
FV: target 2030 possibile con impianti sugli edifici esistenti
Analisi dal report Ispra-Snpa: con installazioni a terra consumo di suolo arrivato a 188 km: boom trainato da Viterbo (356 ha), Cagliari (139 ha), Siracusa (94 ha), Trapani (88 ha) e Vercelli (82 ha)
Il Rapporto di ISPRA e SNPA registra nel 2024 un boom del consumo di suolo determinato dagli impianti fotovoltaici a terra (QE 24/10), con 17 km2, un impatto 6,7 volte quello registrato nella media 2021-2023, per una corrispondente potenza di 1.700 MW. Il peso degli impianti FV a terra sul consumo di suolo era pari all’1,1% nel 2021 ed è salito al 20,3% nel 2024. L’80% degli impianti FV a terra occupano superfici precedentemente utilizzate ai fini agricoli.
Le prime tre regioni – Lazio, Sardegna e Sicilia – determinano il 59,2% della nuova superfice coperta da FV a terra nel 2024. Nel dettaglio provinciale si osserva il maggiore impatto a Viterbo con 356 ettari di nuovo consumo di suolo da FV a terra nel 2024, pari all’83,8% del nuovo consumo di suolo totale della provincia, seguita da Cagliari con 139 ettari pari al 62,2%, Siracusa con 94 ettari pari al 44,9%, Trapani con 88 ettari pari al 53,8%, Vercelli con 82 ettari pari al 74,6%, Sassari con 69 ettari pari al 28,1%, Latina con 67 ettari pari al 59,9%, Catania con 48 ettari pari al 39,7%, Nuoro con 45 ettari pari al 48,7% e Ferrara con 37 ettari pari al 37%.
In termini cumulati, al 2024 in Italia la superficie occupata da impianti fotovoltaici installati a terra ha raggiunto i 18.837 ettari, pari a circa 11.080 MW di potenza complessiva, con una incidenza di 317 ettari (ha) per milione di abitanti. Tra le regioni il maggiore consumo di suolo da FV a terra si registra in Puglia con 5.245 ettari pari a 1.294 ha per milione di abitanti (l’incidenza più alta d’Italia), davanti a Lazio con 2.046 ettari pari a 372 ha per milione di abitanti, Emilia-Romagna con 1.864 ettari pari a 429 ha per milione di abitanti, Sicilia con 1.467 ettari pari a 293 ha per milione di abitanti, Piemonte con 1.458 ettari pari a 334 ha per milione di abitanti, Sardegna con 1.125 ettari pari a 686 ha per milione di abitanti, Marche con 1065 ettari pari a 691 ha per milione di abitanti (la terza incidenza più alta), Veneto con 900 ettari pari a 185 ha per milione di abitanti, Abruzzo con 744 ettari pari a 569 ha per milione di abitanti e Basilicata con 596 ettari pari a 1.031 ha per milione di abitanti (la seconda incidenza più alta).
Il raggiungimento del target previsto per la neutralità climatica al 2050 e dell’obiettivo intermedio della riduzione del 55% delle emissioni di gas serra al 2030 rispetto ai livelli del 1990, secondo il PNIEC del giugno del 2024, richiede che al 2030 siano installati 79,3 GW di impianti fotovoltaici a fronte degli 37,0 GW di potenza che risulta installata a fine 2024. Gli impianti FV complessivamente installati a terra nel 2024 coprono una superfice di 188,37 km2 e garantiscono una potenza di 11,1 GW. È del tutto evidente che, a fronte dei 42,3 GW mancanti al target del 2030, una conferma dell’attuale trend di crescita degli impianti FV a terra avrebbe un impatto insostenibile in termini di consumo di suolo.
Un sentiero di sviluppo che coniuga il raggiungimento degli ambiziosi target di produzione da rinnovabili e la sostenibilità ambientale, deve favorire in modo prioritario l’installazione di impianti fotovoltaici utilizzando le superfici di strutture edificate: in particolare i tetti di capannoni industriali, edifici pubblici e le superfici dei parcheggi, come sottolineato dal Piano Nazionale integrato Energia e Clima (PNIEC, pag. 216). Il Rapporto ISPRA e SNPA delinea che “sfruttando gli edifici disponibili, ci sarebbe posto per una potenza fotovoltaica compresa fra 79 e 104 GW, un quantitativo sufficiente a coprire l’aumento di energia rinnovabile complessiva previsto dal PNIEC al 2030.”
Una elevata diffusione delle energie rinnovabili sui tetti degli immobili ad uso produttivo richiede un intervento di politica industriale di ampio respiro. Va nella giusta direzione il disegno di legge di bilancio varato da Governo che, rimettendo in circolo i fondi non utilizzati di Transizione 5.0, prevede la possibilità del maggiore ammortamento per beni strumentali finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili. Una politica a sostegno delle rinnovabili deve poter estendere la platea delle imprese che realizzano investimenti green. Secondo una rilevazione dell’Istat, nel biennio 2021-2022 il 10,2% delle imprese manifatturiere con almeno 3 addetti, il settore maggiormente esposto al divario di competitività degli elevati prezzi dell’energia (QE 9/9), ha installato impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 4 novembre 2025
