Il recente
andamento dei prestiti alle imprese e dei tassi di interesse –
A luglio 2017 i
prestiti alle società non finanziarie crescono dello 0,5% e quelli al totale
delle famiglie del 2,7%.  Nel II
trimestre 2017 il peso del credito alle imprese sul PIL è pari al 50,2% ed è in
diminuzione di 2,5 punti rispetto al 52,7% lo stesso periodo dell’anno
precedente. Nell’arco di sei anni il rapporto credito alle imprese/PIL ha
cumulato un calo di 11,4 punti percentuali rispetto al 61,6% del II trimestre
2011.



Gli ultimi dati disponibili per classe dimensionale
indicano che a maggio 2017 i prestiti alle imprese medio-grandi crescono dello
0,7% mentre scendono dell’1,4% quelli alle imprese con meno di 20 addetti. Per
le famiglie produttrici fino a 5 addetti la flessione è limitata al -0,1%. A
livello settoriale i prestiti aumentano del 2,3% nei Servizi e dello 0,6% nel
Manifatturiero mentre continua il calo sostenuto per le Costruzioni (-5,4%). In
un contesto di aumento del volume degli investimenti (in crescita dalla fine
del 2014 e del 2,6% su base annua nel II trimestre 2017, performance migliore
rispetto al +2,0% dell’Eurozona), la domanda di credito per questa finalità nel
II trimestre 2017 vede un robusto ritorno alla crescita. A luglio 2017 il tasso
di interesse sui prestiti pagato dalle società non finanziarie per nuove
operazioni è pari all’1,55% (-16 punti base in un anno) ed inferiore a quello
europeo di un solo punto base.



 



Il trend dei
prestiti all’artigianato a marzo 2017 per territorio
– L’analisi
dei prestiti all’artigianato – resa possibile grazie alla collaborazione con
Artigiancassa, che ha messo a disposizione i dati da fonte Banca d’Italia -
evidenzia a marzo 2017 uno stock, comprensivo delle sofferenze, concesso al
comparto di 42,0 miliardi di euro, con una diminuzione del 4,5% in un anno, in attenuazione
sia rispetto al -5,9% di dicembre 2016 che rispetto al -6,1% di un anno prima. In
cinque anni (marzo 2012-marzo 2017) i prestiti all’artigianato si sono ridotti
complessivamente di un quarto (-22,7%), pari a 12,3 miliardi di euro in meno:
il calo è oltre una volta e mezzo quello registrato dal totale imprese
(-12,1%).



A marzo 2017 si osserva in tutte le regioni un calo dello
stock dei prestiti all’artigianato che diminuisce meno in Valle d’Aosta
(-1,1%), Sardegna (-1,7%), Campania (-2,5%) e Piemonte (-2,7%) mentre le
flessioni più intense sono quelle di Abruzzo (-5,9%), Calabria, Friuli-Venezia
Giulia e Marche (-5,7%), Veneto (-5,6%) e Emilia-Romagna (-5,5%). In tutte le
regioni, ad eccezione del Molise, rallenta o è stabile la diminuzione dei
prestiti all’artigianato. In 16 regioni su 20 il peso del credito
all’artigianato sull’ammontare dei prestiti erogato al totale delle imprese
supera la media (4,9%) ed i valori maggiori si rilevano per: Molise (9,2%),
Marche (8,1%), Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige (entrambi con il 7,9%) e
Umbria (7,7%) ed in 10 province il peso del credito all’artigianato è più che
doppio rispetto alla media.



Anche a livello provinciale si registra una flessione
generalizzata dei prestiti all’artigianato con due soli aumenti del 2,9% ad
Enna e dello 0,8% a Oristano seguite dai cali meno intensi di Sassari (-0,1%),
Prato (-0,4%), Barletta-Andria-Trani (-0,5%), Torino (-0,6%) e Napoli (-0,9%).
All’opposto 48 province diminuiscono più della media (-4,5%) e le flessioni più
intense sono quelle di Verona (-9,7%), Arezzo (-9,5%), La Spezia (-8,9%),
Trapani (-8,9%), Teramo (-8,8%) e Gorizia (-8,2%). In tre quarti (77,3%) delle
province (85) si registra un miglioramento o stabilità del trend dei prestiti rispetto
al trimestre precedente.



 



I tassi attivi
effettivi sui finanziamenti alle imprese a marzo 2017 per territorio
– A marzo 2017
una impresa paga un tasso attivo effettivo sui finanziamenti per cassa -
riferito ad operazioni in essere e a rischi autoliquidanti e a revoca – pari al
4,57% (-27 punti base in un anno) che rappresenta il minimo storico dall’inizio
delle rilevazioni di dicembre 2008. L’analisi dei dati evidenzia ampie
differenziazioni a livello territoriale ed i tassi più alti sono quelli delle
regioni del Mezzogiorno: Calabria (7,52%, -91 punti base in un anno), Sicilia
(6,48%, -74 p.b. in un anno), Molise (6,39%, -42 p.b. in un anno) e Sardegna
(6,37%, -54 p.b. in un anno). All’opposto i tassi minori sono quelli di
Trentino-Alto Adige (3,86%, +17 punti base in un anno), Lombardia (4,14%, -36
p.b. in un anno), Friuli-Venezia Giulia (4,18%, -78 p.b. in un anno),
Emilia-Romagna (4,18%, -55 p.b. in un anno) e Veneto (4,25%, -42 p.b. in un
anno). Il costo del credito per un’impresa in Calabria è superiore di 295 punti
base rispetto alla media nazionale e superiore di 338 punti rispetto al tasso
minimo rilevato in Trentino-Alto Adige. Le 10 dieci province col costo del
credito più alto sono tutte nel Mezzogiorno. Il costo del credito per
un’impresa della provincia di Carbonia-Iglesias è doppio (515 punti base in
più) rispetto alla media nazionale e due volte e mezzo superiore (607 punti
base in più) rispetto al tasso minimo rilevato nella Provincia Autonoma di
Bolzano ed a Parma.