Elettricità, il divario con la Ue costa 5,4 mld € alle piccole imprese italiane, QE-Quotidiano Energia

Elettricità, il divario con la Ue costa 5,4 mld € alle piccole imprese italiane
Spread del 24,3%, pesano tasse e oneri del 68% superiori alla media europea. L’analisi del 20° Rapporto di Confartigianato

Le previsioni dell’Autumn economic forecast della Commissione europea pubblicato la scorsa settimana delineano una crescita per la Germania dell’1,2% per il 2026 e il 2027, per la Francia dello 0,9% nel 2026 e dell’1,1% nel 2027 mentre l’Italia si ferma al +0,8% sia nel 2026 che nel 2027. Dopo che nell’ultimo triennio 2021-2024 – caratterizzato dagli effetti della guerra in Ucraina e dalla stretta monetaria più severa della storia dell’euro – il PIL dell’Italia ha cumulato una crescita del 6,6%, superiore di 1,5 punti alla media UE, tra il 2024 e il 2027 l’economia italiana frena, registrando la più bassa crescita tra i 27 paesi dell’UE. A fronte di una crescita cumulata dell’economia tedesca del 2,6%, quella francese segna un +2,7% mentre l’Italia si ferma al +2,0%, ben 2,4 punti in meno del +4,4% della media UE. Un elevato costo dell’energia, in particolare nella manifattura, è uno dei fattori che pesano sulla bassa crescita, come ha sottolineato il 20° Rapporto annuale di Confartigianato ‘Galassia Impresa, l’espansione dell’universo produttivo italiano’ pubblicato oggi in occasione della Assemblea annuale.
L’Italia è la seconda economia manifatturiera dell’Unione europea, ma sale al primo posto per occupati nelle micro e piccole imprese (MPI) manifatturiere. La competitività di questo sistema di imprese è compromessa dall’elevato costo dell’energia. Nel primo semestre 2025 il prezzo dell’energia elettrica pagato nelle classi di riferimento delle MPI in Italia – consumi fino a 2.000 MWh, comprensivo di accise, oneri e al netto dell’IVA – è pari a 28,46 centesimi di euro al KWh e supera del 24,3% la media UE di 22,90 centesimi, risultando il più elevato tra le prime dieci economie manifatturiere europee. Applicando il differenziale di prezzo con le imprese dell’UE a 27 per le rispettive classi di consumo, si stima che le imprese con consumi inferiori a 2.000 MWh pagano un extracosto di 5.393 milioni di euro. Le imprese più penalizzate sono quelle di minor dimensione: le imprese con consumi inferiori a 20KWh, che pagano un prezzo dell’energia elettrica del 34,5% superiore alla media UE, sono gravate da un extracosto di 2.492 milioni di euro.
Sul divario di costo pesa un carico per accise e oneri elevato e squilibrato. Il prelievo fiscale e parafiscale sul costo dell’energia elettrica per le MPI in Italia supera del 68,0% quello medio europeo. Sono più penalizzate le imprese con consumi entro i 20 MWh, dove il gap arriva al 92,5%, oscilla tra il 35 e il 65% per consumi fino a 20.000 MWh, mentre il divario diventa relativamente vantaggioso per le imprese italiane di maggiore dimensione con consumi più elevati. Sulla base di questo andamento, il carico fiscale e parafiscale sull’elettricità acquistata dalle imprese nella prima classe di consumo (fino a 20 MWh, classe IA) è 17,9 volte quello nella classe di consumo più elevata (oltre 150.000 MWh, classe IG), ampiamente superiore alle 4,0 volte registrate nella media UE.
L’analisi dei dati sull’andamento dei prezzi delle commodities sottolinea la presenza di fattori distorsivi della concorrenza sul mercato dell’energia italiano che amplificano lo spiazzamento competitivo delle MPI. Il trend discendente del prezzo all’import di petrolio e gas riporta la media dei primi sei mesi dell’anno al di sopra di un limitato 2,2% al livello del 2021, precedente allo scoppio della crisi energetica. In parallelo, nei primi sei mesi del 2025 il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica (PUN) è del 4,5% inferiore alla media del 2021. Nonostante la bolla dei prezzi si sia completamente sgonfiata per le commodities importate e nel mercato all’ingrosso, si osserva una coda lunga della crisi energetica sui costi delle imprese: nel primo semestre del 2025 il prezzo dell’energia elettrica pagato dalle MPI rimane superiore del 36,8% i livelli pre-crisi, confermando la prolungata pressione sui costi subita dal sistema produttivo italiano.

Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 25 novembre 202526


Autore

E. Quintavalle - Responsabile Ufficio Studi

Data di pubblicazione

25/11/2025

Categorie tematiche

Energia

Documento Principale

Libero

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