Energia e utility, non si trovano 18.000 lavoratori
Le cause del difficile reperimento di personale e le professioni richieste. Fenomeno in salita rispetto al 2021 e più diffuso in Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Veneto
Nel settore dell’energia e delle utilities le entrate previste da 6.223 imprese nel 2022 rilevate dal Sistema Excelsior di Unioncamere – ANPAL sono 54.880 e di queste 18.240, pari al 33,2% sono risultate di difficile reperimento. Questo indicatore, che misura l’intensità del mismatch tra domanda e offerta di lavoro, pur elevato, rimane inferiore al 40,5% della media delle imprese. Il 26,0% delle entrate nel settore energetico sono difficili da reperire per il ridotto numero di candidati, l’11,5% per inadeguatezza dei candidati e il 2,3% per altri motivi. Le imprese di energia, gas, acqua, ambiente impiegano mediamente 3,2 mesi prima di riuscire a ricoprire la posizione vacante, per il 10,2% delle entrate sono richiesti più di sei mesi di ricerca, e in particolare per ricoprire circa 3mila posizioni (5,2% del fabbisogno) serve più di un anno di ricerca.
Il difficile reperimento del personale qualificato è un fenomeno in costante crescita e nel comparto energetico sale di 8,4 punti percentuali rispetto al 24,8% di un anno prima, mentre la crescita rispetto al 2019, anno pre pandemia, è di 14,7 punti percentuali, superiore di sei decimi di punto alla crescita registrata dal totale imprese.
In chiave regionale la difficoltà di reperimento è più elevata in Trentino Alto Adige con 52,2%; seguono, con valori superiori alla media, Friuli Venezia Giulia con 46,9%, Piemonte – Valle d’Aosta con 46,4%, Veneto con 44,6%, Umbria con 41,7%, Liguria con 40,4%, Emilia Romagna con 39,3% e Abruzzo con 34,7%.
Diverse concause agiscono sul mismatch di domanda e offerta di lavoro, in primis la crisi demografica: nell’arco degli ultimi dieci anni i giovani under 35 attivi sul mercato del lavoro si sono decimati, pari al 10,4% in meno, equivalente ad un calo di 716 mila unità. Tra gli altri fattori, l’adeguatezza del candidato che consegue al percorso scolastico e formativo svolto, la precedente esperienza lavorativa, necessaria per posizioni con elevate competenze tecniche, il livello e le prospettive di evoluzione della retribuzione e della carriera in azienda, la tipologia contrattuale offerta e l’accesso a strumenti di welfare aziendale. Sull’offerta di lavoro influisce la quantità e la qualità dei flussi migratori in ingresso e uscita, la propensione al lavoro manuale e la flessibilità degli orari. Anche l’efficacia delle politiche attive influisce sull’offerta di lavoro. Inoltre, gli effetti legati alle policy si intrecciano con i fenomeni della concorrenza sleale del sommerso e una elevata tassazione del lavoro, a cui è associato un ampio cuneo fiscale.
In relazione alle professioni richieste nel settore di energia e utilities, le entrate difficili da reperire sono più rilevanti in valore assoluto per conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili con 4.950 unità, pari al 39,8% di queste entrate, a cui seguono gli operai specializzati con 3.050, unità, con la quota che sale al 46,4%, le professioni tecniche per 2.950 unità pari al 41,4% e le professioni esecutive nel lavoro d’ufficio per 1.030 unità, con un quota che si dimezza, scendendo al 21,7%.
Valutando il maggiore dettaglio della classificazione delle professioni, risultano quasi introvabili 840 installatori di impianti di isolamento e insonorizzazione, pari al 94,4% della richiesta, 140 specialisti di saldatura elettrica e a norme ASME (93,3%) e 220 Tecnici della conduzione di impianti produttivi in continuo (81,5%). Più della metà della richiesta delle imprese è di difficile reperimento per addetti alla contabilità (75,6% delle entrate, pari a 340 unità), saldatori e tagliatori a fiamma (68% pari a 170 unità), tecnici meccanici (66% pari a 660 unità), direttori e dirigenti (58,3% pari a 70 unità), addetti alla gestione del personale (55,6% pari a 100 unità), tecnici della produzione manifatturiera (54,2% pari a 130 unità), tecnici della sicurezza sul lavoro (53,8% pari a 70 unità) e conduttori di mezzi pesanti e camion (52,2%, pari a 4210 unità, il valore assoluto più elevato).