Il paradosso italiano della più alta inflazione energetica
Un triste primato ottenuto nonostante una minore pressione dei prezzi all’import. Maggiori forniture da Algeria, Azerbaijan, Libia, Usa e Russia, che perde 4 posizioni rispetto a prima dell’invasione dell’Ucraina

A marzo 2023 le importazioni di energia – carbone, petrolio greggio e raffinato, gas ed energia elettrica – scendono a 7,1 miliardi di euro, un valore così basso non si riscontrava da settembre 2021. Sulla riduzione del valore si combina il calo del 9,2% dei volumi importati e la diminuzione del 26,3% dei prezzi di acquisto espressi dai valori medi unitari. La bolletta energetica nel primo trimestre del 2023 è di 18,9 miliardi di euro, inferiore del 17,0% rispetto allo stesso periodo del 2022 e al di sotto dell’8,3% rispetto al livello del trimestre precedente all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia (20,6 miliardi tra novembre 2021 e gennaio 2022). Il saldo import-export di energia cumulato negli ultimi dodici mesi a marzo 2023 è di 107,4 miliardi di euro, in riduzione rispetto al picco di 111,4 miliardi di euro di gennaio 2023.

I prezzi all’importazione – A marzo 2023 in Italia i prezzi delle importazioni di energia scendono del 25,2% su base annua, una tendenza in linea con la media Eurozona (-25,3%). Nel dettaglio il prezzo del gas importato – che Eurostat rende disponibile per l’Italia da inizio 2022 – scendono del 33,4% mentre quello del petrolio greggio cala del 16,4%. Sul fronte dei costi di acquisto dall’estero, la crisi energetica in Italia è stata meno severa rispetto agli altri maggiori paesi europei: negli ultimi dodici mesi i prezzi dei beni energetici importati sono del 67,9% superiori alla media del 2021, un divario che sale dal 91,1% nell’Eurozona, per arrivare al 97,5% in Francia, al 106,7% in Germania e al 173,0% in Spagna.

I prezzi retail, un extra costo per elettricità e gas di 648 euro a famiglia – A fronte della minore pressione dei prezzi sulle importazione energetiche si assiste al paradosso di una maggiore inflazione energetica per l’economia italiana. Ad aprile 2023 i prezzi dell’energia degli ultimi dodici mesi sono del 62,1% superiori alla media del 2021, un divario di oltre venti punti superiore al +40,4% della media Eurozona. In particolare, la dinamica dei prezzi di energia elettrica e gas è del 103,5%, più del doppio del 51,8% della media Uem: questo divario tra prezzi italiani e quelli europei per elettricità e gas si valuta, ceteris paribus, in 16,5 miliardi di euro, pari a 648 euro per famiglia. Il gap è molto severo per l’elettricità che negli ultimi dodici mesi registra un prezzo del 136,2% superiore alla media del 2021, mentre per l’Eurozona il divario si ferma al 40,8%.

Il paradosso persiste anche nella fase di discesa dei prezzi – Anche valutando i più recenti livelli dei prezzi, nonostante nella corso della crisi esplosa con il conflitto in Ucraina le quotazioni delle importazioni siano salite meno rispetto agli altri paesi europei, l’economia italiana registra una maggiore turbolenza dei prezzi retail di energia elettrica e gas. A marzo 2023 l’Italia importa energia con prezzi del 15,8% superiori alla media del 2021 mentre la quotazione media dell’Eurozona rimane del 42,3% superiori ai livelli del 2021. Il trend si inverte sul mercato al consumo: ad aprile 2023 i prezzi dell’elettricità e gas in Italia sono dell’81,8% superiori alla media del 2021, mentre in Eurozona il divario è dimezzato, pari ad un +43,4%.

Come cambia la geopolitica dell’import di energia dopo l’invasione dell’Ucraina – Nel trimestre dicembre 2022-febbraio 2023 il primo fornitore di energia dell’Italia è l’Algeria con una quota il 16,1%, 8 punti in più dell’8,1% del corrispondente trimestre precedente all’invasione dell’Ucraina (dicembre 2021-febbraio 2022), scalando due posizioni in un anno. Seguono l’Azerbaijan con una quota del 12,8%, che conferma la posizione di un anno prima, la Libia con il 7,3% e gli Stati Uniti con il 6,2%, entrambi in salita di una posizione. Scende al quinto posto la Russia con il 5,8%, ben 19,7 punti in meno del 25,6% di un anno prima e che la collocava al primo posto tra i paesi fornitori di energia. La top ten si completa con Arabia Saudita con una quota del 5,6%, Norvegia con 5,0%, Qatar con 4,6%, Francia con 4,1% e Svizzera con 3,8%.

Rubrica Imprese ed energia su QE- Quotidiano Energia del 13 giugno 2023