Gas, key-commodity: i trend di prezzi, import e consumi
Cambia la geopolitica del gas: Algeria primo fornitore, con prezzi dimezzati rispetto al gas russo, triplica (+210%) import GNL dagli Usa
La missione del Governo italiano in Algeria appena conclusa consolida i rapporti con il paese che nel 2022 è diventato il principale fornitore di gas dell’Italia, commodity offerta a prezzi più contenuti rispetto agli altri partner. La ricerca di nuovi equilibri sul turbolento mercato del gas è diventata un fattore strategico dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, iniziata undici mesi fa. Le previsioni del prezzo europeo del gas sono caratterizzate da una elevata volatilità, dopo aver registrato nel 2022 una media di 130,7 euro/MWh, in aumento del 181,1% rispetto all’anno precedente, un livello oltre 7 volte quello medio nel triennio pre pandemia (2017-2019).
A seguito del maggiore uso di gas per la generazione elettrica rilevato in Italia, le ricadute sui prezzi retail pagati da imprese e famiglie sono drammatiche. A dicembre i prezzi al consumo del gas salgono del 94,0% su base annua, quelli dell’energia elettrica addirittura del 165,4%, la dinamica più marcata di tutta l’Unione europea. Il caro bollette brucia oltre sei punti di valore aggiunto delle micro e piccole imprese italiane, pari a 23,9 miliardi di euro. A novembre i prezzi alla produzione di gas – nel primo stadio di commercializzazione – in Italia salgono del 217,8% a fronte del +129,6% dell’Eurozona.
Sul fronte degli acquisti dall’estero monitorati dalle statistiche energetiche e minerarie del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, nei primi undici mesi del 2022 il volume di gas importato è stazionario (+0,2%) su base annua, combinazione di un aumento del +40,8% dell’import di gas naturale liquefatto (GNL) mentre scende del 6,4% il flusso in ingresso attraverso i gasdotti. Nel dettaglio per punto di ingresso, i flussi di gas immessi a Tarvisio provenienti dalla Russia scendono del 51,6% e del 23,1% quelli immessi a Gela provenienti dalla Libia. In contro bilanciamento, è quasi quintuplicato (+353,7%) il volume di gas proveniente da Paesi Bassi e Norvegia in ingresso a Passo Gries, sale del 47,4% quello in arrivo dall’Azerbaigian, attraverso il TAP con immissione a Melendugno, e sono in salita del +10,5% anche le importazioni immesse a Mazara del Vallo provenienti dall’Algeria, che nel 2022 è diventato il primo fornitore di gas dell’Italia.
Lo switch tra le forniture russe e quelle algerine ha determinato un ampio beneficio economico: l’analisi dei dati contenuti nel bollettino statistico dell’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli evidenzia che nei primi nove mesi del 2022 la media del prezzo all’importazione del gas algerino è di 45,7 euro/MWh, il 51,1% inferiore ai 93,5 euro/MWh del gas russo.
Nei primi undici mesi del 2022 le importazioni di GNL in arrivo dal Qatar segnano un calo del 7,9% rispetto allo stesso periodo del 2021, a fronte del triplicarsi (+210,2%) dei volumi di GNL provenienti dagli Usa, che diventano il secondo maggior fornitore di gas liquefatto dell’Italia, con il 26,2% delle forniture, dietro al 45,8% del Qatar e davanti al 10,8% dell’Algeria.
A seguito del forte calo della domanda delle imprese (-22,2% y/y a settembre-novembre 2022, vedi QE 17/1) e di un inverno più mite, nei primi undici mesi del 2022 il consumo di gas che, al netto delle variazioni di scorte, si riduce del 12,9% su base annua.
Infine, va segnalato l’aumento del 150,4% delle esportazioni di gas: a margine dell’aspro dibattito sulla localizzazione degli impianti per una nave di stoccaggio e rigassificazione della portata di 5 miliardi di metri cubi l’anno, negli ultimi dodici mesi le esportazioni sono salite a 3,5 miliardi di metri cubi.