Energia, aumenta la difficoltà di reperire manodopera
La complessità riguarda il 41,4% delle entrate, il doppio rispetto a quattro anni fa. Introvabili gli installatori di impianti di isolamento e insonorizzazione e i progettisti di sistemi

In una fase di indebolimento del ciclo economico, la crescita dell’occupazione sta sostenendo i processi di crescita, ma si intensifica la difficoltà di reperimento del personale, anche nel settore energetico. Nel 2023 le entrate nelle imprese dell’energia e delle utilities rilevate dal Sistema Excelsior di Unioncamere – ANPAL sono 59mila e di queste sono 24mila, pari al 41,4% quelle risultate di difficile reperimento, un valore inferiore al 45,1% del totale imprese ma superiore di oltre otto punti superiore al 33,2% rilevato l’anno precedente e addirittura raddoppiato nell’arco di quattro anni (era 18,5% nel 2019). I lavoratori difficili da reperire sono saliti del 34,0% rispetto ai 18mila del 2022 (QE 14/2/2023). Il 26,5% delle entrate nel settore energetico sono difficili da reperire per il ridotto numero di candidati, il 9,9% per inadeguatezza dei candidati e il rimanente 5,0% per altri motivi. Le imprese impiegano mediamente 3,1 mesi prima di riuscire a ricoprire la posizione vacante.

Diverse concause determinano la carenza di manodopera, in primis la crisi demografica: nell’arco degli ultimi dieci anni si è perso quasi un milione di giovani tra 15 e 34 anni (-969mila, pari al 7,5% in meno). Tra gli altri fattori vi sono il percorso scolastico e formativo svolto, l’esperienza lavorativa, il livello e l’evoluzione della retribuzione e della carriera, la tipologia contrattuale e gli strumenti di welfare aziendale. Sull’offerta di lavoro influiscono i flussi migratori, la propensione al lavoro manuale e la flessibilità degli orari, oltre che l’efficacia delle politiche attive. Infine, influiscono la presenza del sommerso e la tassazione del lavoro.

In chiave regionale la difficoltà di reperimento nel settore energia e utilities è più elevata in Friuli Venezia Giulia con 65,4% (18,5 p.p. in più vs. 2022). Seguono, con valori superiori alla media, Trentino Alto Adige con 56,3% (+4,1 p.p.), Piemonte – Valle d’Aosta con 52,7% (+6,4 p.p.), Umbria con 51,7% (+10,1 p.p.), Veneto con 50,7% (+6 p.p.), Abruzzo con 49,2% (+14,4 p.p.), Liguria con 48,4% (+8 p.p.), Lombardia con 47,7% (+14,7 p.p.) ed Emilia Romagna con 44,0% (+4,7 p.p.).

Tra le aree aziendali più rilevanti, le maggiori criticità nella ricerca del nuovo personale si riscontra per la Logistica, trasporti e distribuzione, con il 60,6% delle entrate di difficile reperimento e per la Produzione con il 56,9%. Con quote superiori alle media si trovano le Vendite con il 51,7%, Progettazione e R&S con il 50,2%, Sistemi informativi con il 50,0%, Installazione e manutenzione con il 48,8% e Acquisti e movimentazione interna merci con il 47,9%.

In relazione alle professioni le entrate più difficili da reperire in valore assoluto si riferiscono a conduttori di mezzi pesanti e camion con 5.640 unità, pari al 65,7% delle entrate, installatori di impianti di isolamento e insonorizzazione con 1.300 unità, pressoché introvabili essendo pari al 99,2% delle entrate, tecnici della vendita e della distribuzione con 1.080 unità, pari al 48,0%, operatori impianti recupero/riciclaggio rifiuti, trattamento/distribuzione acque con 940 unità, pari al 30,3%, operai addetti alla manutenzione degli impianti fognari con 740 unità, pari al 43%, addetti agli affari generali con 730 unità, pari al 34,3%, tecnici dell’esercizio di reti idriche ed energetiche con 590 unità, pari al 43,4%, addetti a funzioni di segreteria con 570 unità, pari al 60%, installatori e riparatori di apparati elettrici ed elettromeccanici con 530 unità, pari al 20,8%, meccanici e montatori di macchinari industriali con 450 unità, pari al 64,3%, addetti all’accoglienza e all’informazione nelle imprese e negli enti pubblici con 420 unità, pari al 37,8%, conduttori di carrelli elevatori con 410 unità, pari al 52,6%, tecnici del controllo e della bonifica ambientale con 380 unità, pari al 62,3%, tecnici meccanici con 330 unità, pari al 50%, idraulici e posatori di tubazioni idrauliche e di gas con 310 unità, pari al 56,4%, progettisti e amministratori di sistemi con 300 unità, un’altra figura con una molto elevata difficoltà di reperimento, pari al 90,9%.

Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 13 febbraio 2024