Il caroenergia ha diviso in due il mondo della manifattura
Nel 2022 giù del 2,6% la produzione dei settori energivori, in aumento dell’1,2% quella degli altri comparti. Crisi finanziaria e stretta monetaria gettano ombre sull’economia reale

Sui mercati torna a dominare l’incertezza. Una crisi finanziaria negli Stati Uniti potrebbe essere un trigger di ricadute recessive sull’economia reale europea proprio nei giorni in cui la Banca centrale europea, se confermerà l’intendimento di febbraio, potrebbe rialzare di altri 50 punti base i tassi di interesse riferimento. L’aumento in soli otto mesi salirebbe a 350 punti base, determinando un rialzo del costo del credito che genera effetti negativi sugli investimenti, ritarda i processi di transizione digitale e green delle imprese, penalizza la domanda di lavoro più qualificata e rallenta la propensione ad innovare e la crescita della produttività.

L’effetto domino della crisi finanziaria innescata sedici anni fa in un segmento del mercato immobiliare statunitense, fu devastante per l’economia reale, con una perdita della produzione manifatturiera che in Italia fu del 22,3% nel biennio 2008-2009. Anche allora la recessione fu anticipata da un ciclo di rialzi dei tassi di interesse da parte della Bce, anche se meno accentuati di quelli attuali.

Sul fronte energetico, le ultime previsioni di febbraio 2023 della Commissione europea sul prezzo europeo del gas indicano per quest’anno una media di 63,2 euro/MWh, in riduzione rispetto ai 77,5 euro/MWh previsti dalla Banca d’Italia a gennaio 2023 e ai 146,5 euro/MWh indicati dalla Commissione europea a novembre 2022. Il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica tra il 1 gennaio e il 14 marzo 2023 è inferiore del 35,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma rimane superiore del 169,4% alla media del primo trimestre del 2021. Come ha evidenziato la scorsa settimana il Governatore della Banca d’Italia, sul fronte energetico “l’incertezza sulle forniture rimane tuttavia elevata e non si può escludere che ulteriori sviluppi negativi di natura geopolitica possano determinare nuovi, marcati, rincari, oltre che per il gas naturale, per il petrolio e suoi derivati.”

Le tendenze della manifattura a inizio 2023 e il bilancio del 2022 – I segnali statistici che arrivano oggi dalla manifattura indicano a gennaio 2023 un calo della produzione dello 0,7% rispetto a dicembre. Nel 2022 l’attività manifatturiera in Italia è cresciuta nell’ordine di un punto percentuale (+0,8%). In chiave settoriale si osserva un maggiore dinamismo per farmaceutica con +9,3%, moda con +8,1%, computer ed elettronica con +7,7%, raffinazione petrolio con +6,4%, macchinari e impianti con +3,4%, mezzi trasporto con +2,9%; aumenti più contenuti per alimentare e bevande con +1,2% e altre manifatture, riparazione e installazione di macchinari con +0,8%. In territorio negativo le apparecchiature elettriche con -0,6%, mentre segnano un marcato calo i settori a maggiore utilizzo di energia: legno, carta e stampa con -2,4%, chimica con -3,8%, gomma, plastica, vetro, cemento, ceramica, ecc. con -4,8% e metallurgia e metalli, anch’esso con -4,8%. In calo dell’1,9% la produzione di energia elettrica e gas. L’esplosione dei prezzi dell’energia ha diviso in due il mondo della manifattura, con i settori energivori che nel 2022 hanno perso il 2,6% della produzione, mentre i restanti settori, nel complesso, hanno segnato aumento del 1,2%. Il calo della produzione è stato, comunque, significativamente inferiore alla riduzione del consumo di energia: la domanda di gas per usi industriali nel 2022 è caduta del 15,2%, da cui si desume che le imprese hanno adottato switch verso input di energia meno costosi, oltre che registrare marcati incrementi di efficienza energetica.

Nel confronto internazionale, nel 2022 la produzione nei settori energivori è in territorio negativo in tutti i maggiori paesi europei, segnando un calo dell’1,7% in media Ue a 27 e in Francia, dell’1,9% in Spagna mentre la riduzione è più marcata in Germania, dove arriva al -4,8%.

La resilienza della manifattura italiana – Infine, da segnalare che nel 2022 la manifattura italiana, nel suo complesso, ha pienamente recuperato i livelli pre pandemia, segnando un aumento dello 0,5% rispetto al 2019, mentre persiste un grave ritardo per Francia (-5,0%) e Germania (-5,7%).

Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 14 marzo 2023