IA e algoritmi in settore energia: il 47,5% della domanda di competenze digitali 4.0 è difficile da coprire.
I driver della dinamica dell’occupazione in un rapporto di Confartigianato
Nell’arco dell’ultimo biennio, caratterizzato dalle incertezze per la guerra in Ucraina, la bolla dei prezzi dell’energia, la stretta monetaria e la crisi del commercio internazionale, l’Italia ha registrato una crescita dell’occupazione del 4,5% tra il 2021 e il 2023. Tra i paesi del G7 l’Italia si colloca al primo posto per riduzione del tasso di disoccupazione tra il 2021 e il 2024 con un calo di 1,7 punti percentuali (p.p.), facendo meglio di Stati Uniti (-1,4 p.p.) e Canada (-1,2 p.p.).
L’andamento del mercato del lavoro è delineato nel rapporto “La ricerca del lavoro perduto” dell’Ufficio Studi di Confartigianato, presentato stamane all’Assemblea della Confederazione in cui è intervenuta Marina Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il lavoro analizza la situazione del mercato del lavoro italiano in un contesto di debolezza economica, includendo, tra l’altro, spunti di analisi sull’impatto dell’intelligenza artificiale e sul mismatch tra domanda e offerta di lavoro. La mancanza di competenze ostacola le transizioni green e digitale.
L’analisi svolta nel rapporto delinea i differenti driver della dinamica dell’occupazione. A fronte di un aumento medio del +4,5% nell’ultimo biennio, salgono del +5,0% le donne, del +5,2% gli stranieri e del +5,7% gli occupati nel Mezzogiorno. Nel biennio in esame Campania, Puglia Sicilia insieme cumulano un aumento di 278 mila occupati, superiore a quello dell’intero Nord Ovest (+244 mila occupati).
Un’ulteriore spinta arriva dal segmento giovanile del mercato del lavoro, con un aumento del +8,9% dei giovani under 35. Sale anche la qualità del lavoro. Cresce del 5,2% il lavoro dipendente, un trend che si consolida al +5,7% per il lavoro dipendente a tempo indeterminato e arriva al +6,6% per il lavoro dipendente permanente e a tempo pieno. Cresce del +9,5% l’occupazione dei laureati e del +12,5% quella dei laureati under 35, un tasso più che doppio rispetto al +5,6% della media Ue e del +6,1% della Germania.
Sul fronte della transizione digitale, si registra una marcata carenza di competenze digitali avanzate 4.0, necessarie in processi aziendali che utilizzano tecnologie di intelligenza artificiale, cloud computing, Internet of Things (IoT), data analytics e big data, realtà virtuale e aumentata e blockchain, usualmente ricondotte nell’ambito dell’Industria 4.0. Nel 2023 le imprese prevedono l’entrata di 699mila lavoratori con elevata richiesta di competenze digitali avanzate 4.0 e più della metà (54,5%) risulta di difficile reperimento.
Il fenomeno della carenza di competenze digitali si registra anche nel settore dell’energia e delle utilities. Nel 2023 il 29,6% delle imprese di energia elettrica, gas, acqua e rifiuti con almeno 10 addetti esegue analisi di dati con risorse interne o esterne, una quota inferiore di otto punti al 37,6% della media Ue. In parallelo, il 10,1% della domanda di lavoro del settore richiede elevate competenze chiave per la gestione di processi mediante l’uso di algoritmi e tecniche di intelligenza artificiale (IA), oltre che nella data analysis ed elaborazione di flussi di big data. Si tratta di circa 6mila lavoratori in entrata, di cui circa la metà (47,5%) è di difficile reperimento.
Tra le maggiori regioni per domanda di lavoro del settore, la più elevata difficoltà di reperimento delle competenze 4.0 si registra nel Lazio con il 63,0, seguita da Campania con il 62,8%, Lombardia con il 60,5%, Sicilia con il 54,8% ed Emilia Romagna con il 50%. Si registrano quote più contenute della media in Veneto con il 42,1%, Friuli Venezia Giulia con il 40,0%, Piemonte – Valle D’Aosta con il 38,6%, Toscana con il 34,6% e Puglia con il 29%.
Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 25 giugno 2024