I prossimi (difficili) cento giorni della politica fiscale
Effetti del rialzo tassi Bce e inflazione sul 76,5% della spesa pubblica. Nei primi sei mesi 2022 +36,3% spesa comuni e ospedali per elettricità e gas
La scorsa settimana si è conclusa una campagna elettorale caratterizzata dall’intreccio di numerose proposte in campo fiscale, pressoché tutte espansive, come evidenziato dall’analisi di T. Boeri e R. Perotti nell’articolo ‘Una spesa pubblica senza più freni. Così i partiti promettono la luna’. Il risveglio sarà brusco. Gli obiettivi fissati lo scorso aprile nel DEF 2022 prevedevano una riduzione del deficit di 1,7 punti di PIL e una discesa del rapporto tra debito e PIL (QE 19/9), mentre nei prossimi cento giorni il timing dell’avvio della prossima legislatura e del varo del nuovo Governo si intreccia con le scadenze della programmazione fiscale. Domani, 27 settembre, scade il termine di presentazione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Nadef), che dovrà contenere gli effetti della fase ciclica negativa e della crescita dei prezzi sulla crescita reale e nominale del PIL. Nel nuovo quadro tendenziale di finanza pubblica contenuto della Nota saranno incorporati gli effetti degli interventi contro il caro-energia successivi ad aprile – qui il confronto internazionale di Bruegel aggiornato al 21 settembre – e ritoccate le poste di spesa influenzate dagli interventi della Bce e dall’evoluzione dell’inflazione, le quali rappresentano i tre quarti (76,5%) della spesa pubblica totale. Con il rialzo dei tassi si potrebbe invertire il trend della spesa per interessi che nel DEF di aprile era indicata in discesa. Va ricordato che tra ottobre 2022 e agosto 2023 sono in scadenza titoli di stato per 309,9 miliardi di euro. Inoltre, la crescita dei prezzi dilata la spesa pubblica mediante l’indicizzazione delle pensioni, l’aumento del valore dei consumi intermedi e degli investimenti e le richieste di maggiori retribuzioni nei rinnovi contrattuali del pubblico impiego. Un esempio: primo semestre del 2022 i Comuni e le strutture sanitarie nel hanno registrato un aumento del 36,3% su base annua dei pagamenti per energia elettrica e gas.
A seguire, entro il 15 ottobre va trasmesso alla Commissione europea il Documento programmatico di bilancio (DPB, ovvero DBP, Draft Budgetary Plan), mentre entro il 20 ottobre deve essere varato il disegno di legge di bilancio, con la manovra 2023-2025, da approvare entro il 31 dicembre.
Le prospettive – I margini di manovra delle politiche economiche nazionali per fronteggiare le conseguenze drammatiche della crisi energetica appaiono ristretti. Con un elevato debito pubblico, la Commissione europea raccomanda all’Italia politiche fiscali prudenti. Si rischia una pericolosa sincronizzazione pro-ciclica tra un insufficiente impulso fiscale e una marcata stretta monetaria: dopo il rialzo di 75 punti base dello scorso 8 settembre, la Banca centrale europea “si attende di aumentare ulteriormente i tassi di interesse nelle prossime riunioni per frenare la domanda e mettere al riparo dal rischio di un persistente incremento dell’inflazione attesa”. In caso di eccessive tensioni sui tassi, lo scudo anti spread varato a luglio dalle Bce potrà essere attivato solo per paesi con i conti in ordine: le condizioni sono l’assenza di procedure per deficit eccessivo, un debito pubblico sostenibile e il rispetto sia degli impegni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che delle raccomandazioni della Commissione Europea.
Non è in discesa nemmeno il percorso di attuazione del PNRR. Per accedere a fine 2022 ad una rata di 21,8 miliardi di euro di finanziamenti europei e nel 2023 ad altre due rate per complessivi 39,1 miliardi, vanno raggiunti 55 obiettivi nel secondo semestre di quest’anno – il cui raggiungimento è reso più complesso da un cambio di governo – e ulteriori 96 nel corso del 2023. Il grado di complessità sale ulteriormente, con l’avvio della negoziazione della riforma delle regole fiscali europee. Nel discorso sullo stato dell’Unione del 14 settembre 2022 il presidente della Commissione europea ha annunciato che il prossimo ottobre saranno presentate le nuove idee di governance economica. Servono regole più semplici, capaci di sostenere la crescita, e una modulazione del rientro del debito verso un limite compatibile con gli scenari post-pandemia, che rendono obsoleto l’attuale target del 60% del PIL. Come si è già evidenziato nella proposta italo-francese dello scorso dicembre, sarà decisivo il quadro delle alleanze per contrastare le spinte rigoriste dei paesi frugali del Nord Europa.