Elaborazione Flash ‘Trend del made in Italy e focus sui settori di MPI per territorio nei primi tre trimestri del 2021’
Ripresa nella manifattura minacciata dal caro-commodities – Le strozzature nelle catene di approvvigionamento globali conseguenti alla pandemia hanno generato squilibri tra domanda e offerta, una diffusa scarsità di materie prime, interruzioni nei trasporti, e l’aumento dei tempi di consegna delle merci. Le restrizioni per contrastare la diffusione dei contagi da Covid-19 hanno determinato una riduzione dell’offerta in molti settori, con conseguenti escalation dei prezzi. La logistica è entrata in crisi con la scarsa disponibilità di container, la dilatazione i tempi di permanenza delle merci sulle banchine portuali e gli aumenti straordinari dei costi del trasporto marittimo: a dicembre 2021 il livello dell’indice mondiale del costo dei noli marittimi è 6,4 volte quello di fine 2019 (+168% nell’ultimo anno, dopo una salita del 139% nei dodici mesi precedenti). All’interno delle filiere manifatturiere, le tensioni sui prezzi sono marcate: sulla base dei dati della Banca Mondiale, nella media del 2021 i prezzi delle commodities non energetiche valutati in euro segnano un aumento del 27,8% rispetto un anno prima, mentre è arriva al 76,4% l’aumento dei prezzi dell’energia. Il deragliamento del prezzo del gas europeo travolge le oltre 27 mila imprese che danno lavoro a 169 mila addetti nei settori della metallurgia, del vetro ceramica e prodotti per l’edilizia, della carta e della chimica, dove è più elevato il peso sul fatturato del costo di acquisto del gas. L’alta quota di produzione di elettricità con il gas ribalta lo shock dei prezzi di questa commodity sul costo dell’energia elettrica, mentre l’aumento del prezzo del gasolio si ribalta su maggiori costi del trasporto merci, prevalentemente realizzato su strada. Per approfondire si veda la nostra analisi nell’articolo ‘Rincari energia e materie prime/ I numeri che stanno condannando imprese e famiglie’.
La spinta sui costi delle materie prime e dell’energia per impianti e macchinari sta premendo sui prezzi alla produzione che, a novembre 2021, per la manifattura al netto dell’energia, salgono dell’8,9%, un ritmo mai raggiunto dal 2001, inizio della serie storica disponibile.
Nell’era del digitale, dominata dai fattori produttivi immateriali, si assiste inoltre al paradosso della mancanza di input fisici e tangibili, come le materie prime e il lavoro specializzato. Oltre un terzo della manifattura italiana – 132 mila imprese, che danno lavoro a 1,4 milioni di addetti, pari al 37,2% dell’occupazione manifatturiera – opera in settori chiave del made in Italy come legno e mobili, prodotti in metallo, macchinari e apparecchiature elettriche, in cui si registra, contemporaneamente, insufficienza di materiali e scarsità di manodopera con intensità superiore alla media. La quota sale al 38,8% per l’artigianato, interessando 83 mila imprese artigiane manifatturiere con 349 mila occupati. Un ulteriore 26,7% dell’occupazione manifatturiera – con il 16,7% dell’artigianato manifatturiero – si riferisce a settori in cui si registra un valore superiore alla media per almeno una delle due criticità esaminate. Come delineato in una nostra precedente analisi ‘I numeri del 22/il doppio pericolo dell’inflazione per l’Italia’, una diffusa pressione inflazionistica orienta in termini restrittivi la politica monetaria, rallentando ulteriormente la ripresa.
Le recenti tendenze del made in Italy – Nonostante il contesto difficile per le imprese manifatturiere italiane posizionate nelle filiere globali del valore, le esportazioni stanno fornendo un contributo decisivo alla ripresa post-pandemia. Nel confronto internazionale proposto da Eurostat (2022), nei primi dieci mesi del 2021 le vendite del made in Italy superano del 5,0% il corrispondente livello del 2019, sovraperformando la crescita dell’1,5% dell’export tedesco, mentre persiste un ritardo del 5,5% dell’export della Francia. Timori scaturiscono da un rallentamento degli scambi internazionali: l’export extra Ue nel trimestre settembre-novembre 2021 segna una ‘crescita zero’ rispetto al trimestre precedente.
I contenuti della Elaborazione Flash
Ripresa nella manifattura minacciata dal caro-commodities
Le recenti tendenze del made in Italy – I settori
Italia leader europea per contributo all’export delle MPI
La competizione nei mercati esteri sostiene l’efficienza delle piccole imprese
Il made in Italy del food, moda, prodotti metallo, legno e mobili: i settori di MPI
I mercati dell’export nei settori di MPI
Pesa il ritardo della ripresa nella moda: l’export nei settori di MPI nel territorio in collaborazione con Ufficio Studi Confartigianato Marche
Le tendenze dei settori di MPI al netto della Moda nel territorio
Le tavole statistiche dell’export nei settori di MPI per regione e provincia
La dinamica delle esportazioni manifatturiere alla luce del rincaro delle materie prime
Riferimenti e fonti dati