio. Nel 2015 il 91,8% della crescita delle sofferenze si è concentrata negli affidi superiori a 500.000 euro.
La politica monetaria espansiva prosegue a manifestare effetti positivi sul costo dei prestiti: a settembre 2016 il tasso di interesse sui prestiti pagato dalle società non finanziarie per nuove operazioni è pari all’1,50%, 48 punti base più basso rispetto al valore di un anno prima e di 14 punti base più basso rispetto a quello pagato mediamente nell’Eurozona (1,64%).

Il trend dei prestiti all’artigianato a giugno 2016 – I dati resi disponibili grazie alla collaborazione con Artigiancassa indicano a giugno 2016 uno stock, comprensivo delle sofferenze, concesso alle imprese artigiane di 43,5 miliardi di euro ed in diminuzione in un anno di 2,7 miliardi, pari al -5,8% (era -6,1% il trimestre precedente e -4,6% un anno prima). L’artigianato rappresenta il 5,0% del totale dei prestiti alle imprese, ma nell’ultimo anno il calo di 2,7 miliardi di euro del comparto spiega per il 12,2% della diminuzione complessiva di 21,9 miliardi di euro rilevata per i prestiti al totale delle imprese. In quattro anni (giugno 2012-giugno 2016) i prestiti all’artigianato si sono ridotti complessivamente del 18,4%, pari a 9,8 miliardi di euro in meno, un calo quasi doppio rispetto a quello registrato dal totale imprese (-10,4%). La flessione del credito all’artigianato a giugno 2016 è diffusa in tutte le regioni: il calo meno accentuato è quello del Lazio con il -2,5%, seguito dalla Sardegna con il -3,0% e da Valle d’Aosta e Molise, entrambi con il -3,3%; in 10 regioni su 20 – che sommano prestiti per 25,9 miliardi di euro (59,4% del totale) – la dinamica tendenziale dei prestiti all’artigianato migliora rispetto a quella rilevata nel trimestre precedente. Anche in tutte le 110 province si registrano flessioni – di cui 50 sono superiori alla media -, ma un segnale positivo proviene dalle 54 province per cui si rileva un trend dei prestiti in miglioramento o stabile rispetto al trimestre precedente (erano 36 province lo scorso trimestre).