Rapporto Confartigianato  ‘Il coraggio delle imprese’ presentato in occasione dell’Assemblea del 12 giugno 2012.
Nella prima sezione del Rapporto sono raccolti i dati che consentono una lettura ‘in pillole’ del rapporto (o in un centinaio di tweet). Nel primo capitolo viene esaminata la situazione congiunturale alla luce della  crisi del debito, le politiche restrittive del fiscal compact. Particolare attenzione viene dedicata alla difficile situazione della liquidità di impresa determinata dagli effetti contagio sul mercato del credito e dai ritardi nei pagamenti.
Un capitolo è dedicato all’analisi delle dinamiche del mercato del lavoro nel breve e lungo periodo, delle criticità del mercato del lavoro giovanile e del lavoro irregolare e pone una specifica attenzione sui numeri chiave della riforma del mercato del lavoro in discussione in Parlamento
Nel capitolo dedicato al coraggio delle imprese vengono sottolineate le potenzialità per la crescita del sistema delle imprese, sottolineata la leadership mondiale dell’Italia per tasso di imprenditorialità e alcuni dei fenomeni della demografia d’impresa, con particolare attenzione alla selezione in atto e ai settori driver. Inoltre viene perimetrata la presenza dell’artigianato nei comuni coinvolti nel terremoto di fine maggio 2012. Un lungo paragrafo è dedicato all’export, ‘porta’ attraverso cui possiamo intercettare la domanda innescata dai processi di crescita delle economie più dinamiche. Vengono evidenziati due casi di crescita dell’occupazione: quella trainata dall’export nelle principali regioni manifatturiere e quella derivante dall’installazioni per energie rinnovabili.
Un ampio capitolo è dedicato alla maggiore criticità in essere data dalla pressione fiscale che nel 2012 raggiunge i massimi storici. Me senza interventi incisivi sulla spesa pubblica la pressione fiscale non può essere alleggerita; il Rapporto dedica, quindi, un ampio spazio alle dimensioni dell’intermediazione dello Stato nell’economia e al livello e alla dinamica della spesa pubblica. Riduzioni della spesa possono concentrarsi su casi di bassa qualità, inefficienze e sprechi: in un capitolo del rapporto abbiamo trattato 24 casi di ‘spending problems’: l’escalation della spesa per acquisiti di beni e servizi, i ritardi dei pagamenti della PA; il maggior calo del lavoro a tempo determinato nella PA,  le poche privatizzazioni, lo sbilanciamento del welfare con troppa spesa per anziani e poca per le famiglie; l’alta pressione fiscale sul lavoro e la bassa la spesa per la disoccupazione; il caso della disoccupazione agricola; gli insostenibili tempi della giustizia; lo scarso utilizzo di internet nei rapporti con la PA, la qualità e le tariffe dei servizi pubblici locali; alcune patologie della spesa sanitaria, quali la mobilità interregionale e  l’eccesso dei parti cesarei; il costo dei dipendenti  pubblici; gli squilibri nel personale delle Regioni e Comuni e l’assenteismo dei dipendenti pubblici; le inefficienze che influenzano il sistema formativo e capitale umano; la corruzione; la corsa della spesa per pensioni e i rischi futuri del sistema pensionistico; le baby pensioni; qualità e spesa trasporto pubblico locale; tariffe e perdite dell’acqua potabile.
Infine l’ultimo capitolo tratta di alcuni vincoli per il sistema produttivo che comprimono i processi di crescita: i costi della burocrazia, la bolletta energetica e prezzi dell’energia, le criticità del contesto nel Mezzogiorno, le infrastrutture, e last but not least, la produttività.
Il rapporto contiene una scheda con i numeri chiave delle piccole imprese e dell’artigianato italiano e che rappresenta la scheda nazionale su imprenditorialità e lavoro del ‘Territori 2012’ – pubblicati l’11 giugno 2012 e che contiene 139 schede con oltre 12mila dati su base regionale e provinciale.