Report ‘Il trend del made in Italy nel Regno Unito‘ presentato il 4 febbraio 2021 nel corso del webinar ‘Brexit….e ora? Cosa cambia per le PMI’ – qui per rivederlo – organizzato dalla Direzione Politiche Economiche, settore internazionalizzazione, di Confartigianato, e seguito da circa 400 partecipanti.
Il made in Italy sul mercato del Regno Unito vale 1,4 punti di PIL e, prima dello scoppio della pandemia (2015-2019), ha registrato un tasso di crescita medio annuo del 3,1%. Gli ultimi dati più aggiornati sulla dinamica a dicembre 2020 permettono di stimare nell’intero 2020 in 22,2 miliardi di euro le esportazioni italiane verso il Regno Unito e in 8,4 miliardi di euro le importazioni (0,5% PIL) con un saldo commerciale positivo pari a 13,9 miliardi. Gli effetti della crisi Covid-19 sono pesanti. Nel 2020 le esportazioni diminuiscono complessivamente dell’11,9%, performance peggiore rispetto al -9,9% delle vendite verso tutti i paesi extra UE e che corrisponde a 3 miliardi di minori vendite. In chiave settoriale i cali più intensi sono registrati dai due dei primi tre comparti per export nel paese: segna una flessione del 25,5% il settore dei Mezzi di trasporto (secondo settore con una quota nel periodo di 13,2%) e del 24,5% quello della Moda (terzo settore con una quota di 12,3%), settore tra i più colpiti dalla pandemia, come evidenziato dal Presidente Fabio Pietrella in audizione alla Camera il 3 febbraio 2021. Sulla competitività delle imprese italiane influisce anche l’apprezzamento dell’euro sulla sterlina registrato nel corso del 2020.