Il 2023 dell’energia in cinque numeri
Le statistiche dell’anno su investimenti, occupati, import gas, idroelettrico, prezzi
L’anno che si sta concludendo è stato caratterizzato da una vigorosa stretta monetaria, dal progressivo rientro dello fiammata inflazionistica innescata dalla crisi energetica e da un marcato dinamismo del mercato del lavoro. In questa ultima edizione dell’anno della rubrica, che ritornerà il prossimo 9 gennaio, proviamo a stilizzare un bilancio del 2023 per l’energia attraverso l’analisi di cinque evidenze statistiche.
L’anno che si sta concludendo è stato caratterizzato da una vigorosa stretta monetaria, dal progressivo rientro della fiammata inflazionistica innescata dalla crisi energetica e da un marcato dinamismo del mercato del lavoro. In questa ultima edizione dell’anno della rubrica, che ritornerà il prossimo 9 gennaio, proviamo a stilizzare un bilancio del 2023 per l’energia attraverso l’analisi di cinque evidenze statistiche.
Con la stretta monetaria a rischio 248 mln € di investimenti
La stretta monetaria ha determinato un aumento di 391 punti base del costo del credito bancario. Nel terzo trimestre del 2023 gli investimenti in macchinari e impianti – diversi dai mezzi di trasporto – segnano una flessione dell’1,9% su base annua. Sulla base di questo trend, si stima che nel settore energia e utilities gli investimenti in macchinari e impianti messi a rischio dalla stretta monetaria ammontino a 248 milioni di euro. La riduzione degli investimenti compromette i percorsi di transizione digitale e green delle imprese, frena l’innovazione e la dinamica della produttività del lavoro.
Occupati in crescita: +23.600
A ottobre 2023 il mercato del lavoro registra 458.000 occupati in più (+2,0%) rispetto a un anno prima. In crescita anche il comparto energetico. Secondo l’ultimo aggiornamento fornito da Eurostat, al terzo trimestre 2023 gli occupati del settore energia e utilities salgono di 23.600 unità, pari al +6,6%, con una performance più accentuata rispetto al +1,7% della media Ue a 27. La crescita è quasi interamente determinata dal settore elettricità e gas (+22.600 unità).
Gas importato dalla Russia in calo del 79,9%
Nel primi dieci mesi del 2023 l’import di gas scende del 15,0%. Al calo contribuisce la caduta del 79,9% dell’import nel punto di ingresso di Tarvisio, proveniente dalla Russia. Scendono del 22,7% le importazioni via gasdotto mentre salgono del 18,2% quelle di gas naturale liquefatto. I maggiori fornitori di Gnl sono Qatar con il 36,5% del valore totale importato nei primi nove mesi del 2023, seguiti da Stati Uniti con il 29,5%, Algeria con il 14,3% e Spagna con l’8,8%. Il maggiore fornitore via gasdotto è l’Algeria con il 49,9% del valore dell’import, seguita da Azerbaigian con il 21,1% e Norvegia con il 13,4%. Quote più contenute per Russia (7,4%), Libia (4,7%) e Paesi Bassi (3,4%).
Il ritorno dell’acqua: +33,7%
E’ rientrata la severa crisi idrica del 2022 e nei primi dieci mesi del 2023 la produzione di energia idroelettrica è salita del 33,7%, fornendo un contributo del 72,8% alla crescita di produzione di energia elettrica da rinnovabili. La produzione idroelettrica del 2023 rimane comunque inferiore del 22,3% ai livelli del 2021.
Fine crisi mai: prezzi gas +55,8%
Nel 2023 è superata la fase acuta della crisi energetica, ma persistono elevati prezzi retail dell’energia. A novembre il prezzo al consumo di elettricità e gas scende del 42,3% rispetto un anno prima, ma rimane del 55,8% superiore alla media del 2021. È maggiore il rientro dei prezzi di acquisto all’estero delle commodities: a ottobre 2023 i prezzi all’importazione di gas e petrolio greggio sono del 12,9% superiori al livello medio del 2021. Le ultime previsioni della Banca d’Italia indicano per il 2024 un prezzo del gas di 47,4 euro/MWh, in risalita rispetto ai 41,5 euro/MWh del 2023, collocandosi su un livello più che doppio (+162%) rispetto alla media del triennio pre-pandemia (2017-2019).
Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 19 dicembre 2023